Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In che modo il cervello tiene traccia delle cose che si muovono intorno a noi?

Questi risultati risolvono un vecchio puzzle sulla funzione cerebrale, aprendo nuovi percorsi di ricerca sui disturbi della memoria.

vevs neuroscienceIn A) il ratto seduto in mezzo alla configurazione di realtà aumentata con una barra di luce verde che si muove intorno a lui. In B) la vista dall'alto del labirinto.

Capire come il cervello crea una mappa dello spazio intorno a noi ha implicazioni per la ricerca sull'apprendimento e sui disturbi della memoria che vanno dall'autismo al morbo di Alzheimer (MA), dove i soggetti spesso hanno una percezione errata dello spazio-tempo e degli eventi.


Finora si pensava che solo i neuroni nella corteccia visiva fossero in grado di mappare la posizione degli oggetti in movimento, e che l'ippocampo, l'area dove si crea la memoria nel cervello, richiedesse l'esplorazione spaziale o un compito cognitivo per dare il suo contributo.


Un nuovo studio eseguito alla Università della California di Los Angeles ha scoperto che i neuroni ippocampali nei ratti mappano accuratamente la posizione di un oggetto in movimento anche mentre il ratto è fermo. I risultati sfidano l'idea che l'ippocampo, una regione del cervello coinvolta nell'apprendimento e nella memoria, codifichi solo una mappa dello spazio in base al movimento.


Mayank R. Mehta PhD, capo del Centro di Neurofisica dell'UCLA e professore nel dipartimenti di fisica, neurologia e ingegneria elettrica e informatica dell'UCLA, afferma:

"Questi nuovi risultati risolvono un vecchio puzzle sulla funzione dell'ippocampo e aprono molte nuove strade per sviluppare la diagnosi precoce e il trattamento dei disturbi della memoria. Ad esempio, permette agli scienziati di studiare i deficit cognitivi come il ricordo di un soggetto degli eventi intorno a lui, il deficit più comune del MA".


Lo studio, pubblicato su Nature, ha come primi autori Chinmay Purandare PhD e Shonali Dhingra PhD.

 

Un esperimento di realtà virtuale.

Usando un labirinto di realtà virtuale modificato per i ratti, sviluppato per sondare la funzione di memoria dell'ippocampo, i ricercatori hanno creato una singola barra di luce sullo schermo VR, che si spostava tutto intorno al ratto, "come se una persona stesse camminando intorno a te mentre sei seduto" ha spiegato il dott. Mehta.


Gli studi precedenti avevano scoperto che tali semplici stimoli non attivavano l'ippocampo. I ricercatori dell'UCLA, ipotizzando che la ragione di ciò fosse l'entità degli stimoli, ha ingrandito la barra dal punto di vista del topo.


Misurando i segnali neurali, hanno trovato che la maggioranza dei neuroni nell'ippocampo del topo ha risposto alla barra di luce, registrando la sua posizione esatta, la direzione in cui si muoveva, e anche la sua distanza e il grado angolare dal ratto. I neuroni hanno anche codificato le caratteristiche identificative della barra di luce, come il suo colore e la sua consistenza.


I risultati ribaltano l'idea che l'ippocampo richieda il movimento nello spazio per creare una mappa spaziale. La risposta neurale "è abbastanza simile ai modelli di attività nelle cortecce visive", ha detto il dott. Mehta. "Questo ha senso dal momento che la corteccia visiva è una fonte importante di stimoli per l'ippocampo".


La squadra prevede di continuare a usare il sistema VR per gli esperimenti tesi a capire l'attività neurale dei pazienti, compresi quelli con deficit di memoria come il MA.

 

 

 


Fonte: University of California - Los Angeles (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chinmay Purandare, Shonali Dhingra, Rodrigo Rios, Cliff Vuong, Thuc To, Ayaka Hachisuka, Krishna Choudhary, Mayank Mehta. Moving bar of light evokes vectorial spatial selectivity in the immobile rat hippocampus. Nature, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.