L’incontro di Maggio del Caffè Alzheimer Pedemontano Itinerante ha avuto come tematica "La terapia farmacologica nelle demenze: a cosa serve, effetti e prospettive future".
La relatrice dell’incontro, la dr.ssa Paola Paiusco (Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Cure Primarie della ULSS 8), ha evidenziato come, in conseguenza della crescita della popolazione in età senile, la demenza è la patologia cronico degenerativa della quale nei prossimi decenni è atteso il massimo aumento (+57% nel 2030, +130% nel 2050), sottolineando che è una condizione morbosa attualmente inguaribile.
Alla luce di quanto detto, l’obiettivo dei trattamenti farmacologici e non farmacologici, è rallentare la progressione della malattia e correggerne i sintomi.
Adottando il criterio pratico di classificazione della linea guida SIGN 86 (Scottish Intercollegiate Guidelines Network), del 2005, i sintomi principali possono essere distinti in sintomi core (declino cognitivo e perdita di funzione) e sintomi associati (agitazione psi- comotoria, aggressività, depressione, allucinazioni, disturbi del sonno, altre manifestazioni aspe- cifiche).
La tabella sottostante riassume le indicazioni di trattamento farmacologico per i principali sintomi:
Sintomi core |
Terapia |
declino cognitivo | donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina |
perdita di funzione | donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina |
Sintomi associati |
Terapia |
agitazione psicomotoria | trazodone |
aggressività | antipsicotici |
depressione | antidepressivi |
allucinazioni | donepezil, antipsicotici |
disturbi del sonno | non ci sono terapie con prove di efficacia |
manifestazioni aspecifiche | donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina, antipsicotici |
Da Linea Guida SIGN 86, modificata. |
In conseguenza dell’efficacia relativa e degli effetti avversi gravi della terapia farmacologica, si sta sempre più diffondendo fra gli esperti l’opinione che per il trattamento dei sintomi associati alla demenza l’uso dei farmaci dovrebbe costituire la seconda opzione, considerando prima opzione i trattamenti non farmacologici.
In particolare per quanto riguarda agitazione, aggressività, disturbi dell’umore, sintomi psicotici, disinibizione, disturbi dell’alimentazione e ripetitività verbale, il tentativo è quello di elaborare specifiche procedure che, basandosi sulla plasticità neuronale, possano favorire riorganizzazioni corticali come nel caso di deprivazioni sensoriali.
Le modalità di intervento non farmacologico utilizzate sono numerose (vedi la tabella sottostante), ma le prove di efficacia sono ancora parziali, a causa del limitato numero di studi con disegno e numerosità di pazienti adeguati e della disomogeneità di pazienti e interventi esaminati.
Trattamento dei sintomi cognitivi e della disabilità | Trattamento dei sintomi psicologici e comportamentali | Psicoterapie brevi |
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Il trattamento di prima linea dei sintomi psicologici e comportamentali è non farmacologico, in considerazione degli eventi avversi potenzialmente gravi connessi al trattamento farmacologico. Al momento della diagnosi di demenza, deve essere valutata la possibilità di un trattamento non farmacologico dei sintomi cognitivi, anche se le prove di letteratura non sono ancora conclusive. E’ necessario discutere con paziente e caregiver i benefici realisticamente attesi e prevedere momenti e strumenti di formazione e supporto ai caregiver.
Per queste finalità, l’azienda sanitaria ULSS 8, prevede all’interno dei Centri di Decadimento Cognitivo e Demenze la figura di uno psicologo – psicoterapeuta che, grazie ad una convenzione attivata con l’Associazione Alzheimer di Riese Pio X, permette al caregiver principale e ai famigliari di ricevere informazioni circa la malattia e di ottenere supporto psicologico. Il servizio, attivo presso gli ospedali di Castelfranco Veneto e di Montebelluna e nei distretti di Crespano del Grappa e di Valdobbiadene, è gratuito.
Dott.ssa Valentina Tessarolo
Dott.ssa Elisa Civiero
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