Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individuata proteina associata al tumore ovarico che aggrava l'Alzheimer

2020 EBIOMED paper MR2Nel cervello dei topi con Alzheimer le zone vicino alle placche amiloidi (A) appaiono con un minor numero di reti neurali (B), neuroni morenti (C) e più OCIAD1 (D). Nelle cellule neuronali coltivate, le proteine OCIAD1 (E) appaiono nei mitocondri (F).

Ricercatori dello Houston Methodist hanno identificato una proteina presente nel tumore ovarico che può contribuire al declino della funzione del cervello e al morbo di Alzheimer (MA), combinando metodi di calcolo e ricerca di laboratorio.


“La nostra scoperta indica un'altra proteina nota in gioco qui, che un giorno potrebbe diventare un nuovo bersaglio terapeutico”, ha detto Stephen T.C. Wong PhD, autore senior dello studio e direttore associato di bioinformatica e biostatistica al Centro Tumori dello Houston Methodist. “Questi risultati possono suggerire un ruolo diverso della proteina amiloide-beta nella neurodegenerazione. Molti ricercatori di MA sono concentrati solo sull'amiloide-beta, o sulle connessioni tra amiloide-beta e un'altra proteina, le tau“.


In uno studio pubblicato online sulla rivista EBiomedicine, Wong e il suo team, hanno riferito un nuovo ruolo dell'«ovarian cancer immune-reactive antigen domain containing 1» (OCIAD1). Scoperto originariamente per il suo effetto sulle metastasi del cancro ovarico e sui metabolismi delle cellule staminali, il gruppo di Wong ha trovato la proteina OCIAD1 nelle cellule del cervello umano, e hanno determinato che deteriora i neuroni e danneggia le sinapsi nel cervello, contribuendo alla neurodegenerazione del MA.


“La nostra ricerca affronta una domanda fondamentale del MA: come, o se, l'accumulo di amiloide-beta, che è presente fino a due decenni prima del declino della funzione del cervello, è coinvolto nella neurodegenerazione progressiva”, ha detto Wong, cattedra di ingegneria biomedica e professore di informatica e bioingegneria in oncologia allo Houston Methodist. “Esaminare i fattori che contribuiscono al progressivo declino nelle persone con MA ci aiuterà a sviluppare biomarcatori diagnostici e nuove terapie”.


Gli scienziati hanno esaminato dati bioinformatici archiviati di tessuto cerebrale di pazienti di MA defunti, così come topi modello, miscelando metodi computazionali con la ricerca di laboratorio. Hanno determinato che l'OCIAD1 ha un ruolo nella neurodegenerazione progressiva della malattia, alterando la funzione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Quando i mitocondri sono danneggiati, provocano la morte cellulare nel cervello e danni ai neuroni.


“Abbiamo applicato una strategia di biologia di sistema per vedere se potevamo trovare un meccanismo diverso di neurodegenerazione nel MA. Abbiamo identificato l'OCIAD1 come un nuovo fattore neurodegenerativo rilevante, abbiamo predetto la sua funzione, e dimostrato che media l'impatto a lungo termine dell'amiloide-beta sulle cellule e i danni sinaptici, alterando la funzione dei mitocondri“, ha detto Xuping Li PhD, primo coautore e istruttore nel gruppo di Wong.


La ricerca sul MA è tradizionalmente focalizzata su alcuni grandi temi: il ruolo della proteina amiloide sulla perdita neuronale e come questa proteina tossica provoca lesioni interagendo con la tau. Più di recente, tuttavia, altre ricerche hanno considerato l'amiloide-beta un comprimario e si sono chieste se è proprio questa sostanza a provocare la degenerazione neuronale.


Il gruppo di Wong intende in seguito esaminare se l'OCIAD1 ha un ruolo nella interazione tra due cambiamenti noti nel MA: l'aggregazione di amiloide-beta e tau. Se è così, ulteriori ricerche si concentreranno sul potenziale dell'OCIAD1 come biomarcatore o obiettivo terapeutico.

 

 

 


Fonte: Houston Methodist (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xuping Li, Lin Wang, Matthew Cykowski, Tiancheng He, Timothy Liu, Joshua Chakranarayan, Andreana Rivera, Hong Zhao, Suzanne Powell, Weiming Xia, Stephen Wong. OCIAD1 contributes to neurodegeneration in Alzheimer's disease by inducing mitochondria dysfunction, neuronal vulnerability and synaptic damages. eBioMedicine, 10 Jan 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.