Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cos'è il BAN2401?

Cos'è il BAN2401?Cos'è il BAN2401?

Il BAN2401 è un farmaco sperimentale, un anticorpo monoclonale (cellula derivata o formata da un singolo clone) progettato per il morbo di Alzheimer (MA) risultato da un'alleanza strategica di ricerca tra la Eisai, azienda farmaceutica giapponese e la BioArtic, società di ricerca biofarmaceutica intensiva svedese.


Il BAN2401 è in fase di sviluppo clinico come possibile trattamento per le persone con decadimento cognitivo lieve o MA lieve, in quanto punta le placche di amiloide, caratteristica centrale nella progressione del MA e nella distruzione delle cellule cerebrali.


Il BAN2401 è stato concesso in licenza alla Eisai che in marzo 2014 ha stipulato un accordo di collaborazione con la Biogen, società biotecnologica di Boston, per lo sviluppo congiunto di questo anticorpo terapeutico.


Alla conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association di luglio, Eisai e Biogen hanno annunciato i risultati di un esperimento clinico di Fase II di 18 mesi con BAN2401. I risultati hanno dato speranza ai malati di MA e ai loro caregiver.


Il MA è l'unica causa di morte tra le prime 10 malattie che non può essere prevenuta, curata o addirittura rallentata, secondo l'associazione.


Con lo studio BAN2401, i ricercatori hanno cercato di trovare un farmaco in grado di invertire, arrestare o addirittura rallentare la progressione di questo disordine devastante. Lo studio punta i depositi di amiloide nel cervello.


Nel MA i neuroni si deteriorano e alla fine muoiono per due tipi di proteine ​​normali che iniziano ad accumularsi in grandi quantità nella corteccia cerebrale del cervello:

  • il primo tipo è l'amiliode-​beta che, se non viene eliminata dal cervello, inizia a circondare le cellule cerebrali in modo massiccio, causando infiammazione e intasamento delle sinapsi, che interrompono la neurotrasmissione, e alla fine le cellule cerebrali muoiono;
  • il secondo è la ​​tau che forma fibrille contorte chiamate 'grovigli'; queste proteine ​​tau si formano all'interno del neurone, portando alla degenerazione.


Gli scettici di questo studio di ricerca ammettono che il BAN2401 fa un buon lavoro per eliminare o ridurre queste placche di amiloide-beta dal cervello, in questo modo rallentando significativamente il declino clinico della persona colpita.


Tuttavia, secondo un articolo di Clifton Leaf su Fortune.com di luglio, "questo approccio non sembra spingere l'interruttore dell'Alzheimer, facendo sì che molti nel campo dubitino che l'antica e vantata 'ipotesi amiloide' sia quella giusta (da puntare)".


All'inizio dell'anno, c'erano non meno di 32 studi di ricerca investigativa che puntavano le placche amiloidi in esperimenti clinici medi/avanzati, secondo Jeffrey Cummings e i suoi colleghi del Lou Ruvo Center for Brain Health della Cleveland Clinic.


Nel suo articolo Leaf ha detto che il tasso di insuccesso per i farmaci di Alzheimer è del 99,6% e che sono praticamente falliti tutti i tentativi di attaccare o ridurre le placche di amiloide negli studi.


Il BAN2401 continua nella ricerca sperimentale, ma ci vorranno ancora molti anni prima di completare lo sviluppo clinico e ottenere l'approvazione dalla Food and Drug Administration.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.