Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio: 'le placche da sole non sono sufficienti a uccidere i neuroni'

Studio: 'le placche da sole non sono sufficienti a uccidere i neuroni'Le placche di amiloide in verde, tra i neuroni in rosso (Foto: D Ovchinnikov) Una nuova ricerca dall'Istituto Australiano di Bioingegneria e Nanotecnologia dell'Università del Queensland ci ha fatto compiere un passo avanti per capire come i gruppi proteici chiamati 'placche amiloidi' contribuiscono alla morte delle cellule cerebrali nel morbo di Alzheimer (MA).


La ricerca, pubblicata su Stem Cell Reports, mostra che un aumento di produzione di placche, inaspettatamente non porta ad un aumento della morte delle cellule cerebrali (neuroni), suggerendo che non uccidono i neuroni direttamente o, se lo fanno, non lavorano da sole.


Uno dei principali segni distintivi del MA è l'accumulo delle cosiddette "placche" di amiloide-beta, che si formano quando un tipo di proteina nel cervello, chiamata «proteina precursore dell'amiloide» (APP), viene scomposta in frammenti più piccoli. Questi frammenti, che sono chiamati amiloide-beta, si raggruppano formando le placche.


È opinione diffusa che queste placche amiloidi contribuiscono alla morte dei neuroni nelle persone con MA, sia direttamente, sia inducendo un'altra proteina (tau), a formare grovigli "neurofibrillari" tossici. Pertanto, la riduzione delle placche amiloidi è stata al centro di molti sforzi per trattare la condizione.


Per comprendere meglio il ruolo che hanno l'APP e le placche amiloidi nella morte dei neuroni, il professor Ernst Wolvetang e i ricercatori dell'AIBN hanno usato cellule staminali di persone affette da sindrome di Down perché generalmente sviluppano il MA ad esordio precoce.


"Le persone con sindrome di Down hanno una copia extra del cromosoma 21, e quindi portano una copia extra del gene della proteina precursore dell'amiloide (APP)", afferma il primo autore Dr Dmitry Ovchinnikov.


I ricercatori sono riusciti a far crescere i neuroni dalle cellule staminali della sindrome di Down e quindi hanno usato lo strumento di modifica dei geni CRISPR per manipolare i livelli della proteina in questi neuroni.


Ciò ha permesso loro di dimostrare che i livelli più alti di APP sono effettivamente responsabili di un aumento dei grumi di amiloide-beta. Tuttavia, con loro sorpresa, questo non ha causato un aumento della morte delle cellule neuronali o del numero osservato di grovigli tossici di tau.


"I nostri dati mettono in discussione l'attuale dogma del settore, che le placche amiloidi sono sufficienti a causare i cambiamenti neurodegenerativi associati al MA"
, ha detto il professor Wolvetang. "La ricerca evidenzia che modellare le malattie con cellule staminali umane in un piatto può fornire nuove conoscenze sui meccanismi molecolari che cospirano per causare il MA ed è interessante notare che questo apre ora la strada alla ricerca di farmaci".

 

 

 


Fonte: University of Queensland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Dmitry A. Ovchinnikov, Othmar Korn, Isaac Virshup, Christine A. Wells, Ernst J. Wolvetang. The Impact of APP on Alzheimer-like Pathogenesis and Gene Expression in Down Syndrome iPSC-Derived Neurons. Stem Cell Reports, Published Online: 31 May 2018, DOI: 10.1016/j.stemcr.2018.05.004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)