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La neurosessualità va affrontata meglio nei pazienti con neurodisabilità

Per le persone che hanno un disturbo cerebrale, per infortunio o per malattia, la riabilitazione è un processo complesso. La neurosessualità è un'area emergente di studio e di pratica che si concentra sulle relazioni tra cervello e la funzione sessuale degli individui con e senza disturbi neurologici.


Degli esperti in materia discutono sulla rivista NeuroRehabilitation di come la sessualità può influenzare la neuroriabilitazione dei pazienti che soffrono di una serie di condizioni, dall'ictus alle lesioni del midollo spinale, al comportamento sessuale dei pazienti con demenza.


La ricerca che affronta il rapporto tra sessualità e cervello ha una lunga storia nelle scienze neurologiche e comportamentali. Questo aumento di consapevolezza ha portato all'interno della comunità scientifica ad una migliore comprensione dell'importanza della sessualità come esito di salute, per promuovere la qualità della vita delle persone con neurodisabilità.


"Questo numero tematico di NeuroRehabilitation enfatizza che la cura della neurosessualità dovrebbe essere guidata da un approccio transdisciplinare, per valutare la base di evidenze delle potenziali conseguenze negative delle diverse neurodisabilità sulla sessualità e basarsi su solide strategie di trattamento per affrontare queste complessità", hanno spiegato gli autori Alexander Moreno PhD, Caron Gan RN/MScN/RP/AAMFT e Nathan D. Zasler MD.


Un importante contributo a questo tema propugna il cambio della cultura della neurodisabilità attraverso il linguaggio e la sensibilità dei fornitori [di cure], con l'obiettivo di creare un luogo sicuro per lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersex, asessuati e persone con altri orientamenti sessuali e forme di espressione di genere (LGBTQIA+).


"Le esigenze particolari degli individui LGBTQIA+ che vivono con un disturbo neurologico sono trascurate nella pratica clinica e nella ricerca. L'invisibilità degli individui LGBTQIA+ con disturbi neurologici riflette l'esclusione storica delle identità emarginate e crea disparità di accesso all'assistenza sanitaria", hanno spiegato Alexander Moreno PhD (Facoltà Scienze Umane / Dipartimento di sessuologia, della Université du Québec di Montréal e del Centro Ricerca Interdisciplinare nella Riabilitazione di Montreal), Ari Laoch MS (Virginia Commonwealth University) e Nathan D. Zasler MD (Concussion Care Center di Virginia Ltd. e Tree of Life Services Inc.).


L'invisibilità degli individui LGBTQIA+ con disordini neurologici si traduce in una minore qualità delle cure o in cure inadeguate, nella mancanza di riconoscimento di tutte le configurazioni familiari, nell'esclusione dei familiari e nelle violazioni dei diritti umani (ad esempio, il diritto di essere trattati con dignità). Far luce sulla diversità delle persone con disturbi neurologici ha il potenziale di migliorare l'assistenza sanitaria, aiutando i professionisti della riabilitazione a essere sensibili alle particolari esigenze degli individui LGBTQIA+.


Inoltre, i risultati di questo studio aiutano a promuovere l'inclusione della diversità sessuale e di genere nei curricula dei futuri professionisti e a delineare le future direzioni per la ricerca. Soprattutto, lo studio attuale fornisce raccomandazioni cliniche concrete volte ad orientare gli operatori sanitari che desiderano migliorare la loro pratica.


Gli autori hanno esaminato la letteratura riguardante i disturbi neurologici che colpiscono gli individui LGBTQIA+. Hanno scoperto che è sorprendente quanto sono ignorati gli individui LGBTQIA+ con disturbi neurologici nella pratica clinica e nella ricerca.


Gli operatori sanitari che lavorano con persone con disturbi neurologici hanno la responsabilità di creare spazi più sicuri nella loro pratica clinica, compreso l'uso di un linguaggio inclusivo, la modifica delle forme di ammissione per riflettere le diverse realtà, l'inclusione dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere nelle loro politiche istituzionali, e partecipare alla formazione continua per sfidare equivoci, stereotipi e atteggiamenti negativi.


Gli autori forniscono 20 raccomandazioni per guidare medici, ricercatori e professionisti delle politiche [sanitarie e sociali] sulla cura della comunità LGBTQIA+. Moreno, Laoch e Zasler hanno sottolineato che "attuare un cambiamento positivo nella riabilitazione delle persone LGBTQIA+ con neurodisabilità fa parte dei nostri obblighi come fornitori di assistenza sanitaria, che sono auto-riflessivi, critici e disposti a migliorare la qualità dei servizi forniti in un quadro etico".


Ulteriori contributi al numero speciale coprono vari argomenti importanti.

 

 

 


Fonte: IOS Press (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alexander Moreno, Caron Gan and Nathan D. Zasler. Changing the culture of neurodisability through language and sensitivity of providers: Creating a safe place for LGBTQIA+ people. NeuroRehabilitation, vol. 41, no. 2, pp. 375-393, 2017, Published: 14 Oct 2017 DOI: 10.3233/NRE-172187

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

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