Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'intestino potrebbe decidere se avrai o no l'Alzheimer

microbiome

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia cronica neurodegenerativa associata con declino cognitivo che riguarda dal 50% al 70% dei 25 milioni di pazienti in tutto il mondo che soffrono di demenza.


La malattia colpisce il 4,4% delle persone dopo i 65 anni e il 9,7% dopo i 70; i numeri raddoppiano circa ogni 5 anni dopo i 65 (Ref. 1). Il MA a insorgenza precoce (o familiare) prima dei 65 anni è molto raro, ha un tasso dall'1% al 5% appena (dei casi di malattia). La maggior parte dei pazienti con MA sviluppa la malattia dopo i 65 anni.


Le cause esatte e la natura fisiopatologica della malattia sono attualmente intensamente sotto inchiesta. Uno degli eventi patologici più riconosciuti per la causa e il progresso del MA è l'aggregazione della proteina amiloide-beta (Aβ) nel cervello. Questa proteina ha molte funzioni nel cervello e anche nell'intestino. La scomposizione errata della proteina porta ​a infiammazione, eccitotossicità, grovigli neurofibrillari, placche amiloidi, e in ultima analisi, alla morte cellulare e alle anomalie cognitive e comportamentali.


Di recente, è emersa una connessione tra la flora intestinale e il MA che può spiegare (almeno in parte) questa patologia. Nello specifico, l'aumento dei livelli di Bacteroides (batteri benefici per l'uomo) e calo di quelli di Firmicutes e Actinobacteria (principalmente Bifidobacterium) nel microbioma dell'intestino sono due cambiamenti associati al MA (Ref. 2).


In uno studio, i ricercatori hanno quantificato il microbioma associato con il MA. Essi hanno caratterizzato la composizione tassonomica batterica dei campioni di feci dei partecipanti con e senza MA. E hanno scoperto che i partecipanti con MA hanno un microbioma intestinale meno diversificato rispetto a controlli con corrispondente età e sesso (Ref. 2).


È interessante notare che i cambiamenti in questi stessi batteri (Firmicutes e Bacteroidetes) sono stati associati anche a disturbi come il diabete di tipo 2, l'obesità e il Parkinson. Sia il diabete che l'obesità sono fattori di rischio per il MA. Ciò implica indirettamente che gli antibiotici che manipolano il microbioma intestinale possono alterare lo sviluppo di MA.


Alcuni studi sugli animali hanno dimostrato proprio questo! In uno studio su un topo modello, gli antibiotici hanno cambiato la diversità del microbioma intestinale (Ref. 3). I cambiamenti conseguenti nell'intestino hanno diminuito gli accumuli di Aβ e diminuito la neuroinfiammazione nelle regioni del cervello colpite dalla placca.


Anche la flora intestinale è una fonte importante di amiloidi. Anche se l'amiloide intestinale differisce da quella del sistema nervoso centrale, essa ha somiglianze (ricorda che l'accumulo di proteine amiloidi nel cervello è un meccanismo chiave nello sviluppo del MA). Una possibilità intrigante è che le proteine ​​amiloidi batteriche nell'intestino possano dare l'innesco al sistema immunitario. La risposta potenziata del sistema immunitario all'intestino può portare ad un aumento delle proteine amiloidi nel cervello (Ref. 4), che a sua volta può preparare la strada allo sviluppo del MA.


Il sistema nervoso enterico è un sistema nervoso separato presente nell'intestino. È dedicato al funzionamento gastrointestinale. Il sistema enterico comunica con il cervello attraverso diversi meccanismi, che comprendono i neurotrasmettitori (la serotonina è prodotta prevalentemente nell'intestino). Il sistema nervoso enterico fornisce all'intestino la possibilità di modulare le funzioni e le malattie del cervello. Ad esempio, nell'80% dei pazienti con Parkinson (PD), la disfunzione gastrointestinale precede la disfunzione motoria (Ref. 4).


In questo modo, i problemi intestinali possono diventare marcatori precoci per le patologie cerebrali. In studi su animali, i topi con mutazioni nel gene legato all'Aβ, mostrano un accumulo di amiloide (proprio come gli esseri umani con MA), infiammazione e problemi gastrointestinali (Ref. 5).


Il collegamento proposto tra intestino e MA è pertinente alla luce dell'aumento dei problemi legati all'intestino, come la permeabilità intestinale, l'infiammazione intestinale e il microbioma alterato. Il lato positivo è che questa connessione può anche puntare a bersagli terapeutici per il MA.


Alcuni trattamenti promettenti includono la riduzione dell'infiammazione, l'aumento dei batteri intestinali buoni (con integratori di probiotici), la diminuzione dei batteri nocivi, la protezione della barriera intestinale e il blocco di eventuali sostanze che irritano l'intestino.


In uno studio clinico che ha impiegato alcuni di questi obiettivi, gli integratori di probiotici a base di lattobacilli e Bifidobacteria hanno migliorato in modo significativo i punteggi Mini-Mental State Examination in pazienti di MA (Ref. 6). Un trattamento potenziale più provocatorio è il trapianto di microbioma fecale da donatori giovani sani agli anziani. Infine, una dieta sana anti-infiammatoria, ricca di probiotici, sembra essere una panacea preventiva per molti disturbi.

 

 

 


Fonte: Marwa Azab PhD, prof.ssa aggiunta di psicologia e sviluppo umano alla California State University di Long Beach.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. C. Qui, M. Kivipelto, E. von Strauss. Epidemiology of Alzheimer's disease: Occurrence, determinants, and strategies toward intervention. Dialogues in Clinical Neuroscience, 2009, PubMed
  2. Nicholas M. Vogt, Robert L. Kerby, Kimberly A. Dill-McFarland, Sandra J. Harding, Andrew P. Merluzzi, Sterling C. Johnson, Cynthia M. Carlsson, Sanjay Asthana, Henrik Zetterberg, Kaj Blennow, Barbara B. Bendlin & Federico E. Rey. Gut microbiome alterations in Alzheimer's disease, Scientific Reports, 2017, DOI
  3. Myles R. Minter, Can Zhang, Vanessa Leone, Daina L. Ringus, Xiaoqiong Zhang, Paul Oyler-Castrillo, Mark W. Musch, Fan Liao, Joseph F. Ward, David M. Holtzman, Eugene B. Chang, Rudolph E. Tanzi & Sangram S. Sisodia. Antibiotic induced perturbations in gut microbial diversity influences neuro-inflammation and amyloidosis in a murine model of Alzheimer's disease. Scientific Reports, 2016, DOI
  4. K. Kowalski, A. Mulak. Brain-Gut-Microbiota Axis in Alzheimer's Disease. Journal of Neurogastroenterology and Motility, 31 Jan 2019, DOI
  5. A. Chalazonitis, M. Rao. Enteric nervous system manifestations of neu rodegenerative disease. Brain Research, 2018, DOI
  6. Elmira Akbari, Zatollah Asemi, Reza Daneshvar Kakhaki, Fereshteh Bahmani, Ebrahim Kouchaki, Omid Reza Tamtaji, Gholam Ali Hamidi and Mahmoud Salami, et al. Effect of probiotic supplementation on cognitive function and metabolic status in Al- zheimer’s disease: a randomized, double-blind and controlled trial. Frontiers of Aging Neuroscience, 10 Nov 2016, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.