Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi piani europei per identificare elementi sociali e cognitivi comuni delle malattie mentali, incluso l'Alzheimer

prism project logo

Scienziati europei hanno delineato un modo potenzialmente nuovo per identificare le cause di gravi condizioni di salute mentale. Il consorzio industriale / accademico PRISM ha sviluppato un piano completo, che mira a identificare i collegamenti comuni tra il morbo di Alzheimer (MA), la depressione e la schizofrenia. Il piano è stato pubblicato ieri in un'edizione speciale di Neuroscience & Biobehavioral Reviews.


Il capo del progetto Dott. Hugh Marston (della Eli Lilly and Company) ha descritto le basi della ricerca:

"Il MA e la schizofrenia, e alcune altre condizioni di salute mentale, sembrano condividere una serie di sintomi clinici. Poiché questi sintomi sembrano essere gli stessi, anche le strategie di trattamento tendono ad essere le stesse. La domanda che affronta questo lavoro è 'dovrebbero essere così?'".


E ha aggiunto che la prima parte del programma esaminerà le cause identificative del ritiro sociale e dei deficit cognitivi. Questa è la prima volta che gli scienziati hanno sviluppato un rigoroso approccio pratico per verificare se questi sintomi clinici sono effettivamente il risultato di cambiamenti negli stessi processi biologici compromessi.


Se questi sintomi derivano da problemi biologici diversi, questo avrà conseguenze di vasta portata sia per il trattamento clinico che per la ricerca su nuovi farmaci. Al contrario, se le ragioni biologiche di un sintomo comune si dimostrano le stesse, ciò fornirà nuovamente un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di nuove terapie.


Il progetto PRISM, finanziato da Innovative Medicines Initiative (IMI), prenderà un gruppo misto di pazienti e misurerà le attività cerebrali e comportamentali con varie tecniche, sia nuove che esistenti, come fMRI, EEG, analisi del sangue e app comportamentali su smartphone.


Il progetto correlerà simultaneamente queste attività con i livelli di ritiro sociale, puntando inizialmente al MA e alla schizofrenia, ma esaminando anche le principali forme depressive. Ciò dovrebbe consentire agli scienziati di capire esattamente quali parametri biologici sono correlati a quali sintomi clinici.


Questo è il primo studio su larga scala a mettere in pratica i principi Research Domain Criteria (RDoC), proposti dall'Istituto Nazionale Salute Mentale degli Stati Uniti. Inizialmente il progetto si concentra sul ritiro sociale, l'elaborazione sensoriale, la memoria di lavoro e l'attenzione.


In una serie di 13 articoli pubblicati su Neuroscience e BioBehavioral Reviews, il consorzio accademico / industriale PRISM (finanziato dall'Iniziativa Medicina Innovativa dell'UE) delineano le basi filosofiche, il contesto biologico e il piano di ricerca attentamente progettato.


Il prof. Martien Kas, coordinatore del progetto PRISM (Psychiatric Ratings using Intermediate Stratified Markers = valutazione psichiatrica con marcatori intermedi stratificati), dell'Università di Groningen, ha dichiarato:

"Il progetto PRISM è un modo completamente nuovo di affrontare problemi di salute mentale e neurologici. Questa serie di pubblicazioni segna l'avvio del primo programma veramente strutturato per affrontare la biologia quantitativa nelle malattie mentali e neurodegenerative.

"Se questo progetto avrà successo, saremo in grado di applicare le tecniche ad altre condizioni cerebrali, e così trasferirà la medicina neuropsichiatrica dai principi sviluppati nel XX secolo alle metodologie che riflettono la rivoluzione nella biologia che vediamo nei nostri tempi.

"Quello che abbiamo fatto è definire i parametri che useremo per quantificare le caratteristiche della malattia e identificare i biomarcatori diagnostici per i deficit sociali e cognitivi comuni al MA e alla schizofrenia. Questi biomarcatori dovrebbero infine fornirci una comprensione neurobiologica strutturata delle cause che causano queste condizioni, che potrebbero anche consentirci di adottare misure per prevenire questi problemi".


Il ritiro sociale è uno dei primi indicatori dell'insorgenza di diversi disturbi psichiatrici e neurologici comuni, ma è un sintomo che può essere causato da processi neurobiologici molto diversi. Le persone con un ritiro sociale tendono a isolarsi da amici e familiari, così come dalle reti sociali nei loro luoghi di lavoro. Nessuno conosce le cause e i meccanismi reali.


Secondo il Dott. Hugh Marston, responsabile del progetto PRISM:

"C'è molto di insoddisfacente nel modo in cui affrontiamo attualmente la malattia mentale e le condizioni neurodegenerative. Per fare un esempio, non abbiamo davvero un'idea delle differenza tra la causa biologica del ritiro sociale nel MA e quella della schizofrenia, ammesso che ci sia.

"Il PRISM ha sviluppato e iniziato a implementare un approccio biologico quantitativo per estrapolarla, e la ricerca sta ora andando avanti. Usiamo tutte le tecniche più adatte per identificare elementi comuni, che vanno dalla genetica alle analisi del sangue, dai questionari alle app per smartphone.

"Gli sviluppi e le terapie farmacologiche per queste gravi condizioni di salute mentale si sono ampiamente arrestate negli ultimi anni. Fino ad ora, la diagnosi e il trattamento delle condizioni psichiatriche si basava principalmente sui sintomi mostrati dal paziente: si trattava più di decisioni qualitative, piuttosto che di differenze comportamentali, neuronali o genetiche misurabili; ma in medicina, i sintomi tendono a non dire l'intera storia.

"Ad esempio, un mal di testa è un sintomo, ma la causa sottostante potrebbe essere influenza, dolori mestruali, meningite, un colpo alla testa o una dozzina di altre cause. Lo stesso vale per la psichiatria, dove gli stessi sintomi, come la depressione, potrebbero essere causati da una serie di problemi.

"Per affrontare la causa corretta, dobbiamo sviluppare test più oggettivi e metterli in relazione con la causa sottostante. Questo è ciò che il progetto PRISM mira a fare".

 

 

 


Fonte: PRISM via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Martien Kas, Alessandro Serretti, Hugh Marston. Quantitative neurosymptomatics; linking quantitative biology to Neuropsychiatry. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 6 Mar 2019, DOI: 10.1016/j.neubiorev.2018.11.013

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.