Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il gene PLD3 contribuisce al rischio di Alzheimer

Phospholipase D3 green neuritic plaques and neurofibrillary tangles redLa stretta relazione tra fosfolipasi D3 e le caratteristiche patologiche dell'Alzheimer nel tessuto dal lobo temporale di un cervello umano. La fosfolipasi D3, che è principalmente nei neuroni, è in verde e le placche neuritiche e i grovigli neurofibrillari sono in rosso. (Fonte: Matthew Schrag)

Una mutazione rara e controversa nella proteina fosfolipasi D3 (PLD3), già collegata in precedenza al morbo di Alzheimer (MA), interferisce con la funzione vitale di riciclaggio della PLD3 all'interno dei neuroni.


Matthew Schrag della Vanderbilt University e i colleghi riferiscono questi nuovi risultati in un documento pubblicato lo scorso 8 aprile su PLOS Genetics.


Circa l'1% delle persone con MA è portatore di una specifica mutazione nel gene PLD3. La questione se questa mutazione conduce o meno al MA era comunque rimasta controversa, a causa della sua rarità e perché la funzione della proteina era finora sconosciuta.


Nel nuovo studio, la squadra di Schrag ha approfondito la funzione di questo gene e il suo collegamento con la malattia. I ricercatori hanno scoperto che la PLD3 si trova nei lisosomi all'interno dei neuroni. I lisosomi sono sacche altamente acide di enzimi che sono il sistema di riciclaggio della cellula. La PLD3 produce un componente importante della membrana di questi organelli acidi e questa funzione si perde nella forma mutante.


Nel cervello delle persone con MA, la PLD3 si trova vicino agli accumuli di proteine ​​tossiche chiamate placche di amiloide-β (Aβ). Inoltre, le persone con alti livelli di PLD3 hanno meno placche Aβ e meno declino cognitivo, suggerendo che la PLD3 normale aiuta a proteggere dalla malattia.


Nell'insieme, queste scoperte stabiliscono che la mutazione nella PLD3 assegna alla persona un rischio più elevato di sviluppare il MA, molto probabilmente interrompendo il suo ruolo nei lisosomi.


I ricercatori propongono che studi futuri indaghino sul potenziale effetto protettivo della PLD3 per la riduzione degli effetti della malattia. In definitiva, questi risultati possono produrre nuovi obiettivi di farmaci per il MA e migliorare la nostra comprensione del ruolo dei lisosomi in questa malattia comune e gravosa.


"La scoperta della fosfolipasi D3 come fattore di rischio genetico del MA indica il ruolo critico importante dei lisosomi nella demenza", aggiungono gli autori. "Puntare terapie sperimentali su questi lisosomi potrebbe portarci a nuovi approcci per trattare questa malattia".

 

 

 


Fonte: PLOS via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alex Nackenoff, Timothy Hohman, Sarah Neuner, Carolyn Akers, Nicole Weitzel, Alena Shostak, Shawn Ferguson, Bret Mobley, David Bennett, Julie Schneider, Angela Jefferson, Catherine Kaczorowski, Matthew Schrag. PLD3 is a neuronal lysosomal phospholipase D associated with β-amyloid plaques and cognitive function in Alzheimer’s disease. PLOS Genetics, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.