Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Status socio-economico, residenza e ambiente familiare influenzano il tuo rischio di demenza

Per l'anno 2050, l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che una persona su 5 avrà 60 anni e oltre. In Australia, la nostra popolazione in rapido invecchiamento comporta che, senza una svolta medica notevole, il numero di persone con demenza dovrebbe raddoppiare dai 487.600 nel 2022 agli 1,1 milioni del 2058.


Sono stati fatti sforzi significativi per capire cosa aumenta il rischio di demenza. Qui, consideriamo la ricerca su tre fattori (il tuo stato socioeconomico, il luogo in cui vivi e il tuo ambiente di provenienza) e come possono influenzare il rischio di demenza.

 

Come il tuo stato socioeconomico influisce sul rischio di demenza

Quando valutano lo stato socioeconomico, i ricercatori in genere esaminano una combinazione tra reddito, anni di istruzione e occupazione. Lo stato socioeconomico si riferisce alla tua capacità di accedere a risorse come sanità, informazione e servizi.


Lo stato socioeconomico è stato strettamente legato a una serie di disturbi sanitari e la demenza non fa eccezione. Studi in diversi paesi hanno mostrato che le persone con uno stato socioeconomico più elevato hanno meno probabilità di sviluppare la demenza.


Questo non sorprende. Le persone con uno stato socioeconomico alto hanno maggiori probabilità di avere le risorse finanziarie per accedere a una migliore assistenza sanitaria, a un'istruzione migliore e a una nutrizione migliore. È anche più probabile che vivano in aree con più servizi che consentono uno stile di vita sano.

 

Dove vivi

Il mio team di ricerca e altri hanno dimostrato che un basso 'stato socioeconomico di vicinato' (un indice che integra a livello di quartiere il reddito medio delle famiglie, i tassi di disoccupazione, le capacità professionali e la disposizione abitativa, tra gli altri) è associato a memoria più scadente e a un rischio di demenza più elevato.


Comprendere questo è complesso. Una vasta gamma di fattori economici, sociali e ambientali può influenzare il modo in cui ci comportiamo e, di conseguenza, la nostra salute. Studi suggeriscono che le comunità possono supportare la riduzione del rischio di demenza in tre modi principali:

  1. Incoraggiando la partecipazione e l'inclusione sociale; ciò può essere ottenuto attraverso programmi che aumentano l'alfabetizzazione digitale e tecnologica, l'edilizia abitativa sociale (che offre maggiori opportunità di socializzazione) e l'assistenza di vicinato.
  2. Aumentando la vicinanza e l'accesso, in particolare all'assistenza sanitaria e agli eventi sociali e culturali.
  3. Migliorando le strutture ricreative e di benessere, che comprende l'enfasi sulla sicurezza del traffico e l'aumento della pedonalità e l'accesso agli spazi verdi urbani per incoraggiare l'attività fisica all'aperto.

 

Ambiente di provenienza

Diversi studi suggeriscono che l'educazione dei genitori è correlata al rischio di demenza di un individuo. In particolare, una bassa istruzione materna è associata a prestazioni di memoria più scarse e a un rischio di demenza più elevato. Tuttavia, questi effetti sono piccoli e l'istruzione da adulti e lo stato socioeconomico possono superare questi svantaggi.


Le evidenze attuali suggeriscono anche che i migranti dall'Africa e dall'Asia (in Europa) hanno un rischio di demenza più elevato rispetto agli europei nativi. Tuttavia, la prevalenza della demenza nei paesi africani e asiatici non è superiore rispetto ai paesi europei. Piuttosto, vediamo un rischio ugualmente elevato di demenza in gruppi culturalmente e linguisticamente diversi di persone non migranti.


Parte di ciò è dovuto al ridotto accesso all'alta qualità di istruzione, assistenza sanitaria e informazioni sanitarie in questi gruppi. Per i migranti, c'è l'ulteriore sfida di muoversi in sistemi sanitari nel loro linguaggio non nativo.


Un'altra parte importante da considerare è la distorsione potenziale negli strumenti che abbiamo per valutare la memoria e le capacità di pensiero. Questi test sono stati sviluppati principalmente in inglese, per essere usati nei paesi europei. Essere testati in una seconda lingua può portare a prestazioni più scarse che non riflettono la vera capacità cognitiva, ma piuttosto un riflesso di una ridotta padronanza della lingua.


Questo è il motivo per cui è così importante condurre più ricerche per comprendere la demenza e i suoi fattori di rischio in popolazioni culturalmente e linguisticamente diverse, usando strumenti appropriati e validati per questi gruppi.

 

Per affrontare la demenza abbiamo bisogno di un approccio per tutta la vita

Indubbiamente, la tua retribuzione, il codice postale e i genitori sono altamente correlati. Il tuo reddito futuro è molto correlato al livello di reddito dei tuoi genitori. Il codice postale può essere determinato dalla tua retribuzione. La natura ciclica della ricchezza - o meglio, la disuguaglianza - fa parte del motivo per cui è così impegnativo affrontare le disparità sanitarie.


Gli studi sulla mobilità sociale, la capacità degli individui di passare da una classe socioeconomica all'altra, hanno dimostrato che la mobilità verso l'alto può compensare solo parzialmente lo svantaggio della prima parte della vita. Ciò produce il messaggio che affrontare il rischio di demenza richiede un approccio permanente. E quell'intervento è necessario sia a livello individuale che socialmente più ampio.

 

 

 


Fonte: Yen Ying Lim (prof.ssa associata, Monash University) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.