Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

Ritmi cerebrali insoliti nel sonno fanno dimenticare gli anzianiI fusi del sonno negli anziani (a destra) raggiungono il picco troppo presto nel ciclo delle onde lente, rispetto ai giovani adulti (a sinistra), portando alla dimenticanza. (Fonte: Matthew Walker)Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, le onde cerebrali lente e veloci devono sincronizzarsi esattamente al momento giusto, durante il sonno profondo, per salvare i nuovi ricordi, secondo una nuova ricerca eseguita alla University of California di Berkeley.


Mentre questi ritmi cerebrali, che avvengono centinaia di volte per notte, si muovono in perfetta armonia nei giovani adulti, i risultati pubblicati ieri sulla rivista Neuron mostrano che nella vecchiaia le onde lente durante il sonno non-rapido (NREM) non riescono a sincronizzarsi esattamente con le raffiche elettriche veloci chiamate 'fusi'.


"Il tempo sbagliato impedisce agli anziani di riuscire a salvare efficacemente alla notte i nuovi ricordi, portando a dimenticare piuttosto che a ricordare", ha detto l'autore senior dello studio Matthew Walker, professore di neuroscienze e psicologia all'UC Berkeley e direttore del Centro Scienza del Sonno Umano del campus.


"Con l'invecchiamento del cervello, non è possibile coordinare precisamente queste due onde cerebrali del sonno profondo", ha aggiunto Walker. "Come un tennista che è fuori dal gioco, danno colpi e mancano [la palla]". Nel gergo del tennis, ad esempio, le onde cerebrali o le oscillazioni lente rappresentano il lancio della palla mentre i fusi simboleggiano l'oscillazione della racchetta quando punta a prendere contatto con la palla e servire un ace.


"Il tempismo è tutto. Solo quando le onde lente e i fusi si incontrano in una finestra temporale molto ristretta (circa un decimo di secondo), il cervello può collocare efficacemente nuovi ricordi nella sua memoria a lungo termine", ha detto il primo autore dello studio Randolph Helfrich, borsista postdottorato in neuroscience alla UC Berkeley.


Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che l'incapacità del cervello di coordinare le onde cerebrali nel sonno profondo è molto probabilmente dovuta alla degradazione o all'atrofia della corteccia frontale mediale, una regione chiave del lobo frontale del cervello che genera il sonno profondo e ristoratore di cui godiamo in gioventù.


"Quanto è peggiore l'atrofia in questa area cerebrale degli anziani, tanto più sono scoordinate e scarsamente programmate le loro onde cerebrali profonde", ha detto Walker. "Ma c'è una possibile soluzione: il sonno è ora un nuovo obiettivo per un potenziale intervento terapeutico".


Per amplificare le onde lente e farle sincronizzare in modo ottimale con i fusi, i ricercatori prevedono con esperimenti futuri di applicare la stimolazione cerebrale elettrica al lobo frontale. "Aumentando elettricamente queste onde cerebrali notturne, speriamo di ripristinare un certo grado di sonno profondo sano negli anziani e in quelli con demenza, e così facendo, recuperiamo aspetti del loro apprendimento e della memoria", ha detto Walker.


Per lo studio, i ricercatori hanno confrontato il ricordo notturno di 20 adulti sani tra 20 e 30 anni di età con quello di 32 anziani, per lo più settantenni. Prima di andare a letto per una notte intera, i partecipanti hanno imparato, e sono stati testati su, 120 gruppi di parole.


Mentre dormivano, i ricercatori hanno registrato l'attività elettrica delle loro onde cerebrali usando l'elettroencefalografia (EEG) del cuoio capelluto. La mattina dopo, i partecipanti allo studio sono stati testati nuovamente sulle coppie di parole, questa volta durante scansioni di risonanza magnetica funzionale e strutturale (fMRI).


I risultati dell'EEG hanno mostrato che negli anziani i fusi raggiungevano sempre troppo presto il picco nel ciclo di consolidamento della memoria e mancavano di sincronizzarsi con le onde lente.


Inoltre, le scansioni cerebrali hanno mostrato atrofia della materia grigia nella corteccia frontale mediale degli anziani, il che suggerisce che il deterioramento all'interno del lobo frontale impedisce alle onde lente e profonde di sincronizzarsi perfettamente con i fusi.

 

 

 


Fonte: Yasmin Anwar in University of California Berkeley (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Randolph F. Helfrich, Bryce A. Mander, William J. Jagust, Robert T. Knight, Matthew P. Walker. Old Brains Come Uncoupled in Sleep: Slow Wave-Spindle Synchrony, Brain Atrophy, and Forgetting. Neuron, Published online: December 14, 2017. DOI: 10.1016/j.neuron.2017.11.020

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)