Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: come si protegge il cervello dalla morte neuronale

Dopamine system substantia nigra ventral tegmental area

Nel cervello, la morte dei neuroni dell'area tegmentale ventrale, responsabili della produzione della dopamina necessaria a sostenere funzioni che risultano, progressivamente, deteriorate nei pazienti affetti da morbo di Alzheimer (MA), avviene a causa di un eccessivo accumulo di calcio, dovuto alla perdita funzionale dei mitocondri. Uno studio dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'IRCCS Santa Lucia di Roma ha scoperto un meccanismo molecolare attraverso il quale una specifica area del cervello si protegge da questo accumulo di calcio. 


Pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Molecular Neurodegeneration, lo studio è il principale risultato ottenuto dall'equipe del prof. Marcello D'Amelio, Ordinario di Fisiologia umana UCBM e Responsabile del laboratorio di Neuroscienze Molecolari della Fondazione Santa Lucia IRCCS. Lo studio è finanziato da Fondazione Roma e dall'Alzheimer's Association USA per Università Campus Bio-Medico di Roma e Ministero della Salute per IRCCS Fondazione S.Lucia. 


"L'area tegmentale ventrale (VTA)
- spiega il prof. D'Amelio - conta appena 400-500mila neuroni, un numero molto piccolo rispetto ai 100miliardi di neuroni che compongono l’intero cervello. All'interno di questa popolazione abbiamo rilevato i meccanismi molecolari attraverso cui i neuroni dopaminergici, ovvero produttori di dopamina, sfuggono alla morte neuronale, almeno nelle prime fasi di malattia. L'evasione dalla morte neuronale passa attraverso un aumento dell'espressione di un fattore cellulare, la calbindina, che è in grado di neutralizzare la tossicità del calcio che si accumula nei neuroni dopaminergici sofferenti". 


Lo studio, cui hanno collaborato anche ricercatori dell'Università Politecnica delle Marche, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dell'Università di Roma Tor Vergata, rappresenta un'ulteriore evoluzione del filone di ricerca con cui, dal 2017, il professor D’Amelio ha identificato l'area tegmentale come una delle prime aree cerebrali che va incontro a degenerazione, nel corso di malattia. 


L'accumulo di calcio, dovuto principalmente al progressivo deterioramento funzionale dei mitocondri (le centrali energetiche della cellula) è la causa della morte dei neuroni dell'area tegmentale. Tuttavia, alcuni neuroni di questa stessa regione riescono, almeno durante la prima fase di malattia, a compensare il danno da accumulo di calcio attraverso l'aumento dell'espressione della calbindina, proteina nota per le sue capacità di legare il calcio.


"L'identificazione di questa forma di risposta al danno neuronale
- conclude il professor D’Amelio - aggiunge preziosi dettagli sulle modalità attraverso cui la malattia si sviluppa e, al tempo stesso, offre ulteriori spunti di ricerca per la prevenzione e trattamento della malattia"


Il MA è la prima causa di demenza nella popolazione italiana: oltre 600.000 persone convivono con questa malattia che incide sulle vite anche dei circa 3milioni di familiari e caregiver che si prendono cura dei pazienti. Sebbene non esista attualmente una cura, da decenni le neuroscienze affrontano questa patologia e la ricerca ha portato a diagnosi sempre più precoci e più accurate che possono dare la possibilità al neurologo di proporre al paziente soluzioni per rallentare il decorso della malattia.

 

 

 


Fonte: Università Campus Bio-Medico di Roma

Riferimenti: L La Barbera, ...[+13], M D’Amelio. Upregulation of Ca2+-binding proteins contributes to VTA dopamine neuron survival in the early phases of Alzheimer’s disease in Tg2576 mice. Molecular Neurodegeneration, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.