Il distanziamento sociale sta rapidamente diventando un modo di vivere nell'Australia che combatte lo scoppio del COVID-19.
Questo è particolarmente importante per proteggere i membri più anziani e disabili della nostra comunità, che vivono nelle case di cura per anziani. In queste strutture, la vita in comune, le malattie croniche e l'età avanzata si combinano rendendo di gran lunga più grave la minaccia rappresentata dal COVID-19.
Questa settimana, il governo federale ha emesso linee guida per proteggere ulteriormente gli anziani dal COVID-19. I visitatori sono invitati a stare lontano quando non stanno bene e di assicurarsi di seguire i consigli per una corretta igiene, ma le nuove restrizioni vanno anche oltre:
- non più di due visitatori per ospite al giorno;
- no bambini sotto i 16 anni;
- nessun visitatore 'non essenziale', come parrucchieri, professionisti affini al settore sanitario, musicisti e volontari;
- le visite dovrebbero avvenire nella camera dell'ospite o all'aperto.
Impatto della solitudine e dell'isolamento
Gli standard per la qualità dell'assistenza gli anziani più recenti, fissati dalla Aged Care Quality and Safety Commission, richiedono che le persone anziane nelle strutture per anziani abbiano un impegno sociale adeguato. La socializzazione ridotta, a causa del COVID-19, può avere un effetto deleterio sulla salute e il benessere di questi residenti.
Le persone anziane nelle strutture per anziani hanno già il doppio delle probabilità di sperimentare solitudine di quelli che vivono all'esterno nella società.
Molti residenti di strutture per anziani si sentono socialmente isolati, anche se vivono in contesti comunitari. Alcune ricerche hanno dimostrato che molti ospiti di strutture per anziani hanno pochi visitatori, anche se abbiamo bisogno di più ricerca per capire i veri livelli delle visite.
La solitudine è associata anche a esiti negativi di salute fisica e mentale, come ipertensione, malattie cardiovascolari, disabilità, declino cognitivo, depressione e mortalità precoce.
Sappiamo che fino alla metà dei residenti nelle strutture residenziali per anziani hanno sintomi significativi di depressione e due terzi hanno deficit cognitivo. È sempre più evidente che le persone anziane che sono sole o isolate possono anche avere un rischio più alto di esacerbare l'insorgenza e la traiettoria della demenza e dell'Alzheimer.
Anche l'interruzione delle routine familiari e rituali, derivanti da attività ridotte e dal minore accesso alle parti comuni, possono avere un effetto negativo, in particolare per le persone con demenza. Anche questo può ridurre la loro qualità di vita.
Mantenere connessioni al tempo del coronavirus
Allora, che cosa possiamo fare per migliorare la salute mentale dei residenti durante questa epidemia, quando l'accesso dei visitatori sarà ancora più ridotto?
Per cominciare, le attività come la terapia della reminiscenza e la musicoterapia hanno dimostrato di aiutare con la solitudine e la depressione. Anche i programmi intergenerazionali che coinvolgono visite da parte di studenti della scuola secondaria, come l'iGEN, possono ridurre l'isolamento e la solitudine e supportare le connessioni più ampie nella comunità. Questi dovranno essere modificati durante l'epidemia coronavirus, a causa delle restrizioni sui visitatori non essenziali.
Allo stesso modo, la ricerca mostra che anche l'amichevolezza - che coinvolge volontari che visitano una persona anziana settimanalmente per chiacchierare su argomenti di comune interesse - può aiutare i residenti ad affrontare la depressione, l'ansia e la solitudine.
Secondo le nuove linee guida sul COVID-19, abbiamo anche bisogno di esplorare modi creativi per mantenere l'impegno su tali programmi. La tecnologia, come ad esempio Zoom, Skype and FaceTime, per esempio, è in grado di supportare le persone anziane nelle case di riposo per restare in contatto con la famiglia e gli amici in modo significativo.
L'uso di smartphone in ambienti assistenziali per anziani è già stato associato con un maggiore sostegno sociale, sia per i residenti che per le loro famiglie, aiutandoli a sentirsi più vicini e rassicurati.
Quando non è disponibile la tecnologia, dei gesti semplici come una chiacchierata normale al telefono possono dare una spinta significativa al benessere di un residente.
Altre strategie includono l'invio agli ospiti delle strutture assistenziali di playlist, adattate alla persona, con brani musicali, lettere, foto e cartoline che usano caratteri grandi, per aiutare a tenere alto il morale. Il karaoke virtuale è un'altra soluzione creativa. La Dementia Alliance International ha creato una serie di risorse online per gli anziani, che includono anche visite virtuali ai musei e gallerie.
La sfida, tuttavia, è un urgente bisogno di aumentare l'assorbimento di tecnologia all'interno del settore assistenza agli anziani. Ci sono alcuni programmi federali, come “Be Connected”, che addestra gli anziani a usare la tecnologia, ma sono necessarie maggiori risorse.
Più assistenza al personale di assistenza agli anziani
Gran parte del divario del sostegno sociale a causa delle restrizioni ai visitatori dovrà essere colmato da infermieri e operatori di assistenza personale. Il governo federale ha annunciato ulteriori finanziamenti per potenziare l'organico e la formazione durante la crisi COVID-19, che sarà essenziale per sostenere una forza lavoro già sovraccarica.
La consistenza della forza lavoro è vitale per supportare la salute e il benessere dei residenti. La nostra ricerca dimostra che gli ospiti apprezzano notevolmente la capacità di sviluppare la familiarità, la fiducia e il rapporto con il personale in prima linea.
I fornitori di assistenza agli anziani devono anche sostenere il loro personale nella crisi. Alcuni stanno alzando il morale con programmi innovativi come la campagna via email “Supporta il personale” della Baptist Care, che permette ai familiari di residenti e al pubblico generale di inviare messaggi edificanti al personale.
Bilanciare la necessità di protezione e la connessione
È di vitale importanza rispettare i diritti degli ospiti in questo periodo impegnativo, e offrire loro il massimo controllo possibile sulle scelte.
Anche se limitare le visite faccia a faccia è per il bene collettivo, devono essere offerte delle alternative. Le politiche e gli operatori del governo dovranno muoversi nel delicato equilibrio tra la protezione degli anziani da COVID-19 e i loro diritti di impegno sociale.
C'è un lato positivo possibile nella crisi attuale. Il senso di urgenza creato dai nostri tentativi di allontanare il COVID-19 può portare a soluzioni innovative per affrontare la solitudine nei contesti dell'assistenza agli anziani, e a miglioramenti di più lunga durata nel campo della salute mentale degli ospiti.
Fonte: Bridget Laging PhD (ricercatrice Australian Catholic University) e Colleen Doyle (ricercatrice National Aging Research Institute)
Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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