Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteine di lunga durata indicano come i ricordi durano una vita

Proteine di lunga durata indicano come durano una vita i ricordiStabilità a lungo termine della struttura delle sinapsi (magenta) e dell'espressione dei recettori dei neurotrasmettitori (giallo) nelle sinapsi nel cervello. Le frecce indicano le stesse sinapsi fotografate sui topi vivi per quattro settimane. (Fonte: Johns Hopkins Medicine)

Nello spazio minuscolo del cervello in cui si incontrano due cellule nervose, dei segnali chimici ed elettrici sono scambiati avanti e indietro, un sistema di messaggistica che fluisce e scorre in quegli spazi sinaptici, talvolta in un modo che secondo gli scienziati può aiutare l'apprendimento e la memoria.


Ma poiché la maggior parte delle proteine ​​presenti in quelle sinapsi muoiono e si rinnovano molto rapidamente, gli scienziati hanno avuto difficoltà a stabilire come le sinapsi siano abbastanza stabili da spiegare il tipo di apprendimento e memoria che dura tutta la vita.


Ora, i neuroscienziati della John Hopkins University riferiscono di essere riusciti (con studi di larga scala su proteine ​​e con analisi chimiche ad alta tecnologia) a scoprire 164 proteine ​​nelle sinapsi nei topi, che sopravvivono alle proteine ​​vicine per settimane e mesi.


Queste proteine ​​stabili, dicono, possono far parte del meccanismo molecolare che governa la memoria e l'apprendimento a lungo termine (come pure la perdita di memoria) di tutti i mammiferi, inclusi gli umani. Una sintesi dei loro esperimenti è pubblicata dal 2 aprile su Procceding of the National Academy of Sciences.


"Sapevamo che la struttura complessiva delle sinapsi tende ad essere molto stabile, dura almeno un anno nel cervello dei topi", dice Richard Huganir PhD, professore e direttore del dipartimento di Neuroscienze e direttore del Kavli Neuroscience Discovery Institute della Johns Hopkins University.


Il suo gruppo conosceva già le proteine ​​a lunga durata come la cristallina (che costituisce le lenti dell'occhio) e il collagene (che si trova nel tessuto connettivo). Sono molto stabili anche le proteine ​​all'interno dei pori nucleari (i tunnel di trasporto dentro e fuori il nucleo di una cellula) e negli istoni, una sorta di "bobina" avvolta dal DNA.


"Così, abbiamo ragionato, ci devono essere proteine anche ​​in quelle sinapsi che durano a lungo e crediamo di averne trovate molte".


Per farlo, Huganir e i suoi colleghi si sono concentrati su un gruppo di otto topi allevati in laboratorio e nutriti con cibo che conteneva un tracciante molecolare in grado di attaccarsi alle proteine ​​degli animali.


Il tracciante era un composto organico chiamato amminoacido, uno degli elementi costitutivi delle proteine. Ma questi amminoacidi contenevano neutroni extra, che rendono 'più pesante' la proteina quando è analizzata da uno spettrometro di massa, un dispositivo che misura la massa e la carica delle molecole.


I topi hanno mangiato il cibo con amminoacidi 'pesanti' per sette settimane. Durante questo periodo, le proteine ​​a lunga durata tendevano a incorporare il tracciante pesante a un ritmo più lento rispetto a quello di altre proteine ​​a vita breve.


Poi i topi hanno ricevuto altre sette settimane di cibo che conteneva aminoacidi 'leggeri' privi del protone extra. Le proteine ​​a vita lunga cambiano meno frequentemente e quindi rimangono attaccate al tracciante pesante.


Gli scienziati hanno quindi analizzato il tessuto cerebrale di due dei topi dopo le prime sette settimane e altri due topi dopo altre sette settimane. Hanno anche messo quattro dei topi in gabbie più grandi con tubi, perle e altri oggetti per stimolare la loro attività cerebrale e hanno analizzato il tessuto cerebrale di 2 di loro dopo ogni periodo di sette settimane.


Usando uno spettrometro di massa, gli scienziati hanno registrato il rapporto tra amminoacidi pesanti e normali su 2.272 proteine ​​localizzate nelle sinapsi. Le proteine ​​a lunga vita hanno trattenuto più della metà degli amminoacidi pesanti durante le prime sette settimane.


La maggior parte delle proteine ​​erano di vita breve, duravano un giorno o due, dice Huganir. Ma gli scienziati hanno trovato 164 proteine ​​che sono durate molto più a lungo, fino a diverse settimane o mesi. Per alcune si è stimata una durata di anni.


Lavorando con Akhilesh Pandey MD/PhD, del McKusick / Nathans Institute of Genetic Medicine della Johns Hopkins, il team di ricerca ha isolato e identificato le proteine ​​a lunga durata. Una di queste appartiene al percorso di segnalazione RAS, mentre altre sono collegate con l'impalcatura cellulare.


Huganir e il suo team stanno continuando a studiare 50 delle proteine ​​più longeve del gruppo, alcune delle quali si stima che durino anni. Poiché queste proteine 'vecchie' ​​possono accumulare danni nel tempo, egli afferma che il suo team cercherà anche qualsiasi legame tra le proteine ​​e il declino cognitivo correlato all'età umana.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Seok Heo, Graham H. Diering, Chan Hyun Na, Raja Sekhar Nirujogi, Julia L. Bachman, Akhilesh Pandey, Richard L. Huganir. Identification of long-lived synaptic proteins by proteomic analysis of synaptosome protein turnover. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2018; 201720956 DOI: 10.1073/pnas.1720956115

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.