Molte persone vivono fino all'età avanzata più che in qualsiasi altro momento della storia, quindi la demenza sta aumentando costantemente in tutto il mondo, con conseguenze importanti per gli individui, le famiglie, la società e l'economia.
Il trattamento rimane in gran parte inefficace e gli aspetti della patofisiologia sottostante non sono ancora chiari. Ma ci sono buone prove che le malattie neurodegenerative - e la loro manifestazione come la demenza - non sono una conseguenza inevitabile dell'invecchiamento. Molte cause di demenza, comprese le infezioni virali, si possono prevenire.
Il Covid e le altre infezioni virali hanno un coinvolgimento centrale negli insulti al cervello e nella successiva neurodegenerazione. I pazienti ambulatoriali positivi al Covid hanno un rischio più che triplo di morbo di Alzheimer (MA) e più che doppio di Parkinson.
Uno studio su quasi tre milioni di individui ha riscontrato rischi di disturbi psichiatrici a seguito di infezione da Covid ritornata al basale dopo uno o due mesi. Ma altri disturbi, compresa la 'nebbia cerebrale' e la demenza, erano ancora più alti rispetto agli individui di controllo due anni dopo. Tra oltre 6 milioni di adulti over-65, quelli con Covid avevano a un rischio più elevato del 70% rispetto ai non infetti di una nuova diagnosi di MA entro un anno dal test positivo del Covid.
Più di 150.000 persone con Covid e 11 milioni di controlli sono stati coinvolti in uno studio sulle conseguenze a lungo termine dell'infezione acuta da Covid. Un anno dopo l'infezione, c'era un rischio complessivo più alto del 40% (altri 71 casi per 1000 persone) di disturbi neurologici, inclusi problemi di memoria (80% di rischio più elevato) e MA (rischio doppio). Questi rischi erano elevati anche tra quelli non ricoverati in ospedale per Covid.
Il SARS-COV-2, il virus che causa il Covid, può invadere il tessuto cerebrale. Anche altri virus possono causare danni diretti al cervello. Uno studio di quasi due milioni di persone ha mostrato che il rischio di MA era notevolmente più basso in coloro che erano stati vaccinati contro l'influenza.
Il costo della demenza
La demenza è caratterizzata da una funzione cognitiva che si deteriora progressivamente, coinvolgendo memoria, pensiero, orientamento, comprensione, linguaggio e giudizio, spesso accompagnati da cambiamenti nell'umore e nel controllo emotivo.
È una delle principali cause di disabilità tra gli anziani. La prevalenza mondiale supera i 55 milioni e ci sono quasi dieci milioni di nuovi casi all'anno. È la settima causa di morte. Nel 2019, il costo globale stimato della demenza è stato di 1,3 trilioni di dollari, in aumento. La forma più nota di demenza, il MA, è stata descritta per la prima volta nel 1907. La demenza è generalmente descritta con uno sviluppo in tre fasi:
- deterioramento della memoria, perdita del senso del tempo e perdersi in luoghi familiari;
- ulteriore deterioramento della memoria, dimenticare nomi ed eventi recenti, confusione in casa, perdere capacità comunicative e abitudini di cura personale, ripetere le domande, vagare;
- aumento della difficoltà a camminare, progredire verso l'inattività, perdita marcata di memoria che comporta il mancato riconoscimento di parenti e amici, disorientamento per tempo e luogo, cambiamenti nel comportamento, compresa la mancanza di cura personale, ed emersione di aggressività.
Trattamenti in gran parte senza successo
Non ci sono cure e nessun clamoroso trattamento terapeutico. La gestione comporta supporto a pazienti e assistenti per ottimizzare l'attività fisica, stimolare la memoria e trattare la malattia fisica o mentale che l'accompagnano. La demenza ha un impatto sproporzionato sulle donne, che rappresentano il 65% dei decessi per demenza e forniscono il 70% delle ore di assistenza.
Potremmo sapere meno sulla patologia della demenza di quanto crediamo: alcuni dati cruciali sono sotto analisi per una possibile manipolazione inappropriata. Ma conosciamo molte delle cause della demenza e quindi della sua prevenzione. Oltre alle infezioni virali, ci sono almeno altre quattro cause che contribuiscono: malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 (specialmente se non trattato), lesioni cerebrali traumatiche e alcol.
Il cervello ha il suo sistema immunitario: le cellule chiamate microglia. Queste hanno un ruolo nello sviluppo del cervello, rappresentano il 5-10% della massa cerebrale e si attivano in risposta ai danni e alla perdita di funzionalità. Sono anche implicate nel MA e la loro infiammazione ha dimostrato di essere centrale nella sua patologia.
La demenza è prevenibile
In assenza di un trattamento efficace, la prevenzione è un obiettivo importante. L'associazione con le infezioni virali significa che dovremmo prestare particolare attenzione alla disponibilità e all'assorbimento dei vaccini (per l'influenza, il Covid e per eventuali varianti future) e porre maggiore enfasi sulla lotta alla cattiva informazione sui vaccini.
L'associazione con l'aterosclerosi e l'ictus, nonché con il diabete, supporta la prevenzione primaria che coinvolge diete più sane (a base vegetale e a basso contenuto di sale e grassi saturi), attività fisica e controllo del peso.
Il consumo di alcol è un grave problema a livello globale. Abbiamo permesso di normalizzare l'assunzione elevata e parliamo di non più di due bicchieri al giorno come se fosse innocuo. Nonostante il mito di alcuni aspetti benefici dell'alcol, l'assunzione più sicura è zero bevande alla settimana. Ciò richiede un ripensamento completo sulla disponibilità e l'accettabilità dell'alcol, nonché l'assistenza alla dipendenza da alcol e il trattamento dei disturbi ad esso legati.
Le lesioni cerebrali traumatiche sono associate allo sport e, soprattutto, alle cadute e agli incidenti automobilistici. Sono riconosciute come una priorità globale e c'è una crescente consapevolezza che le cadute degli anziani si possono prevenire. Si sta accelerando la gestione delle lesioni alla testa negli sport di contatto. Tuttavia, mancano i dati sull'impatto della migliore gestione della lesione iniziale sul rischio successivo di demenza e il rischio rimane elevato anche 30 anni dopo il trauma iniziale.
L'evidenza che la demenza ha cause prevenibili, inclusa l'infezione virale, dovrebbe informare meglio la politica e il nostro comportamento.
Fonte: John Donne Potter (professore Massey University) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.