Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Deficit del linguaggio spesso sono primi segni di afasia primaria progressiva

Cosa è l'afasia primaria progressiva?

L'afasia primaria progressiva (PPA) è un disturbo frontotemporale caratterizzato da perdite progressive nelle abilità del linguaggio, che include parlare, comprendere, leggere e scrivere.


La parola 'afasia' è un termine generale che definisce i deficit nelle funzioni linguistiche. La PPA è una sindrome neurologica causata dal restringimento dei lobi frontali, temporali o parietali del cervello, principalmente sul lato sinistro, e colpisce ogni individuo in modo diverso. La PPA non è il morbo di Alzheimer (MA).


I fattori di rischio più alti per la PPA includono una storia di difficoltà di apprendimento e la presenza di determinate mutazioni geniche. La condizione parte gradualmente, iniziando dalla difficoltà a trovare parole comuni mentre si parla o si scrive.


La memoria, il ragionamento e la percezione visiva di solito non sono interessati negli individui che hanno avuto inizialmente la diagnosi di PPA, e quindi l'individuo con la condizione può funzionare, per questi aspetti, piuttosto normalmente in molte attività di routine quotidiane. Man mano che la PPA avanza, la comunicazione verbale diventa difficile con ogni mezzo e altre capacità mentali e cognitive alla fine declinano.


I primi sintomi a essere notati nella PPA sono principalmente i deficit linguistici; tuttavia, ce ne sono anche altri. L'individuo potrebbe spesso esitare mentre cerca la parola giusta o verbalizzare in modo non coeso, con frasi che hanno le parole in ordine errato. Nella PPA è comune la sostituzione delle parole o dei nomi degli oggetti, così come l'uso di parole pronunciate male o incomprensibili.


C'è la mancanza improvvisa di comprensione di parole semplici e sebbene possa riconoscere gli altri individui, la persona con PPA non è in grado di pensare ai loro nomi. Nella PPA è prevalente la difficoltà a scrivere (es.: assegni o corrispondenza), e c'è anche la difficoltà a leggere e a seguire semplici istruzioni scritte. Gli individui con PPA hanno problemi anche con i calcoli e l'aritmetica, come dare un resto, sommare il denaro o lasciare la mancia al ristorante.


La PPA è più comune sotto i 65 anni di età, sebbene chiunque possa svilupparla, compromette le abilità mentali e la memoria e alcuni individui iniziano ad avere ulteriori condizioni neurologiche. Man mano che la condizione peggiora, l'individuo alla fine ha bisogno di assistenza nelle attività della vita quotidiana e nelle cure ordinarie.


Circa il 50% delle persone con PPA alla fine svilupperà problemi cognitivi o comportamentali coerenti con una sindrome di demenza più invasiva, come il MA o la demenza frontotemporale, in media dopo cinque anni.


Una volta diagnosticata la PPA, l'obiettivo principale del trattamento è migliorare la capacità di comunicare; pertanto, l'individuo può sottoporsi a interventi e terapie vocali che possono aiutarlo ad avere una qualità accettabile di vita.


Non ci sono farmaci specifici per questo disturbo, ma, visto che ha una probabilità del 30-40% di coesistere con il MA, i medici possono prescrivere farmaci di MA familiari come Aricept, Namenda o Exelon, sebbene nessuno di questi farmaci abbia dimostrato di migliorare la PPA. Poiché l'ansia e/o la depressione saranno presenti più avanti nel disturbo, per gestire tali sintomi possono essere prescritti dei farmaci.


I sintomi iniziano gradualmente, spesso prima dei 65 anni e peggiorano nel tempo. Le persone con afasia primaria progressiva possono perdere del tutto la capacità di parlare e scrivere e, infine, di comprendere la lingua scritta o parlata.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.