Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché il cervello ci impedisce di imparare dai nostri errori e cosa fare al riguardo

The restaurant that makes mistakes"Il ristorante che fa errori" di Tokio.

Tu impari dai tuoi errori. O per lo meno, questo è stato detto alla maggior parte di noi. Ma la scienza mostra che spesso non riusciamo a imparare dagli errori del passato. Al contrario, è probabile che continuiamo a ripeterli.


Cosa intendo per errori qui? Ad esempio, penso che siamo tutti d'accordo sul fatto che impariamo rapidamente che se mettiamo la mano su una stufa calda, ci scottiamo, e quindi è improbabile che ripetiamo di nuovo questo errore. Questo perché il nostro cervello crea una risposta alla minaccia proveniente dagli stimoli fisici dolorosi basati su esperienze passate.


Ma quando si tratta di pensiero, di schemi comportamentali e di processo decisionale, spesso ripetiamo gli errori, come essere in ritardo agli appuntamenti, affrontare i compiti solo all'ultimo momento o giudicare le persone in base alla prima impressione. Il motivo può risiedere nel modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni e crea modelli a cui ci riferiamo ancora e ancora. Questi modelli sono essenzialmente scorciatoie, che ci aiutano a prendere decisioni nel mondo reale. Ma questi collegamenti, chiamati 'euristici', possono anche farci ripetere i nostri errori.


Come scrivo nel mio libro Sway: Unravelling Unconscious Bias (ondeggiare, vacillare: svelare distorsioni inconsce), gli umani non sono naturalmente razionali, anche se vogliamo credere di esserlo. Il sovraccarico di informazioni è estenuante e confondente, quindi filtriamo il rumore.


Vediamo solo alcune parti del mondo. Tendiamo a notare cose che si ripetono, che ci siano schemi o meno, e tendiamo a preservare la memoria generalizzando e ricorrendo al tipo. Traiamo anche conclusioni da dati sparsi e utilizziamo collegamenti cognitivi per creare una versione della realtà a cui vogliamo implicitamente credere. Questo crea un flusso ridotto di informazioni in entrata, che ci aiuta a collegare punti e colmare le lacune con cose che già conosciamo.


Alla fine, il nostro cervello è pigro e servono molti sforzi cognitivi per cambiare il copione e questi collegamenti che abbiamo già costruito. E quindi abbiamo maggiori probabilità di ricadere sugli stessi schemi di comportamenti e azioni, anche quando siamo consapevoli di ripetere i nostri errori.


Questo si chiama 'distorsione di conferma': la nostra tendenza a confermare ciò in cui crediamo già, piuttosto che modificare la nostra mentalità per incorporare nuove informazioni e idee. Spesso usiamo l'«istinto di pancia» (intuizione), un tipo di pensiero automatico e subconscio che attinge dall'accumulo di esperienze passate mentre si formano giudizi e decisioni in nuove situazioni.
A volte ci leghiamo a determinati schemi di comportamento e ripetiamo i nostri errori a causa di un 'effetto ego' che ci costringe a restare fermi sulle nostre convinzioni esistenti. È probabile che scegliamo selettivamente le strutture e la reazione che ci aiutano a proteggere il nostro ego.


Un esperimento ha scoperto che quando alle persone si ricordano i loro successi del passato, avevano maggiori probabilità di ripetere quei comportamenti di successo. Ma quando erano consapevoli o attivamente resi consapevoli dei loro fallimenti del passato, avevano meno probabilità di ribaltare il modello di comportamento che aveva portato al fallimento. Quindi le persone in realtà probabilmente avrebbero ripetuto quel comportamento.


Questo perché, quando pensiamo ai nostri fallimenti passati, è probabile che ci sentiamo giù di morale. E in quei momenti, abbiamo maggiori probabilità di indulgere nel comportamento familiare, che ci fa sentire a nostro agio. Anche quando pensiamo attentamente e lentamente, il nostro cervello ha una distorsione nei confronti delle informazioni e dei modelli che avevamo usato in passato, indipendentemente dal fatto che questi abbiano provocato errori. Questo è chiamato 'distorsione (bias) di familiarità'.


Però possiamo imparare dagli errori. In un esperimento, scimmie e umani dovevano guardare punti rumorosi che si muovendo su uno schermo e giudicare la direzione netta del loro movimento. I ricercatori hanno scoperto che entrambi hanno rallentato dopo un errore. Più grande era l'errore, più lungo era il rallentamento post-errore, una indicazione che erano state accumulate ulteriori informazioni. Tuttavia, la qualità di queste informazioni era bassa. Le nostre scorciatoie cognitive possono costringerci a sovrascrivere qualsiasi nuova informazione che potrebbe aiutare a prevenire la ripetizione degli errori.


In effetti, se commettiamo errori durante l'esecuzione di un determinato compito, la 'distorsione di frequenza' rende probabile che li ripetiamo ogni volta che eseguiamo di nuovo quell'attività. In altre parole, il nostro cervello inizia a supporre che gli errori che abbiamo commesso in precedenza siano il modo corretto per eseguire un'attività: creando un 'percorso di errore' abituale. Quindi più ripetiamo gli stessi compiti, più è probabile che restiamo sul percorso di errore, fino a quando non si incorpora così profondamente da diventare un insieme di scorciatoie cognitive permanenti nel nostro cervello.

 

Controllo cognitivo

Sembra deprimente, quindi cosa si può fare? Abbiamo un'abilità mentale che può sovrascrivere scorciatoie euristiche: il 'controllo cognitivo'. E ci sono alcuni studi recenti sulla neuroscienza nei topi che ci stanno dando un'idea migliore di quali parti del nostro cervello sono coinvolte in questo.


I ricercatori hanno anche identificato due regioni cerebrali con 'neuroni di auto-monitoraggio degli errori', cellule cerebrali che monitorano gli errori. Queste aree sono nella corteccia frontale e sembrano far parte di una sequenza di fasi di elaborazione, dalla rifocalizzazione all'apprendimento dai nostri errori. I ricercatori stanno studiando se una migliore comprensione di questo potrebbe aiutare a sviluppare migliori trattamenti e supporto per l'Alzheimer, ad esempio, poiché conservare il controllo cognitivo è cruciale per il benessere in tarda età.


Ma anche se non abbiamo una perfetta comprensione dei processi cerebrali coinvolti nel controllo cognitivo e nell'auto-correzione, ci sono cose più semplici che possiamo fare.


Una è sentirsi più a proprio agio nel commettere errori. Potremmo pensare che questo sia l'atteggiamento sbagliato nei confronti dei fallimenti, ma in realtà è una via più positiva. La nostra società denigra fallimenti ed errori, e di conseguenza probabilmente ci vergogniamo dei nostri errori e cercheremo di nasconderli. Più ci sentiamo in colpa e vergognosi, più cerchiamo di nascondere i nostri errori agli altri, più è probabile che li ripetiamo. Quando non ci sentiamo così giù di morale per noi stessi, abbiamo maggiori probabilità di essere più bravi ad affrontare nuove informazioni che possono aiutarci a correggere gli errori.


Può anche essere una buona idea posticipare l'esecuzione di un compito che vogliamo imparare a fare di meglio. Riconoscere i nostri fallimenti e fare una pausa per considerarli può aiutarci a ridurre la distorsione di frequenza, il che renderà meno probabile ripetere i nostri errori e rafforzarne i percorsi.

 

 

 


Fonte: Pragya Agarwal, prof.ssa di disuguaglianze sociali e ingiustizia, Università di Loughborough

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)