Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Qual è la differenza tra afasia primaria progressiva e Alzheimer?

L'afasia primaria progressiva (APP) è un disturbo frontotemporale contrassegnato da perdite progressive nell'abilità linguistica, che include parlare, comprendere, leggere e scrivere. La parola 'afasia' è un termine generale che si riferisce a un deficit nelle funzioni linguistiche.


L'APP è una sindrome neurologica causata dal restringimento dei lobi frontali, temporali o parietali nel cervello, principalmente sul lato sinistro, e influisce su ogni individuo in modo diverso. Non è il morbo di Alzheimer (MA).


La causa più comune della demenza è il MA, un disturbo cerebrale cronicamente progressivo che compromette memoria, intelletto e comportamento. Le attività quotidiane diventano compromesse.


Quelli con APP hanno difficoltà a trovare parole, hanno modelli di discorso anomali e difficoltà importanti di pronuncia. La capacità di scrivere può essere meno compromessa di quella di parlare. Alcuni con APP sviluppano l'agrammatismo: usano le parole in ordine improprio, sbagliano la desinenza delle parole, le preposizioni, i pronomi, le congiunzioni e i tempi delle parole.


I problemi di linguaggio possono essere gli unici sintomi dell'APP, e possono durare un decennio o più. Sebbene possano emergere altre compromissioni cognitive, i deficit linguistici rimangono una caratteristica primaria in tutta la malattia e progrediscono più rapidamente rispetto ai deficit in altre aree.


Al contrario del MA, in cui le persone più colpite perdono le capacità creative o il loro interesse per esse, molte con APP tendono a mantenere e persino a intensificare il loro coinvolgimento e la creatività in vari hobby come la pittura, il giardinaggio o la carpenteria.


L'APP è più comune negli adulti sotto i 65 anni, anche se chiunque può svilupparla. Le abilità mentali e la memoria diventano compromesse e alcuni iniziano ad avere ulteriori condizioni neurologiche.


Con il peggioramento dell'APP, la persona avrà alla fine bisogno di assistenza nelle attività della vita quotidiana e nella cura di sé stessi giorno dopo giorno. Circa il 50% delle persone con APP alla fine svilupperà problemi cognitivi o comportamentali coerenti con una sindrome di demenza più invasiva, come il MA o la demenza frontotemporale, in media dopo cinque anni.


Tuttavia, in alcuni casi, l'afasia può rimanere relativamente isolata o addirittura essere la sola condizione per un tempo che può arrivare a 15 anni. In generale, più a lungo l'afasia resta un sintomo isolato, meno è probabile che si sviluppino altri segni di demenza.


Circa la metà degli individui con APP ha una storia familiare di demenza, indicando l'esistenza di una componente genetica.


Una volta diagnosticata l'APP, l'obiettivo principale del trattamento è migliorare la capacità di comunicare con interventi e terapie vocali che possono aiutare il paziente ad avere una buona qualità di vita.


Non ci sono farmaci specifici per questo disturbo. Tuttavia, a causa della probabilità dal 30% al 40% di sviluppare il MA, i medici possono prescrivere farmaci familiari nel MA, come Aricept, Namenda o Exelon, anche se nessuno di questi farmaci ha dimostrato di migliorare l'APP.


Visto che ansia o depressione si manifestano più tardi nel disturbo, possono essere prescritti farmaci specifici per gestire tali sintomi.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.