Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Si può distinguere una perdita di memoria normale da una malattia

Ricercatori della Cornell University hanno sviluppato un metodo affidabile per distinguere i cali di memoria derivanti da invecchiamento sano dai disturbi più gravi della memoria, anni prima che emergano dei sintomi evidenti.


Il metodo permette anche ai ricercatori di prevedere con precisione chi è più a rischio di decadimento cognitivo, senza costosi test o procedure invasive. La ricerca appare on-line nel Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory and Cognition.


"Questi risultati sono promettenti per la rilevazione precoce del deterioramento cognitivo e per il monitoraggio del trattamento, ma hanno anche implicazioni per gli adulti in buona salute", ha detto Charles Brainerd, professore di sviluppo umano e co-autore principale dello studio con Valerie Reyna, direttore dell'Istituto di Neuroscienze Umani e professore di sviluppo umano, entrambi al College di Ecologia Umana della Cornell. 


Le capacità mnemoniche danneggiate dal deterioramento cognitivo differiscono da quelle colpite nell'invecchiamento sano, dicono gli autori, risultando in modelli di errore unici sui test neuropsicologici della memoria. Il loro modello matematico teorico rileva questi modelli analizzando le prestazioni su tali test e misurando i processi di memoria separati usati. "Con i test di richiamo [della memoria] da 10/15 minuti già usati comunemente in tutto il mondo, siamo in grado di distinguere gli individui che hanno, o rischiano di sviluppare, un decadimento cognitivo, dagli adulti sani, e possiamo farlo con una precisione migliore degli strumenti esistenti", ha detto Brainerd.


L'idea che la memoria diminuisca continuamente nel corso dell'età adulta non sembra essere corretta, dicono. "Quando abbiamo separato gli individui cognitivamente deteriorati, nei campioni rappresentativi a livello nazionale di anziani e di quelli altamente istruiti non abbiamo trovato alcuna evidenza di ulteriori cali di memoria dopo i 69 anni", ha detto Reyna.


Per sviluppare i modelli, il gruppo ha usato i dati provenienti da due studi longitudinali su anziani (l'Aging, Demographics and Memory Study, un campione rappresentativo di anziani, e l'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative) che comprendono misurazioni del cervello e comportamentali, come pure le diagnosi di deterioramento cognitivo e demenza.


In particolare, i ricercatori hanno scoperto che i cali nella memoria ricostruttiva (ricordare una parola o un evento mettendo insieme indizi circa il suo significato, per esempio, ricordare che "cane" era presente in una lista di parole ricordando prima che nell'elenco erano presenti animali domestici) sono associati al decadimento cognitivo lieve e alla demenza di Alzheimer, ma non all'invecchiamento sano. Il declino della memoria di richiamo (ricordare una parola o di un evento esattamente) é una caratteristica dell'invecchiamento normale.


In un periodo compreso tra 1,5 e 6 anni, il calo dei processi di memoria ricostruttiva sono predittori affidabili della progressione futura dall'invecchiamento sano al deterioramento cognitivo lieve e alla demenza di Alzheimer, e sono predittori migliori del miglior marcatore genetico di tali malattie. "La memoria ricostruttiva è molto stabile negli individui sani, quindi il declino in questo tipo di memoria é una segno certo di deterioramento neurocognitivo", ha detto Reyna.


Gli adulti giovani si basano molto sulla memoria di richiamo, secondo Brainerd, ma questo metodo diventa sempre più inefficiente verso la mezza età. "Formare le persone sul modo di usare al meglio il richiamo ricostruttivo quando invecchiano dovrebbe supportare la salute della memoria adulta" ha detto. "I nostri modelli analitici sono già disponibili per l'uso clinico e la ricerca e possono essere facilmente incorporati in test neuropsicologici esistenti".

 

 

 

 

 


Fonte: Cornell University.

Riferimento: C. J. Brainerd, V. F. Reyna, C. F. A. Gomes, A. E. Kenney, C. J. Gross, E. S. Taub, R. N. Spreng. Dual-Retrieval Models and Neurocognitive Impairment.. Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 2013; DOI: 10.1037/a0034057

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.