Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stile di vita sano riduce il rischio di demenza della metà

Uno stile di vita sano può essere una delle chiavi per evitare la demenza più tardi nella vita. Questo risultato sorprendente dei ricercatori del Rigshospitalet, del Herlev-Gentofte Hospital e dell'Università di Copenhagen, dice che si può tagliare quasi della metà il rischio di demenza legata all'età se si seguono i consigli per uno stile di vita sano, che previene le malattie cardiovascolari.


Oggi, non ci sono farmaci che possono curare o ridurre il rischio di demenza. Secondo uno dei ricercatori dello studio, la prof.ssa e direttrice medica Ruth Frikke-Schmidt dell'Università di Copenaghen e del Rigshospitalet, è quindi cruciale intensificare gli sforzi di prevenzione in generale, ma soprattutto nelle fasce di popolazione in cui la prevenzione mirata mostra il massimo beneficio: coloro che sono più vulnerabili a sviluppare la demenza.


Ruth Frikke-Schmidt dice:

"Abbiamo mappato una combinazione di fattori - età, sesso, diabete, fumo, pressione sanguigna, istruzione, attività fisica, e variazione generale nei geni - che, se combinati, possono individuare i gruppi che sono più vulnerabili a sviluppare la demenza, in confronto alla popolazione generale.

"I risultati della nostra ricerca mostrano che uno stile sano di vita cardiovascolare taglia il rischio di demenza quasi della metà, anche nelle fasce della popolazione che vedono il maggior contributo dai geni. Questi risultati possono costituire la base per una prevenzione futura più mirata e quindi fornire il massimo effetto possibile all'individuo".


Il nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista cardiovascolare European Heart Journal e presentato al Congresso Internazionale della Società Europea di Aterosclerosi.

 

Puntare la prevenzione

Secondo Ruth Frikke-Schmidt, studi clinici controllati hanno dimostrato che la memoria può essere mantenuta o migliorata attraverso la combinazione tra un programma di prevenzione intensiva e l'allenamento fisico e cerebrale supervisionato più volte alla settimana, nonché le indicazioni dietetiche e il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare:

"Dal punto di vista economico, non è realistico attuare tale programma di prevenzione globale per tutti i cittadini, e quindi i nostri nuovi risultati sono importanti per adattare il programma alle parti della popolazione a cui può dare il massimo effetto possibile".


Circa 50 milioni di persone sono colpite dalla demenza in tutto il mondo, e nella sola Danimarca, circa 90.000 persone vivono con la malattia. La crescente incidenza globale di demenza e di malattie cardiovascolari implica che la prevenzione è importante, sia mirata che generale, e Ruth Frikke-Schmidt vede un grande potenziale nel pensare in termini di prevenzione congiunta per i due gruppi di malattie:

"Se saremo in grado di implementare questo [concetto], sia politicamente che all'interno del nostro sistema sanitario, ora abbiamo l'opportunità unica di aggiungere alla vecchiaia anni senza malattie e garantire una migliore qualità di vita agli anziani e alle loro famiglie".

 

Più di 60.000 campioni di sangue analizzati

I ricercatori hanno analizzato i dati dei questionari e del sangue di 62.000 persone dai sondaggi Herlev-Østerbro e Østerbro. I risultati della ricerca hanno mostrato che la combinazione tra assenza di diabete, non fumo e una istruzione più lunga di otto anni, taglia il rischio di demenza legata all'età quasi della metà, anche nelle fasce della popolazione che hanno il maggior contributo dai geni. Anche l'aumento dell'attività fisica e una pressione sanguigna normale erano di beneficio.

 

 

 


Fonte: University of Copenhagen (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ida Juul Rasmussen; Katrine Laura Rasmussen; Børge Nordestgaard; Anne Tybjærg-Hansen; Ruth Frikke-Schmidt. Impact of cardiovascular risk factors and genetics on 10-year absolute risk of dementia: risk charts for targeted prevention. European Heart Journal, 6 Oct 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.