Nel loro sforzo di ridurre l'uso di antipsicotici negli anziani con demenza, i medici devono essere consapevoli del fatto che il trazodone (o trazadone), usato di frequente come alternativa, è associato a un rischio di cadute e fratture gravi simile a quello degli antipsicotici atipici, secondo una nuova ricerca pubblicato su CMAJ (Canadian Medical Association Journal).
"Nel tentativo di diminuire l'uso di antipsicotici, i medici non devono considerare il trazodone un'alternativa più sicura e più uniforme degli antipsicotici atipici, poiché l'uso del trazodone è associato a un rischio di cadute e fratture osteoporotiche importanti paragonabile a quello degli antipsicotici atipici, i farmaci associati a questi esiti avversi, nella nostra popolazione di pazienti", scrive la dott.ssa Jennifer Watt, del St. Michael's Hospital di Toronto in Ontario, con i coautori.
Il tasso di demenza in Canada è del 7%, ma si avvicina a quasi il 25% nelle persone dopo gli 85 anni di età. Nelle strutture di assistenza a lungo termine, il 62% dei residenti ha una demenza e molti mostrano comportamenti aggressivi. Sebbene le prove siano limitate sull'efficacia, gli antipsicotici e il trazodone (un antidepressivo usato anche per problemi di sonno) sono solitamente prescritti per i pazienti con demenza.
Usando dati collegati dell'Institute for Clinical Evaluative Sciences (ICES), i ricercatori hanno esaminato 6.588 anziani trattati di recente con trazodone e 2.875 che avevano assunto di recente un antipsicotico atipico. Hanno scoperto che i pazienti trattati con trazodone avevano un tasso di cadute e fratture gravi, incluse fratture dell'anca, simile a quello del gruppo che riceveva antipsicotici atipici. Tuttavia, il trazodone era associato a un minor rischio di morte in questi pazienti.
"Speriamo che queste informazioni possano essere utili nelle conversazioni tra pazienti/caregiver e medici sui benefici e sui rischi delle diverse opzioni di trattamento", afferma la Dott.ssa Watt.
In un commento correlato il dott. Elia Abi-Jaoude, del The Hospital for Sick Children e dell'University Health Network di Toronto, scrive con i coautori:
"Watt e colleghi sottolineano inoltre l'importanza di dare priorità agli approcci non farmacologici per la gestione dei sintomi comportamentali e psicologici della demenza.
"Gli approcci non farmacologici comprendono vari interventi comportamentali, ambientali e di supporto al caregiver, e le prove esistenti suggeriscono che questi hanno un effetto maggiore di molte terapie farmacologiche psicotropiche".
Fonte: Canadian Medical Association Journal via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Jennifer A. Watt, Tara Gomes, Susan E. Bronskill, Peter C. Austin, Joanne M. Ho and Sharon E. Straus. Comparative risk of harm associated with trazodone or atypical antipsychotic use in older adults with dementia: a retrospective cohort study. CMAJ, 26 Nov 2018, DOI: 10.1503/cmaj.180551
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.