La neuroscienza della danza è un campo di ricerca relativamente nuovo, ma in rapida crescita. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati una serie di nuovi studi e una dissertazione basata su ricerche nelle neuroscienze della danza. Questi risultati ci aiutano a capire meglio perché balliamo e come la danza impegna e cambia il cervello umano.
L'11 maggio scorso Hanna Poikonen della Cognitive Brain Research Unit dell'Università di Helsinki ha presentando la sua tesi di dottorato (rif. 1). Questa ricerca aggiunge nuovi spunti al fiorente campo di studi della "neuroscienza della danza" e presenta metodi di ricerca potenzialmente rivoluzionari che possono avere applicazioni cliniche.
Per la sua tesi, la Poikonen ha sviluppato nuovi modi per studiare varie funzioni cerebrali fuori del laboratorio. Usando 'potenziali legati agli eventi' (ERP) ed elettroencefalografia (EEG), è riuscita a monitorare il modo in cui il cervello dei ballerini professionisti differisce sia dal profano medio che dai musicisti ben addestrati.
Uno dei principali aspetti della sua ricerca è che i ballerini esperti mostrano una sincronizzazione avanzata dell'onda theta (4-8 Hz) quando guardano un numero di ballo. Ricerche precedenti avevano scoperto che le onde cerebrali theta sono associate alla sincronizzazione di aree cerebrali più profonde (come l'ippocampo, i gangli della base e il cervelletto) con la corteccia cerebrale.
"Studi su ballerini e musicisti professionisti hanno evidenziato l'importanza dell'interazione multimodale e delle regioni cerebrali correlate al movimento nell'elaborazione cerebrale della danza e della musica", ha detto la Poikonen in una nota. "Il cervello dei ballerini reagisce più rapidamente ai cambiamenti nella musica. Il cambiamento era evidente nel cervello come riflesso prima che il danzatore ne fosse consapevole a livello conscio. Ho anche scoperto che i ballerini mostrano una sincronizzazione più forte con la bassa frequenza theta. La sincronizzazione theta è collegata ai processi emotivi e di memoria che sono fondamentali per tutte le interazioni interpersonali e l'autocomprensione".
E' da notare che nel 2006 uno studio rivoluzionario (rif. 3) ha rilevato che la stimolazione magnetica transcranica sopra il verme cerebellare (che collega gli emisferi destro e sinistro del cervelletto) ha aumentato la sincronizzazione dell'onda theta.
I coautori Dennis Schutter e Jack van Honk concludono: "Sia la ricerca animale che quella umana mettono in relazione l'attività theta con il complesso setto-ippocampale, un'importante struttura cerebrale coinvolta nella cognizione e nelle emozioni. L'attuale studio elettrofisiologico supporta i precedenti risultati di stimolazione elettrica intracranica dimostrando il coinvolgimento cerebellare nella modulazione delle frequenze del nucleo relative agli aspetti cognitivi ed emotivi del comportamento umano".
La danza è un aspetto universale dell'esperienza umana da millenni e fa parte del nostro DNA collettivo. Il nostro corpo e il nostro cervello si sono evoluti per danzare in un sincronismo sincronizzato. E ballare su base regolare sembra cambiare il modo in cui pensiamo e interagiamo l'uno con l'altro.
In un articolo del 2017 ("Il cervello di un ballerino si sviluppa in un modo unico"), la Poikonen scrive:
"Nella danza, gli elementi di base dell'umanità si combinano in modo naturale. Combina azione creativa, movimento e collaborazione, proprio come suonare la musica. Il movimento coinvolge tutto il corpo, come negli sport... Gli studi sulla produzione di musica e movimento mostrano che, durante la cooperazione, il cervello di due persone si sintonizza sulla stessa frequenza. Questo è evidente nel modo in cui diventano sincronizzate le onde cerebrali a bassa frequenza dei partecipanti.
La sincronizzazione del cervello consente una cooperazione perfetta ed è necessaria per creare sia musica armonica che movimento. La capacità di sintonizzarsi con la frequenza cerebrale di un'altra persona è essenziale per la funzione di qualsiasi comunità empatica".
Attraverso la lente neuroscienza-della-danza, un articolo del 2016 di Peter Lovatt (“This Is Why We Dance”) riassume che il cervello umano fa la coreografia del movimento di oltre 600 muscoli mentre balla. Lovatt ha scritto:
"La corteccia motoria, situata nella parte posteriore del lobo frontale, è coinvolta nella pianificazione, nel controllo ed esecuzione di movimenti volontari. Nel frattempo, i gangli della base, una serie di strutture nel cervello, lavorano con la corteccia motoria per attivare movimenti ben coordinati. Anche il cervelletto, nella parte posteriore del cranio, svolge diversi ruoli, tra cui l'integrazione di informazioni dai nostri sensi in modo che i movimenti siano perfettamente fluidi e precisi".
Peter Lovatt, che si autodefinisce "Dottor Dance", è uno psicologo di danza di fama mondiale e direttore del Dance Psychology Lab all'Università di Hertfordshire. Lovatt sottolinea anche che il cervelletto è responsabile di mantenere il tempo a battere e il ritmo. Nel 2006, uno studio di riferimento di Steven Brown, Michael J. Martinez e Lawrence M. Parsons (rif. 2), ha reclutato ballerini di tango amatoriali e li ha fatti eseguire movimenti di danza specifici in una scansione PET, sia con musica, che senza. Steven Brown è attualmente il direttore di The NeuroArts Lab alla McMaster University.
È interessante notare che, nel 2006, Brown et al. osservò che il verme anteriore del cervelletto supportava il trascinamento del movimento a un ritmo musicale. I ricercatori hanno concluso:
"Non sarebbe ipotizzabile che il cervelletto aiuti le strutture neurali corticali, sottocorticali e periferiche nella raccolta di informazioni uditive e somato-sensoriali ottimali al fine di influenzare il sistema motorio corticale per sincronizzare meglio l'esecuzione del movimento con il ritmo uditivo. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire le funzioni delle precedenti regioni cerebellari".
Sulla stessa linea, uno studio del 2015 ha osservato che l'ascolto della musica dance popolare nell'ambito di una risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha attivato più intensamente il cervelletto, in particolare il verme, nei partecipanti che amavano ballare piuttosto che in coloro che erano indifferenti alla danza.
Come può migliorare la vita delle persone il movimento della danza?
Un recente caso di studio sulle neuroscienze della danza ha esplorato i benefici riabilitativi della danza di coppia per migliorare le funzioni del cervelletto in un paziente con grave atassia cerebellare. Questo documento (rif. 7) è stato pubblicato online il 30 marzo 2018 nella rivista Physiotherapy Theory and Practice.
Per questo caso di studio, un maschio di 39 anni, a cui era stata diagnosticata un'atrofia cerebellare all'età di 24 anni, ha partecipato a un programma di 8 settimane progettato per migliorare il suo equilibrio e la stabilità posturale attraverso l'allenamento del movimento basato sulla danza. Gli autori riassumono i loro risultati: "L'individuo ha dimostrato miglioramenti nell'equilibrio di posizione indipendente, nelle caratteristiche dell'andatura e nella mobilità funzionale. Inoltre, dopo il completamento dell'intervento sono stati osservati miglioramenti nella depressione auto-riportata e nel punteggio di qualità della vita".
Sebbene i risultati di questo studio sull'atassia cerebellare siano limitati a un singolo partecipante, i ricercatori ipotizzano che la danza associata abbia il potenziale di aiutare a vari livelli coloro che sono danneggiati dalla disfunzione cerebellare.
Hanna Poikonen è ottimista sul fatto che presto un giorno i nuovi metodi che ha messo a punto per la sua tesi di dottorato saranno applicati per aiutare a sviluppare e valutare l'efficacia delle forme espressive della terapia, come il movimento basato sulla danza.
"Il dolore, lo stress e l'ansia spesso vanno di pari passo con la depressione: la danza, la musica e le relative forme espressive di terapia potrebbero aiutare a ridurre le fluttuazioni mentali anche prima dell'inizio della piena depressione", ha detto la Poikonen. Sulla base di un corpo crescente di prove empiriche, essa ritiene che il movimento della danza possa essere usato nell'ambito di un trattamento olistico per condizioni come il Parkinson, il dolore cronico, la demenza, l'autismo e i disturbi dell'umore.
Fonte: Christopher Bergland, atleta di resistenza di classe mondiale, allenatore, scrittore e attivista politico.
Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti:
- Hanna Poikonen. "Dance on Cortex - ERPs and Phase Synchrony in Dancers and Musicians During a Contemporary Dance Piece" University of Helsinki (May 2018)
- Steven Brown, Michael J. Martinez, and Lawrence M. Parsons. "The Neural Basis of Human Dance.” Cerebral Cortex (2006) DOI: 10.1093/cercor/bhj057
- Dennis Schutter and Jack van Honk. "An electrophysiological link between the cerebellum, cognition and emotion: frontal theta EEG activity to single-pulse cerebellar TMS." Neuroimage (2006) DOI: 10.1016/j.neuroimage.2006.06.055
- Molinari, Marco, Maria G. Leggio, and Michael H. Thaut. "The cerebellum and neural networks for rhythmic sensorimotor synchronization in the human brain." The Cerebellum (2007) DOI: 10.1080/14734220601142886
- Michael H. Thaut, Pietro Davide Trimarchi, and Lawrence M. Parsons. "Human Brain Basis of Musical Rhythm Perception: Common and Distinct Neural Substrates for Meter, Tempo, and Pattern." Brain Sciences (2014) DOI: 10.3390/brainsci4020428
- Rusner, C., A. Todt, M. Knörgen, R. P. Spielmann, and W. Auhagen. "Differences in the activation of superficial brain structures by popular dance and art music: An fMRI study" Clinical Neurophysiology (2015) DOI: 10.1016/j.clinph.2015.04.156
- Yong-Gwan Song,Young-Uk Ryu,Seung-Jin Im,Ye-Seung Lee, and Jin-Hoon Park. "Effects of dance-based movement therapy on balance, gait, and psychological functions in severe cerebellar ataxia: A case study." Physiotherapy Theory and Practice (Published online: March 30, 2018) DOI: 10.1080/09593985.2018.1457119
- Fan, Peng-Fei, Chang-Yong Ma, Paul A. Garber, Wen Zhang, Han-Lan Fei, and Wen Xia "Rhythmic displays of female gibbons offer insight into the origin of dance." Scientific Reports (2016) DOI: 10.1038/srep34606
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.