Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tau più alta può spiegare la maggiore frequenza di Alzheimer nelle donne

Le donne hanno un rischio più alto di alterazioni neurologiche collegate alla proteina tau, associate al morbo di Alzheimer (MA), una possibile spiegazione del fatto che più donne che uomini sviluppano il disturbo, come dimostra una nuova ricerca pubblicata il 4 febbraio su JAMA Neurology.


Dei ricercatori hanno studiato circa 300 individui clinicamente normali da 55 a 94 anni, con un'età media di 74 anni, presi da 2 studi: l'Harvard Ageing Brain Study (HABS) e l'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative. I soggetti dovevano aver avuto scansioni della tau e dell'amiloide-beta (Aβ) con tomografia a emissione di positroni (PET).


Le donne con un carico di amiloide più elevato mostravano più patologia tau, in particolare nella corteccia entorinale (EC), un'area fortemente implicata nei primi cambiamenti del MA, rispetto agli uomini con un carico simile di amiloide.


L'autrice senior Reisa Sperling MD, professoressa di neurologia alla Harvard Medical School e direttrice del Centro Ricerca e Trattamento dell'Alzheimer al Brigham and Women's Hospital di Boston, nel Massachusetts, ha dichiarato:

"I nostri risultati suggeriscono che le donne mostrano livelli più elevati di tau in grovigli neurofibrillari, come stimato dalle scansioni PET della tau, particolarmente evidente nelle donne con elevati livelli di amiloide, ad alto rischio di declino della memoria.

"Questa differenza sessuale era più evidente nella corteccia entorinale, dove i grovigli si accumulano con l'età, e poi iniziano a diffondersi in tutta la corteccia mentre il deterioramento della memoria si manifesta".

 

Il ruolo della tau ha bisogno di ulteriori indagini

"Evidenze crescenti suggeriscono che le donne hanno un rischio più elevato di sviluppare la fisiopatologia del MA", scrivono gli autori. Tuttavia, "differenze di sesso solo nell'Aβ non sono state segnalate negli anziani".


"Il nostro lavoro precedente aveva suggerito che donne e uomini hanno livelli simili di placca amiloide, valutati dalle scansioni PET amiloide, negli stadi presintomatici del MA", ha detto Sperling.


Le donne tendono a dimostrare un "declino cognitivo più rapido, per una quantità definita di amiloide", ha osservato la Sperling, affermando che lo studio è stato progettato per indagare su uno dei meccanismi potenziali per questa differenza: i livelli di tau nei grovigli neurofibrillari.


Poca attenzione è stata dedicata finora alle differenze sessuali nella deposizione regionale di tau nel contesto del carico di Aβ all'APOE ε4, sottolineano gli autori, che hanno quindi deciso di esaminare "l'influenza del sesso per modificare l'associazione trasversale ben caratterizzata tra PET tau regionale e PET Aβ globale". Hanno inoltre cercato di indagare il grado in cui il sesso e l'APOE ε4 potrebbero interagire per influenzare la tau regionale.


Per farlo i ricercatori hanno usato i dati di due campioni di convenienza trasversale (lo studio HABS e il database ADNI) dei partecipanti che hanno ricevuto scansioni PET sia della tau che dell'Aβ tra gennaio 2016 e febbraio 2018.


Entrambi i gruppi di partecipanti erano clinicamente normali al momento della prima scansione tau. Dei 193 partecipanti all'HABS (punteggio di demenza clinico globale, 0, media [DS] età 74,3 [8,0] anni), 118 (61%) erano di sesso femminile. La coorte ADNI era composta da 103 individui (punteggio di demenza clinico globale, 0, età media 75,6 [6,3] anni), di cui 55 (53%) erano di sesso femminile.


Entrambi gli studi hanno usato il tracciante flortaucipir[18F] per la PET tau. Inoltre, i pazienti HABS sono stati sottoposti a scansione PET con [11C] PiB, mentre i pazienti ADNI sono stati sottoposti a scansione PET con florbetapir.

 

Maggiore suscettibilità all'amiloide?

Gli individui HABS hanno ottenuto risultati significativamente migliori nella memoria logica (richiamo ritardato), rispetto alle controparti ADNI (t = -5.56, P < .001), ma per altro verso non differivano per età, sesso, stato Aβ+ o stato di APOE ε4.


Sia nelle coorti HABS che in quelle ADNI, le donne con carico di Aβ più elevato hanno mostrato più tau EC, rispetto agli uomini con Aβ simile (β = -0,17, intervallo di confidenza al 95% [CI], -0,32 a -0,01, P = .04 e β = -0,23; IC 95%, da -0,42 a -0,04, rispettivamente).


Nel gruppo HABS, tuttavia, i risultati si sono attenuati dopo aver usato l'analisi di regressione 'robusta', al contrario del gruppo ADNI, in cui i risultati sono rimasti significativi. Sesso e APOE non hanno interagito per influenzare la ritenzione di tau nel gruppo HABS, mentre nel gruppo ADNI, l'associazione tra APOE ε4 e la ritenzione di tau era più forte tra le donne che tra gli uomini.


I ricercatori non hanno trovato differenze di sesso nella regione di interesse (ROI) del precuneo di entrambe le coorti. Tuttavia, le donne in entrambe le coorti hanno mostrato un segnale elevato nella ROI parietale superiore rispetto agli uomini, dopo l'aggiustamento per l'età.


In un modello meta-analitico comprendente partecipanti di entrambe le coorti che avevano un carico di Aβ più elevato, le donne mostravano tau EC più elevata rispetto agli uomini (stima meta-analitica: β [maschio] = -0.11 [0,05], 95% CI, - Da 0,21 a -0,02; P = .02).


L'effetto interattivo del sesso e dell'APOE sulla tau EC non era significativo; tuttavia, l'interazione tra sesso e Aβ sulla tau EC era significativa: β (maschio, Aβ+) = -0,19 (0,06) [95% CI, -0,32 a -0,07], P = .002.  L'esame esplorativo di un'interazione a 3 vie tra sesso, APOE e Aβ non ha trovato alcuna interazione significativa.


"Non sappiamo ancora perché le donne potrebbero avere livelli maggiori di tau in generale, ma questo studio suggerisce che le donne potrebbero essere più sensibili agli effetti dell'amiloide, con maggiore neurodegenerazione e più patologia di grovigli", ha commentato la Sperling.

 

 

Nota: La Sperling dichiara di essere consulente e ricercatrice retribuita di numerose aziende farmaceutiche. Le dichiarazioni dettagliate sue e degli altri autori sono elencate sul documento originale.

 

 


Fonte: Batya Swift Yasgur MA/LSW in Medscape (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rachel F. Buckley, Elizabeth C. Mormino, Jennifer S. Rabin, Timothy J. Hohman, Susan Landau, Bernard J. Hanseeuw, Heidi I. L. Jacobs, Kathryn V. Papp, Rebecca E. Amariglio, Michael J. Properzi, Aaron P. Schultz, Dylan Kirn, Matthew R. Scott, Trey Hedden, Michelle Farrell, Julie Price, Jasmeer Chhatwal, Dorene M. Rentz, Victor L. Villemagne, Keith A. Johnson, Reisa A. Sperling. Sex Differences in the Association of Global Amyloid and Regional Tau Deposition Measured By Positron Emission Tomography in Clinically Normal Older Adults. JAMA Neurol., 4 Feb 2019. doi: 10.1001/jamaneurol.2018.4693

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.