Quando siamo giovani, la sequenza temporale della nostra vita si estende dai primi ricordi alle nostre aspettative per il futuro. Man mano che la compromissione cognitiva dell'Alzheimer progredisce, tale sequenza temporale inizia a restringersi.
Forse sorprendentemente, i primi ricordi che iniziano ad andare sono i più recenti: dove ho messo ... (riempire lo spazio vuoto)? Il consolidamento di nuovi ricordi nell'ippocampo è compromesso, mentre la nostra capacità di ricordare eventi del lontano passato è relativamente ben conservata in varie regioni corticali del cervello.
Col passare del tempo e la diffusione delle placche amiloidi e dei grovigli neurofibrillari nel cervello, i ricordi lontani iniziano a svanire. I ricordi che hanno maggiori probabilità di durare sono quelli associati a un forte contenuto emotivo, ma alla fine anche quelli iniziano a scomparire.
Allo stesso tempo, mentre il danno si diffonde alla corteccia prefrontale, si deteriorano le nostre capacità di esaminare il futuro e fare piani. Alla fine, nelle ultime fasi dell'Alzheimer, ci rimane la vita nel presente, senza passato e nessun futuro.
Non sono ancora lì, ma riesco a percepire la sequenza temporale declinante dei ricordi del passato e dei piani per il futuro. Per quelli di noi nel viaggio dell'Alzheimer, è davvero importante abbracciare il momento e non soffermarsi sulla frustrazione di cercare di ricordare il passato e pianificare il futuro.
Altri possono aiutarci a recuperare vecchi ricordi. Calendari, elenchi e appunti post-it ci aiuteranno a ridurre al minimo il caos del futuro. Ma la felicità e la pace vengono dal concentrarsi sul momento, che sia abbracciare un nipote, scrivere su un diario, lavorare in giardino o ascoltare ottima musica.
Come diceva Orazio, Carpe diem, quam minimum credula postero (cogli l'attimo, confidando il meno possibile nel domani).
Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
L'autore: "Sono un neurologo in pensione con l'Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con l'Alzheimer da due prospettive, paziente e medico, nel libro A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio nel mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".
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