Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello combatte la demenza spostando le risorse tra aree diverse

Il cervello combatte la demenza spostando le risorseFonte: BaycrestIl cervello continua a tenere viva una lotta anche quando le malattie neurodegenerative, come la demenza, danneggiano alcune aree e funzioni. In effetti, le scoperte recenti di uno studio congiunto Baycrest - University of Arizona suggeriscono che un metodo che usa il cervello per contrastare queste malattie è la riassegnazione di compiti ad aree diverse.


I pazienti con diagnosi di afasia progressiva primaria (PPA), una rara forma di demenza che deruba una persona della capacità di comunicare, attingono a un'area diversa del cervello per elaborare il significato delle parole, secondo un articolo pubblicato sulla rivista Neuroimage: Clinical.


In genere le persone si affidano alla parte sinistra del cervello per comprendere le parole che leggono o ascoltano, ma i pazienti con PPA hanno mostrato più attività cerebrale sulla destra. Questi risultati potrebbero aiutare a sviluppare trattamenti mirati per preservare la funzionalità cerebrale.


Studi precedenti hanno dimostrato che questa tattica di conservazione viene usata dopo un danno cerebrale, come un trauma cranico o un ictus, ma questo è uno dei primi studi a dimostrare il fenomeno in una malattia neurodegenerativa.


"Questi risultati offrono una speranza poiché dimostrano che, malgrado la degenerazione provocata dalla PPA, il cervello si adatta naturalmente per cercare di preservare le funzioni", afferma il dott. Jed Meltzer, autore senior, scienziato del Rotman Research Institute (RRI) del Baycrest e cattedra di Neuroscienza Cognitiva Interventistica. "Questa compensazione suggerisce che ci sono opportunità di intervenire e offrire un trattamento mirato a quelle aree".


Lo studio ha eseguito scansioni cerebrali a 28 adulti da 58 a 83 anni di età, 13 dei quali avevano la diagnosi di PPA. Durante la scansione del cervello, ai partecipanti è stato chiesto di leggere frasi che apparivano sullo schermo, alcune delle quali presentavano errori grammaticali o parole non corrispondenti.


Quando un adulto in buona salute elabora le frasi con errori, c'è un picco nell'attività cerebrale poiché il cervello ha bisogno di lavorare di più per dare loro un senso, dice il dott. Meltzer, che è anche assistente professore nei dipartimenti di psicologia e di patologia del linguaggio vocale all'Università di Toronto.


Le persone con PPA avevano maggiori difficoltà nel rilevare gli errori e mostravano un picco più contenuto e più lento nell'attività del cervello quando vedevano le parole sbagliate, il che poteva significare che non le stavano elaborando a fondo, dice il dott. Meltzer. Quelli con PPA che sono andati meglio hanno mostrato una risposta più ampia nella parte opposta del cervello, quella destra, rispetto agli adulti sani.


"Abbiamo identificato le aree del cervello che consentivano ai pazienti di compensare la morte dei neuroni nel cervello", afferma Aneta Kielar, assistente professore di scienze della parola, del linguaggio e dell'udito e di scienze cognitive all'Università dell'Arizona, che ha fatto il lavoro come post-dottorato all'RRI. Ha detto che sapere quali aree del cervello usano le persone con PPA per capire il linguaggio può aiutare nello sviluppo di trattamenti.


Le risposte più lente del cervello potrebbero anche essere usate dai medici per valutare la gravità della malattia e portare anche a iniziare i trattamenti prima, aggiunge il dott. Meltzer.


Come passi successivi, gli scienziati stanno usando questi dati sull'attività cerebrale per aiutare a trattare i pazienti di PPA con la stimolazione cerebrale mirata. Il loro lavoro esplorerà anche gli effetti a breve e lungo termine di questo intervento.

 

 

 


Fonte: Baycrest Centre for Geriatric Care (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A. Kielar, T. Deschamps, R. Jokel, J.A. Meltzer. Abnormal language-related oscillatory responses in primary progressive aphasia. NeuroImage: Clinical, 2018; 18: 560 DOI: 10.1016/j.nicl.2018.02.028

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)