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Cosa mi ha insegnato la nonna con Alzheimer sulla bellezza dei ricordi



grandma diane danLa nonna da giovane con la mamma e lo zioEro in piedi nella spaziosa stanza d'ospedale accanto al letto di mia nonna, passando nervosamente da un piede all'altro.


Passavo il tempo con sguardi ansiosi sopra la spalla per assicurarmi che mio figlio di 5 anni si stesse comportando bene. Non ero abbastanza sicura di cosa fare o dire.


La mia amata nonna, di 90 anni, sembrava troppo piccola e fragile in quel letto. Si era rotta l'anca sinistra alcuni giorni prima e aveva avuto un intervento chirurgico; in quel momento si stava ancora riprendendo dalla rottura dell'anca destra di appena due mesi prima.


Aggiungi l'Alzheimer al mix, e la mia famiglia era preoccupata. La mente della nonna in genere è 'a posto', ma lei diventa più confusa quando è fuori dal suo appartamento nella struttura di vita assistita, lontano dal suo ambiente normale. E rompersi entrambe le anche in due mesi? Aveva recuperato abbastanza bene dalla prima ... ma un secondo buon recupero da un'anca rotta era chiedere troppo per una 90-enne con Alzheimer?


Questi sono i pensieri che mi correvano per la testa, mentre mia nonna giocherellava ossessivamente con il lenzuolo che la copriva. Questa è una cosa arrivata con la sua malattia, l'armeggiare e giocherellare con indumenti, coperte, bende, ecc. Non riuscivo a capire quello che stava cercando di fare.


"Nonna, posso aiutarti con il lenzuolo?" gridai, perché non voleva portare l'apparecchio acustico. "Cosa stai cercando di fare?". Ha smesso di giocherellare e mi ha fatto cenno di avvicinarmi.


"Quelle ragazze stanno facendo cose stupide e mi hanno messo sopra questo abito", mi ha sussurrato di nascosto, indicando il camice da ospedale, "ed è PROPRIO trasparente!". Paranoia, un altro dei 'doni' dell'Alzheimer. Non volendo sentirsi come nuda, stava cercando di tenere il lenzuolo proprio per quello e usarlo per coprire il suo camice di ospedale (che non era assolutamente trasparente).


"Lascia che ti aiuti", ho detto. Con attenzione ho staccato la coperta e ho tolto il lenzuolo dal letto. Poi l'ho piegato a metà, e a metà ancora, fino a quando era circa il doppio della larghezza del suo corpo. Poi l'ho dolcemente messo sul suo petto e l'ho infilato intorno a lei.


Lei mi ha fatto un piccolo sorriso.


***********

Mia nonna per me è ciò che tutte le nonne dovrebbero essere per i loro nipoti: una fonte incredibile di amore incondizionato, compagna instancabile dei giochi d'infanzia, cuoca di cibi deliziosi, ed esempio brillante di duro lavoro e di gioia di servire gli altri.


E anche se lei è ancora con noi, mi manca quello che non avremo mai più a causa dell'età e dell'Alzheimer. Ma serbo nel cuore oltre misura il fatto che questo l'abbiamo avuto, e che ora, sono io quella che può amare lei anche quando lei non è se stessa, che può contribuire a soddisfare i suoi bisogni fisici, che può ricavare gioia con una visita o dei fiori o facendo in modo che si senta coperta in ospedale.


Si tratta di un privilegio.


**********

La nonna si guarda intorno nella stanza (è atipicamente enorme come stanza d'ospedale) e mi chiede se vedo l'uomo con i capelli bianchi in piedi in un angolo, sulla punta dei piedi. Non c'è nessun uomo: è un'allucinazione dell'Alzheimer. La nonna le ha abbastanza spesso, ma di solito non sono sconvolgenti.


"No, io non lo vedo, la nonna", dico, "ti disturba?". "No, non mi disturba, solo che non so cosa sta facendo".


Decido di cambiare argomento. Questo è il modo in cui affronto l'Alzheimer quando non so cosa fare. Brillante, vero? Bene, questa volta HA finito per essere brillante ... perché quando ho cambiato argomento, mia nonna mi ha dato un'altra lezione profonda di vita. E NON l'ho vista arrivare.


Ho deciso che il nostro nuovo argomento di discussione sarebbe stata sua figlia, mia madre Diane, che non si era fatta vedere per alcuni giorni. Mia mamma è dedicata a sua mamma e le fa male non essere qui, ma lei stessa aveva avuto un intervento chirurgico molto necessario solo il giorno prima. Abbiamo deciso di dire alla nonna che la mamma aveva troppo male alla schiena per guidare la macchina. E' per farla facile.


"La mamma vuole farti sapere che non poteva venire oggi perché la schiena le fa troppo male", dissi, "ma ti vedrà quando torni a casa".


"La schiena le fa male?"
. La nonna ha fatto una smorfia con un po' di preoccupazione per la figlia. Poi ha distolto lo sguardo per un lungo momento, pensando. Lentamente ha voltato la testa verso di me e ha guardato verso di me con i suoi occhi marroni limpidi. Erano chiari, e un po' supplicanti, ma non erano affatto confusi.


"Dov'è mia mamma?", disse, inclinando la testa da un lato. Ho sentito il petto stringersi un po'. Voleva dire la mia mamma, sua figlia, della quale le avevo appena parlato? "Mia mamma è a casa, nonna. La schiena le fa troppo male oggi per venire".


"No, mia mamma", Ha detto. "Dov'è la mia mamma?". Il mio fiato è rimasto in gola. Un battito, poi un altro. Cosa dico? Mi sono avvicinata al letto, mi sono appoggiata un po'. Dovevo informare la nonna che sua madre era morta? Come dare quel tipo di notizie ... di nuovo? Sarebbe stato così duro per lei come lo era stato quando era realmente accaduto? Era morta nel 1950, quando la nonna era una giovane mamma essa stessa.


"Nonna", dissi gentilmente, ma a voce alta perché volevo assicurarmi che sentisse, "Hai 90 anni. Quindi tua mamma non è più con te". "Lei non è più con me?". Ho trattenuto il respiro di nuovo. Aveva capito il significato, o era troppo astratto? Fece una pausa. "Non ricordo la sua morte".


"È stato tanto tempo fa. Quando i tuoi figli erano piccoli". "Oh". Lei ha girato la testa dall'altra parte. Un'altra pausa, poi si è girata di nuovo verso di me. In quel momento mio zio è entrato  nella stanza, e l'imbarazzo era diffuso. L'attenzione della nonna si è spostata su di lui, e la perdita di sua madre è stata dimenticata, per il momento.


Ma quello che mi ha insegnato in quel momento, lo ricorderò per sempre. Vorrei solo aver potuto dirle che la vera risposta a "Dov'è la mia mamma?" è "nel tuo cuore".


Poco dopo ho dovuto congedarmi, prendere gli altri miei bambini alla fermata dell'autobus. Prima di farlo, ho chinato e baciato le guance pallide e rugose della nonna e ho detto, "Ti amo". "Ti amo anch'io, tesoro", ha detto.


E' un privilegio poterglielo dire, e sentirlo ricambiato.


***********

Nella mia macchina, con mio figlio legato dietro, ero finalmente libera di lasciare andare il peso del nostro scambio. Le emozioni della visita, l'intervento chirurgico di mia madre del giorno prima, questa settimana da manicomio, entrambi i nonni materni prostrati in un letto d'ospedale, infine hanno tirato fuori il meglio di me. Le lacrime scorrevano sulle guance e le parole giravano più e più volte nella mia mente: "Dov'è la mia mamma?".


L'aveva detto due volte. Voleva farmelo capire. Voleva la sua mamma. Lei era rotta, ferita, bisognosa di cure in una stanza d'ospedale, ferita, ammalata, e voleva sua mamma. Suo figlio era lì, io ero lì, gli altri nipoti e pronipoti avevano riempito la sua stanza con la loro presenza, fiori, palloncini, e amore.


Ma l'Alzheimer aveva fatto venire a galla il suo bisogno vero, fondamentale. "Dov'è la mia mamma?". E' nel tuo cuore, nonna. Lei sarà sempre nel tuo cuore.


********

Le madri, questo è ciò che mi ha insegnato mia nonna 90-enne quel giorno: i tuoi figli ti amano tenacemente. E ti desiderano. Molto tempo dopo che te ne sei andato/a da questa terra, avranno ancora voglia di te. Solo di te. Dio ti ha fatto per loro e loro per te e ci sono poche cose che possono lacerare quel legame se lo nutri.


E qual è la verità? Anche se non lo nutri, è difficile rompere il desiderio che ti viene dall'essere nato da una persona. Ti vogliono. Non importa cosa. Sempre. Sei nel loro cuore.


Grazie, nonna, per avermi mostrato quello che spesso mi perdo nelle esigenze quotidiane di crescita dei figli. I miei figli non solo hanno bisogno di me, mi amano e vogliono stare con me. Io sarò lì per loro con ogni fibra del mio essere, per tutto il tempo che il Signore mi dà respiro.


Non importa cosa. Sempre. Con tutto il mio cuore.

 

 

 


Fonte: Jenny Rapson in For Every Mom (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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