In Australia, più di 1,1 milioni di persone attualmente hanno il diabete di tipo 2 (DT2), in Italia più di 3 milioni.
Una serie di complicazioni potenziali associate con la malattia implicano che un 45-enne con diagnosi di DT2 vivrà in media 6 anni in meno di qualcuno senza DT2. Questa settimana abbiamo pubblicato un rapporto che riunisce le ultime evidenze sulle conseguenze per la salute del DT2.
A parte dimostrare le complicazioni che conosciamo bene (come il legame tra diabete e rischio di malattia cardiaca), il nostro rapporto mette in evidenza alcune prove più recenti che suggeriscono che il DT2 è associato ad un aumento del rischio di cancro e demenza.
Le complicanze più comuni del DT2
Il DT2, che in genere si sviluppa dopo i 40 anni, è dovuto di solito a una combinazione tra l'incapacità del pancreas a produrre abbastanza insulina, e la risposta inadeguata all'insulina delle cellule del corpo. Dal momento che l'insulina è il regolatore chiave della glicemia (zucchero), questo provoca un aumento dei livelli di zucchero nel sangue.
I fattori di rischio del DT2 sono essere sovrappeso, essere fisicamente inattivi, avere una dieta scadente, pressione alta e una storia familiare di DT2. Le persone con DT2 hanno circa il doppio delle probabilità di sviluppare malattie cardiache rispetto alle persone senza DT2.
Mentre gli attacchi di cuore (causati da ostruzioni nelle arterie coronarie) sono forse la forma più riconosciuta delle malattie cardiache, l'insufficienza cardiaca (in cui il muscolo cardiaco non riesce a pompare abbastanza sangue nel corpo) sta diventando sempre più comune, soprattutto nelle persone con DT2.
Ciò è dovuto a una serie di fattori, tra cui il migliore trattamento e prevenzione degli attacchi di cuore, che hanno permesso a più persone di sopravvivere abbastanza a lungo da sviluppare insufficienza cardiaca. Le persone con DT2 hanno una probabilità fino a otto volte più alta di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a quelli senza diabete.
Nel frattempo, il diabete è la causa più comune di insufficienza renale e di perdita della vista negli adulti in età lavorativa, e rappresenta oltre il 50% delle amputazioni di piedi e gambe.
Ma al di là di queste complicazioni comuni e familiari del diabete, ci sono prove montanti che suggeriscono che il DT2 aumenta il rischio di altre malattie.
Complicazioni emergenti del DT2
Le persone con DT2 hanno una probabilità circa doppia di sviluppare il cancro del pancreas, dell'endometrio e del fegato, hanno una probabilità maggiore del 30% di ammalarsi di cancro intestinale e un 20% di aumento del rischio di cancro al seno. L'aumento del rischio di cancro è di particolare preoccupazione per il crescente numero di persone sotto i 40 che vivono con il DT2. In Australia, questo gruppo ha visto un aumento significativo dei decessi per cancro tra il 2000 e il 2011.
Anche la demenza è una complicanza riconosciuta recentemente del DT2. Una meta-analisi che coinvolge i dati di due milioni di persone ha dimostrato che le persone con DT2 hanno un rischio maggiore del 60% di sviluppare demenza rispetto a quelli senza diabete.
Perché l'aumento del rischio?
È importante riconoscere che gli studi che abbiamo esaminato sono osservazionali e non possono dirci che è necessariamente il diabete a causare queste condizioni. Ma essi suggeriscono che avere il diabete è associato ad un aumento del rischio. Le due teorie principali del motivo per cui il rischio di cancro è maggiore nelle persone con DT2 si riferiscono al glucosio e all'insulina.
Molti tipi di cellule tumorali usano il glucosio come combustibile chiave, così più glucosio c'è nel sangue, potenzialmente, più rapidamente crescerà il cancro. In alternativa, l'insulina può promuovere la crescita delle cellule. E dal momento che nelle prime fasi del DT2 i livelli di insulina sono elevati, questo potrebbe anche promuovere lo sviluppo del cancro.
Ci sono diverse spiegazioni possibili del collegamento tra il diabete e la demenza:
- Primo, gli ictus sono più comuni nelle persone con DT2, e sia gli ictus grandi che quelli mini ripetuti possono portare alla demenza.
- Secondo, il diabete colpisce la struttura e la funzione dei vasi sanguigni più piccoli in tutto il corpo (capillari), compreso il cervello. Questo potrebbe mettere in pericolo la consegna di sostanze nutritive alle cellule cerebrali della persona.
- Terzo, i livelli elevati di glucosio e altri disturbi metabolici associati con il diabete possono, nel tempo, influenzare direttamente il modo in cui funzionano alcuni tipi di cellule cerebrali.
Margini di miglioramento
Nonostante le raccomandazioni ben consolidate per la gestione del DT2, come ad esempio le linee guida per l'uso di farmaci, dieta sana e attività fisica regolare, resta un divario significativo tra le evidenze e quello che succede in pratica.
Uno studio condotto negli Stati Uniti ha mostrato che solo 1 paziente su 4 con DT2 rispetta tutti gli obiettivi raccomandati per i livelli sani di glucosio, colesterolo e pressione. I dati australiani dimostrano che avere il diabete è associato con una probabilità maggiore del 14% di interrompere il farmaco per il colesterolo dopo un anno.
Nella nostra relazione, abbiamo mostrato che l'aumento dell'uso di una serie di farmaci efficaci eviterebbe a molte centinaia di persone con diabete di sviluppare malattie cardiache, ictus e insufficienza renale ogni anno.
Con il peso delle complicanze del diabete nella nostra comunità che getta un'ombra così grande in termini di tassi di mortalità, disabilità e impatto sul sistema sanitario, dobbiamo avere più istruzione e sostegno per le persone che vivono con il diabete, così come per gli operatori sanitari che trattano la condizione.
Per le persone con DT2, è particolarmente importante un monitoraggio attento di altre malattie, come il cancro, attraverso programmi di screening. E, oltre a gestire i loro livelli di zucchero nel sangue, è essenziale che le persone con DT2 siano supportate per mantenere entro livelli sani i fattori di rischio per le complicanze, come la pressione sanguigna e il colesterolo.
Dieta sana e attività fisica regolare sono un buon punto di partenza.
Fonte: Rachel Climie (fisiologa dell'esercizio, ricercatrice) e Jonathan Shaw (vice direttore del Baker Heart and Diabetes Institute)
Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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