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Troppo alcol può causare effetti simili alla demenza, e i due sono spesso confusi

alcohol guidelines

In Gran Bretagna, il 21% delle persone ora beve più alcol di prima della pandemia, secondo un sondaggio recente. Questo segue un aumento del 31% delle vendite di alcol all'inizio del blocco.


Poiché pub e ristoranti sono stati costretti a chiudere i battenti, i negozi che vendono liquori da asporto sono stati considerati rivenditori essenziali. E, visto che gli incontri sociali tradizionali sono stati sospesi, i programmi di bar virtuali e le feste online li hanno sostituiti rapidamente. Gli hashtag di Twitter come #Quarantini e #FerloughMerlot hanno dimostrato che bere era per molti un elemento chiave dell'esperienza di pandemia.


Alcuni possono essersi rivolti all'alcol per alleviare l'ansia, lo stress o anche per riempire il tempo di solito trascorso in palestra o socializzando. Ma qualunque sia la ragione, mentre la maggior parte dei bevitori sono consapevoli degli effetti che l'alcol può avere sul loro fegato o sul girovita, molti non si rendono conto che il bere eccessivo (e continuo) può causare danni a lungo termine al cervello.


Il 'danno cerebrale legato all'alcol' (ARBD, Alcohol-related brain damage) è un insieme sotto-riconosciuto di condizioni collegate che comporta cambiamenti strutturali e funzionali al cervello. Può mettere in pericolo la memoria, il pensiero, la pianificazione e il ragionamento, e causare alterazioni della personalità e del comportamento.


C'è al momento una carenza di consapevolezza dell'ARBD tra il pubblico generale, come pure tra gli specialisti clinici, uno dei quali ci ha detto che riconoscere e diagnosticare i casi è un “grosso problema”. I segni di ARBD possono anche essere confusi con il sembrare intossicati, e anche lo stigma è una barriera per riconoscere e trattare le persone con la condizione.


L'ARBD spesso inizia con sintomi lievi, ma può progredire verso problemi più gravi, se l'alcol è ancora consumato in quantità nocive (definite come 35 unità - circa 4 bottiglie di vino - alla settimana per le donne, e 50 unità per gli uomini).


I primi segnali di ARBD includono comportamento impulsivo, problemi a pianificare e a prendere decisioni, e difficoltà nel formare e trattenere nuovi ricordi. Alcuni possono anche sperimentare confabulazioni, che sono “ricordi” falsi o distorti.


Gli uomini hanno più probabilità di avere ARBD, anche se gli studi suggeriscono che le donne potrebbero essere più vulnerabili agli effetti dell'alcol perché sviluppano la condizione in età significativamente più giovane rispetto agli uomini. In entrambi i sessi, sono quelli da 55 ai 60 anni che hanno i tassi più alti di ARBD, ma alcuni casi sono stati segnalati sotto i 35 anni.

 

Astinenza e recupero

Questi sintomi spesso si sovrappongono con alcuni dei segni di demenza, e una ricerca suggerisce che fino al 24% di tutti i casi di demenza sono in effetti ARBD. Ma, mentre i pazienti con demenza raramente sperimentano miglioramenti nel loro stato, quelli con ARBD hanno il potenziale per recuperare almeno in parte. Questo rende indispensabile distinguere la condizione dalla demenza, considerando la storia di bere e notando i segni di miglioramento o stabilizzazione.


Il trattamento dell'ARBD in genere implica astinenza dall'alcol, seguita dalla riabilitazione. Di solito, sono necessari almeno tre mesi senza alcool per vedere se ci sono eventuali miglioramenti o segni che il danno potrebbe essere reversibile. Non c'è alcun “limite di sicurezza” condiviso una volta che qualcuno ha avuto la diagnosi, e qualsiasi entità di alcol rischia di causare più danni.


Anche se l'ARBD è spesso difficile da diagnosticare, un rapporto in Galles suggerisce un incremento complessivo del 38,5% di quelli diagnosticati con la condizione su cinque anni.


E neppure gli aumenti di ARBD sono limitati a chi proviene da un ambiente socio-economico più povero. Questi sono noti per avere tassi alti della condizione, ma dati recenti mostrano che quelli con lavori professionali erano più propensi a bere regolarmente alcolici rispetto a quelli con redditi più bassi.


Anche se l'alcol può dare un sollievo momentaneo dallo stress della vita - in particolare durante una pandemia - molti bevitori potrebbero sviluppare una abitudine malsana con l'alcol, che sta danneggiando il loro cervello. Ma una delle cose distintive dell'ARBD è che è una condizione prevenibile, curabile e potenzialmente reversibile, se riconosciuta e trattata precocemente.


Per mantenere sotto controllo il consumo di alcol, l'Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di cercare di mantenere per quanto possibile una routine, e focalizzare l'attenzione sulle cose che possono essere controllate. Il tempo passato a bere alcool potrebbe essere sostituito da attività fisica, che è nota per stimolare il sistema immunitario e dare benefici alla salute mentale.


Quindi, prima di prendere il tuo cocktail #Quarantini, è importante considerare l'effetto a lungo termine che questo tipo di abitudine potrebbe avere, sul cervello e sul fegato.

 

 

 


Fonte: Rebecca Ward (ricercatrice senior in psicologia), Bev John (professoressa di dipendenze e psicologia della Salute) e Gareth Roderique-Davies (Professore di Psicologia), Università di South Wales

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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