Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato possibile biomarcatore dell'Huntington e, forse, dell'Alzheimer

La nuova scoperta di un potenziale biomarcatore per la malattia di Huntington (MH) potrebbe darci un modo più efficace di valutare l'efficacia dei trattamenti per questa malattia neurologica. I risultati possono fornire informazioni sui trattamenti che potrebbero posticipare la morte dei neuroni nei portatori della mutazione del gene MH, ma che non mostrano ancora i sintomi della malattia.


Lo studio, condotto da ricercatori della Boston University, in collaborazione con lo studio PREDICT-HD, coordinato dai colleghi dell'università dell'Iowa, è apparso sulla rivista Neurology.


L'MH è una malattia neurologica ereditaria fatale che di solito si manifesta tra i 30 e i 50 anni. È causata da un difetto genetico nel gene Huntington che viene trasmesso da genitore a figlio. La malattia è causata dalla presenza di troppi elementi ripetuti nella sequenza genica e un numero più alto di ripetizioni porta ad un esordio più precoce e ad un aumento della gravità della condizione.


Il gruppo di ricerca ha studiato il liquido cerebrospinale (CSF) di 30 individui portatori della mutazione che causa la MH, ma che non mostravano ancora i sintomi. Sono stati in grado di identificare i livelli alterati di una molecola (chiamata microRNA) negli individui, fino a venti anni prima dell'inizio previsto dei sintomi.


"La scoperta più interessante è stata che i livelli delle microRNA iniziano ad aumentare molti anni prima che l'individuo mostri i sintomi e continuano ad aumentare avvicinandosi alla malattia. Le sperimentazioni cliniche per nuovi trattamenti MH che possono ridurre i livelli delle microRNA suggeriscono che questi trattamenti possono ritardare l'insorgenza della malattia", ha spiegato l'autore senior Richard H. Myers PhD, professore di neurologia e direttore del Genome Science Institute della Boston University.


Secondo i ricercatori, queste scoperte hanno il potenziale di essere un modo più efficace per dire se i trattamenti con MH possono posticipare la malattia prima che inizi. "Valutando le microRNA nel CSF, potrebbe essere possibile eseguire questi studi in persone che sono portatrici del gene MH, ma che non mostrano ancora i sintomi, fornendo le prove di quali studi possono posticipare l'insorgenza e fornire anni di vita più sani" ha aggiunto Myers.


Questi risultati suggeriscono anche che altre microRNA possono essere marcatrici importanti di gravità per altre malattie neurologiche come il Parkinson e l'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: Boston University School of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eric R. Reed, Jeanne C. Latourelle, Jeremy H. Bockholt, Joli Bregu, Justin Smock, Jane S. Paulsen, Richard H. Myers. MicroRNAs in CSF as prodromal biomarkers for Huntington disease in the PREDICT-HD study. Neurology, 2017; 10.1212/WNL.0000000000004844 DOI: 10.1212/WNL.0000000000004844

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.