Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di vescica iperattiva associato ai farmaci per la demenza

Lo studio rivela l'aumento di rischio provocato dal donepezil (Aricept).

Uno studio eseguito all'Università di Houston, e pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, ha valutato il rischio di vescica iperattiva come effetto collaterale dei farmaci inibitori della colinesterasi presi per la demenza e per il morbo di Alzheimer (MA). La ricerca era basata sul lavoro per la tesi di dottorato della prima autrice Prajakta Masurkar.


La demenza è un gruppo di sintomi associati a un calo della memoria, del ragionamento o di altre capacità di pensiero, e il MA ne è la causa più comune, rappresentando il 60-80% dei casi. Gli inibitori della colinesterasi, che comprendono donepezil (Aricept), galantamina (Reminyl) e rivastigmina (Exelon), aumentano la comunicazione tra le cellule nervose per migliorare la cognizione.


"Lo studio ha rilevato che il rischio di vescica iperattiva varia tra i singoli inibitori della colinesterasi", riferisce Rajender R. Aparasu, professore di farmacia e preside del dipartimento esiti e politica farmaceutica. "Usando una coorte nazionale di anziani con demenza, abbiamo anche scoperto che il donepezil era associato a un aumento del 13% di rischio di vescica iperattiva rispetto alla rivastigmina, mentre non c'era alcun rischio differenziale di vescica iperattiva con galantamina e rivastigmina".


Lo studio ha esaminato i dati Medicare di 524.975 over-65 con demenza che erano utenti di inibitori della colinesterasi (donepezil 80.72%, rivastigmina 16,41%, galantamina 2,87%). L'esito primario di interesse era la diagnosi o la prescrizione per vescica iperattiva o la prescrizione di antimuscarinici, farmaci che aiutano a correggere la vescica iperattiva, entro sei mesi dall'inizio di assunzione di inibitori della colinesterasi.


Anche se ci sono stati alcuni studi a valutare gli effetti dell'uso di tutti gli inibitori della colinesterasi e degli antimuscarinici, ce ne sono stati pochi sugli effetti dei singoli inibitori della colinesterasi sul rischio di vescica iperattiva. Gli studi precedenti hanno scoperto che l'uso di inibitori della colinesterasi è associato a un aumento del rischio di ricevere un farmaco antimuscarinico.


Questo studio apre una nuova porta:

"I risultati suggeriscono la necessità di comprendere e gestire la morbilità legata ai farmaci negli anziani con demenza", ha affermato Aparasu.

 

 

 


Fonte: Laurie Fickman in University of Houston (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Prajakta Masurkar, Satabdi Chatterjee, Jeffrey Sherer, Hua Chen, Michael Johnson, Rajender Aparasu. Risk of overactive bladder associated with cholinesterase inhibitors in dementia. Journal of the American Geriatrics Society, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)