Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: la velocità neurale può essere esame cognitivo più sensibile?

Brain scan banner 0

Sappiamo che i segni distintivi neuropatologici del morbo di Alzheimer (MA) si possono trovare nel cervello anni prima che si inizi a notare una compromissione cognitiva. Le placche di amiloide-beta (Aβ) iniziano ad apparire fino a 20 anni prima, mentre i grovigli neurofibrillari contenenti tau si formano più tardi, diversi anni prima che i problemi di memoria diventino un problema.


È sempre più chiaro che, quando una persona ha una compromissione cognitiva significativa, potrebbe essere troppo tardi per intervenire con i farmaci volti a rimuovere le placche amiloidi e/o i grovigli neurofibrillari. I buoi potrebbero già essere usciti dalla stalla.


I test cognitivi usati di solito, come il Mini Mental State Examination (MMSE), non sono sensibili per identificare i cambiamenti sottili e precoci nella cognizione, e i test neuropsicologici completi possono essere costosi, richiedere tempo ed essere poco pratici per individuare il problema. Con il passaggio al pensiero che il trattamento precoce pre-sintomatico del MA può essere una strategia efficace, c'è l'urgenza di nuovi test abbastanza sensibili da identificare le persone a rischio.


Uno studio pubblicato in Neurology insieme a un editoriale di accompagnamento riferisce informazioni importanti che possono aiutare a progettare tali test. Sono state fatte osservazioni longitudinali (=nel tempo) in partecipanti cognitivamente normali con un'età media di 72  anni (±6) per circa 7 anni, con scansioni multiple di amiloide e tau, e test cognitivi annuali e completi.


Man mano che l'Aβ diventava rilevabile nelle scansioni PET, i test cognitivi come il Digital Symbol Substitution Test (DSST) e il Trail Making Test Part A mostravano evidenze del rallentamento della velocità di elaborazione neurale mentre i test di memoria rimanevano normali. Quando le scansioni PET tau in seguito sono diventate positive, i problemi di memoria sono diventati evidenti.


Una possibile spiegazione è che l'amiloide interferisce con la trasmissione sinaptica rallentando così la velocità di elaborazione dei neuroni. La tau appare più tardi quando i neuroni iniziano a morire. Le scansioni PET sono strumenti di ricerca meravigliosi, ma sono troppo costose e ingombranti per essere pratiche per il rilevamento diffuso.


Esami del sangue sensibili e specifici per l'Aβ e la tau dovrebbero essere presto disponibili in commercio e dovrebbero ridurre la necessità di scansioni PET, se non nell'ambiente di ricerca. Lo sviluppo di batterie di test cognitivi, che si concentrano sulla valutazione della velocità di elaborazione neurale, può espandere la nostra capacità di definire coloro che, sebbene cognitivamente normali in apparenza, possono essere sulla traiettoria del MA e trarre benefici dal trattamento tempestivo con terapie anti-amiloide e/o anti-tau.

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

L'autore: "Sono un neurologo in pensione con la malattia di Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con Alzheimer da due prospettive, paziente e medico, nel libro A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio sul mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".

Riferimenti:

  • ME Farrell, [+9], RA Sperling. Association of Emerging β-Amyloid and Tau Pathology With Early Cognitive Changes in Clinically Normal Older Adults. Neurology, 2022, DOI
  • RC Petersen. Detecting Alzheimer Disease Clinically. How Early Can We Go? Neurology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.