Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

Modifiable risk factors for obesityFattori di rischio modificabili che determinano una obesità malsana: carenza di sonno, alcol, eccesso di zucchero e fruttosio, stress cronico, poco esercizio.

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio di condizioni di demenza come l'Alzheimer. Chiarirà anche che l'obesità può essere profondamente malsana per alcune persone, mentre permette ad altri di rimanere 'sani a qualsiasi taglia' introducendo il lettore a diversi tipi di obesità e ai meccanismi relativi attraverso i quali alcuni tipi di obesità possono causare malattie fisiche e psichiatriche.


Uno dei titoli più preoccupanti della rete del Journal of American Medical Association (JAMA) di questo mese era che l'"Obesità è ora il principale fattore di rischio modificabile per la demenza negli Stati Uniti" (1). Il titolo è allarmante per gli scienziati e per gli operatori sanitari per due motivi: primo, perché i risultati sono stati attinti dallo studio Behavioral Risk Factor Surveillance System (BRFSS), uno dei più grandi e rispettati studi sanitari prospettici negli USA, e secondo, visto che lo studio BRFSS è in corso dal 1984, perché è possibile valutare i cambiamenti nei fattori di rischio della demenza nel tempo.


Da questa prospettiva a lungo termine, ad esempio, possiamo vedere che l'importanza dell'obesità come potenziale causa di demenza è passata da un piccolo ruolo negli anni '90 e nei primi anni 2000, a diventare ora il principale fattore di rischio modificabile. Con i tassi di obesità ancora in aumento negli Stati Uniti, ciò rende sostanziali le preoccupazioni sul declino cognitivo legato all'obesità nel presente, ma ancora più drammatico per il futuro poiché si prevede che più persone vivano obesi per periodi più lunghi della loro vita.


Al di là del titolo allarmante, tuttavia, è importante considerare come e in quali circostanze l'obesità potrebbe causare demenza e altre condizioni di salute. Serve poco, ad esempio, per trovare esempi di persone che soddisfano i criteri dell'obesità, ma non hanno alcuna delle numerose condizioni di salute a cui l'obesità è spesso collegata.


Questa popolazione di obesi, ma metabolicamente sani, sono persone catturate con più cura dalla campagna di salute pubblica 'salute a qualsiasi taglia'. Eppure richiede altrettante poche indagini trovare persone - che soddisfano esattamente gli stessi criteri di obesità - la cui salute fisica e persino mentale è stata compromessa in modo drastico e causale, dal loro peso.


Come possono due persone con la stessa obesità sperimentare conseguenze di salute diametralmente diverse? La risposta è che non esiste solo una forma di obesità, ma molte (2). Per questo post, valutiamo due distinte forme di obesità (tieni presente che la maggior parte delle persone con obesità fa parte di una di queste due) per spiegare perché l'obesità può essere pericolosa o innocua.


Immaginiamo che due persone con la stessa altezza, età e composizione corporea abbiano guadagnato ciascuno 4 kg di grasso corporeo quest'anno. Sebbene tecnicamente abbiano ancora lo stesso indice di massa corporea e percentuale di grasso corporeo, la differenza cruciale è dove è andato il loro nuovo grasso corporeo.


Considera che la persona 1 guadagna il proprio grasso corporeo in quelle che sono chiamate regioni sottocutanee, come cosce, fianchi e braccia, mentre la persona 2 aumenta il grasso corporeo nelle regioni viscerali, come lo stomaco e in organi come il fegato. Le implicazioni per la salute per quest'ultima persona sono più gravi che per la prima, non a causa della quantità di grasso ma a causa di dove è stato distribuito il grasso.


Il grasso situato visceralmente, ad esempio, innesca i cambiamenti avversi di molti processi fisiologici importanti che, nel tempo, si manifestano sotto forma di malattie metaboliche, come il diabete, e persino come malattie psichiatriche, come la demenza e la depressione.


Questo porta alla seconda domanda: perché il grasso corporeo è distribuito in modo non uniforme tra persone diverse o addirittura nella stessa persona in momenti diversi (ad esempio, il modo in cui immagazzini il grasso corporeo può differire man mano che invecchi o cambi lo stile di vita)? Sfortunatamente, parte della risposta è la genetica, ma per fortuna, solo in parte.


L'immagine iniziale mostra che molte delle cause della distribuzione dei grassi sono sotto il nostro controllo. Ad esempio, il sonno scarso non solo ci rende più facile guadagnare grasso corporeo, ma il sonno insufficiente e/o la cattiva qualità del sonno causano anche il guadagno sproporzionato di grasso viscerale.


Lo stress psicologico e ambientale cronico mostra lo stesso effetto, causando il guadagno sia di grasso del corpo che del grasso viscerale in modo specifico. Sebbene il sonno e lo stress ci predispongano ciascuno al grasso viscerale attraverso ormoni come il cortisolo, diversi tipi di cibo e bevande possono causare lo stesso effetto attraverso percorsi diversi. Le calorie di fonti come l'alcol e lo zucchero, ad esempio, sono metabolizzate pesantemente dal fegato, provocando danni al grasso epatico e persino al fegato, se consumate in modo eccessivo.


Da questo esercizio, è possibile apprezzare il fatto che due persone potrebbero guadagnare ciascuno 4 kg di grasso corporeo mentre sperimentano conseguenze di salute molto diverse. Diventa anche possibile vedere che potrebbero esserci queste differenze nella distribuzione del grasso corporeo, di nuovo tra due persone o anche con la stessa persona in momenti diversi.


In terzo luogo, questo esercizio può aiutare ognuno di noi a valutare il livello di rischio personale per quanto riguarda i risultati dello studio BRFSS sulla demenza e potenzialmente ad adottare misure correttive se l'aumento di peso proviene principalmente da guadagni nel grasso viscerale.


Sebbene i test di scansione con il medico possano identificare definitivamente il grasso corporeo nello stomaco e negli organi, è più semplice ed economico per la maggior parte delle persone valutarlo in base a cambiamenti nelle dimensioni del girovita, nella glicemia e nella pressione sanguigna e nei test di laboratorio di routine della funzione epatica, dei livelli di acido urico, colesterolo e trigliceridi.


Se stai aumentando di peso e i tuoi indicatori di salute stanno peggiorando, ci sono buone probabilità che tu stia guadagnando grasso viscerale che compromette la funzione metabolica. Se non controllata, una funzione metabolica compromessa può diventare diabete o infine persino demenza. Ma può anche essere gestita e spesso anche invertita attraverso il sonno, la nutrizione, la gestione dello stress e migliori pratiche fisiche.

 

Riepilogo

I titoli sulla salute apparentemente contraddittori sono ovunque in questi giorni. La ricerca che proclama che l'obesità è pericolosa o innocua è solo uno dei tanti esempi recenti in grado di confondere scienziati e consumatori della sanità. A volte, tuttavia, le affermazioni contraddittorie possono essere entrambe corrette.


L'obesità è un fattore di rischio modificabile reale e importante per la demenza per molte persone e probabilmente non è una causa principale di preoccupazione per gli altri. Ora, spero, tu abbia abbia più informazioni su cosa puoi fare per mitigare il tuo rischio.

 

 

 


Fonte: Thomas Rutledge PhD, professore di psichiatria all'UC San Diego e psicologo del Sistema Sanitario VA di San Diego

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Anita Slomski. Obesity Is Now the Top Modifiable Dementia Risk Factor in the US. JAMA, 2022, DOI
  2. Elizabeth Cirulli, ...[+10], Amalio Telenti. Profound Perturbation of the Metabolome in Obesity Is Associated with Health Risk. Cell Metabolism, 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.