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Antidolorifici forti aumentano il rischio di frattura dell'anca nell'Alzheimer

strong painkiller drugs

Le persone che usano forti antidolorifici (oppiacei) hanno il doppio del rischio di frattura dell'anca rispetto ai non consumatori di oppioidi, secondo un nuovo studio effettuato alla University of Eastern Finland. Il rischio era più alto nei primi due mesi di uso di oppioidi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista PAIN.


Il rischio di frattura dell'anca aumenta con l'aumento della forza degli oppioidi:

  • l'uso di oppioidi deboli, come la codeina e il tramadolo, non era associato al rischio di frattura dell'anca;
  • gli oppioidi moderatamente forti, come la buprenorfina, erano associati a un rischio doppio;
  • gli oppioidi forti, come l'ossicodone e il fentanil, erano associati a un rischio quasi triplo rispetto al non uso.

La buprenorfina e il fentanil sono stati usati quasi esclusivamente come cerotti in questo studio.


Gli oppioidi sono usati per trattare il dolore grave nei casi in cui altri antidolorifici non riescono a produrre una risposta sufficiente. Gli oppioidi hanno un impatto sul sistema nervoso centrale e per questo motivo l'uso di oppioidi può causare disabilità o sonnolenza. È noto che gli oppioidi aumentano il rischio di cadute che, a loro volta, possono portare a frattura dell'anca nelle persone anziane.


La ricerca ha analizzato i dati dello studio MEDALZ basato sul registro nazionale, gestito all'Università della Finlandia orientale. Per questo studio sono state incluse 23.100 persone con diagnosi di Alzheimer, residenti nelle comunità della Finlandia nel periodo 2010-2011. Da questo campione, sono stati identificati nuovi utenti di oppioidi e abbinati a non consumatori di oppioidi.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Taipale H, Hamina A, Karttunen N, Koponen M, Tanskanen A, Tiihonen J, Hartikainen S, Tolppanen AM. Incident opioid use and risk of hip fracture among persons with Alzheimer’s disease, a nationwide matched cohort study. PAIN, 12 Oct 2018, DOI: 10.1097/j.pain.0000000000001412

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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