Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dolcificanti artificiali potrebbero danneggiare l'intestino e i microbi che vivono lì

Con i miei colleghi ho scoperto che un dolcificante artificiale chiamato neotamo può causare danni significativi all'intestino, e li fa in due modi: abbattendo lo strato di cellule che rivestono l'intestino, e inducendo ad ammalarsi i batteri intestinali che prima erano sani, con il risultato che invadono la parete intestinale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, è il primo a mostrare questo doppio effetto negativo del neotamo sull'intestino, con conseguenti danni simili a quelli osservati nella malattia infiammatoria intestinale e nella sepsi.


Per ridurre l'obesità infantile, esattamente sei anni fa, il governo del Regno Unito ha introdotto un prelievo al settore delle bevande analcoliche. Questa 'tassa dello zucchero' (sugar tax) richiede il pagamento di una imposta per qualsiasi bevanda analcolica, per cui i produttori hanno aggiunto circa 84 centesimi di Euro per bottiglia da 3 litri di bibite.


Da quando è stato introdotto il prelievo, c'è stata una riduzione di quasi il 50% del contenuto medio di zucchero nelle bevande analcoliche. Mentre la riduzione del contenuto di zucchero affronta sicuramente l'obesità infantile, non dà la stessa percezione di gusto dolce al quale i consumatori sono abituati nella loro dieta. È qui che i dolcificanti artificiali possono fare davvero la differenza.


I dolcificanti artificiali sono composti chimici fino a 600 volte più dolci dello zucchero con pochissime calorie (se presenti) e sono economici e facili da usare per i produttori. I dolcificanti artificiali tradizionali, come aspartame, sucralosio e acesulfame potassio (acesulfame K) sono presenti da molti anni in una vasta gamma di cibi e bevande per aumentare il gusto dolce senza aggiungere calorie o costi significativi.


Tuttavia, negli ultimi anni, ci sono state polemiche sul settore. Diversi studi hanno suggerito potenziali danni alla salute associati al consumo di questi dolcificanti, che vanno dalla malattia gastrointestinale alla demenza. Sebbene nessuno di questi danni sia stato dimostrato, ha spianato la strada allo sviluppo di nuovi dolcificanti per cercare di evitare eventuali problemi di salute.


Questi dolcificanti di prossima generazione sono fino a 13.000 volte più dolci dello zucchero, non hanno calorie e nessun retrogusto (una lamentela comune per i dolcificanti tradizionali). Un esempio di questo nuovo tipo di dolcificante è il neotamo, sviluppato in alternativa all'aspartame con l'obiettivo di essere una versione più stabile e dolce del dolcificante tradizionale.


È molto stabile ad alte temperature, quindi è un buon additivo per i prodotti da forno. Viene anche usato nelle bevande analcoliche e nelle gomme da masticare. È stato approvato in oltre 35 paesi, incluso il Regno Unito, sebbene l'agenzia europea per la sicurezza alimentare stia attualmente rivedendo il dolcificante nell'ambito di una serie di valutazioni del rischio basate sull'evidenza di alcuni dolcificanti. Nonostante si sia dimostrato che il neotamo cambia il profilo dei batteri intestinali, pochissime ricerche hanno esaminato il suo effetto a livello cellulare.

 

Uccide le celle che foderano la parete intestinale

Il nuovo studio che ho condotto con i miei colleghi mirava a colmare questa lacuna di conoscenza. Abbiamo usato un modello cellulare dell'intestino umano e dei batteri modello presi dal microbiota intestinale umano per studiare come il neotamo consumato nella dieta potrebbe influire sulla salute dell'intestino.


Abbiamo scoperto che, a concentrazioni più elevate, il neotamo può uccidere le cellule che foderano la parete intestinale e, a concentrazioni più basse, il dolcificante può far sì che l'intestino diventi più prono alle perdite. Entrambi questi effetti potrebbero comportare infiammazione nell'intestino, che è collegata alla malattia infiammatoria intestinale e alla sepsi.


Abbiamo scoperto che l'esposizione delle cellule intestinali umane a un'assunzione quotidiana accettabile di neotamo, come previsto dalle agenzie di sicurezza alimentare, provoca la morte delle cellule. Tuttavia, vale la pena notare che, poiché il neotamo è così intensamente dolce, è improbabile che una persona consumi abbastanza dolcificante nella sua dieta quotidiana da raggiungere questa quantità. A concentrazioni più basse di neotamo, quelle più comuni nella dieta, abbiamo comunque scoperto che una rottura della barriera intestinale era sufficiente per essere associata ad una maggiore possibilità di infezione nel corpo.


Nei modelli di batteri intestinali, un tipo di E coli ed E faecalis, il neotamo non ha ucciso i batteri, ma ha aumentato la loro capacità di formare 'biofilm'. Quando i batteri formano un biofilm, si raggruppano insieme in un meccanismo protettivo che li rende più resistenti agli antibiotici. Il nostro studio mostra anche che il neotamo aumenta la capacità dell'E coli di invadere e uccidere le cellule intestinali umane.


Questi risultati sono molto simili a quelli con dolcificanti tradizionali, come sucralosio e aspartame, in termini di effetto sui batteri intestinali e sulle cellule intestinali umane. Ciò suggerisce che i dolcificanti di prossima generazione potrebbero non essere la soluzione che si sperava.


Quindi siamo ancora bloccati con la domanda fastidiosa: come possiamo goderci un sapore dolce nella nostra alimentazione senza i danni alla salute che sembrano dare gli zuccheri, e ora i dolcificanti?

 

 

 


Fonte: Havovi Chichger (docente Anglia Ruskin University) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)