Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nessuna prova che il gadolinio (contrasto x RM) alzi rischio di declino cognitivo

Nessuna prova che il gadolinio (contrasto in RM) alzi rischio di declino cognitivoLe aree tratteggiate sono state controllate nei controlli (1a colonna), al primo esame RM (2a) e all'ultimo (3a), su due aree cerebrali. (Fonte: Radiological Society of North America)Non ci sono prove che l'accumulo nel cervello dell'elemento gadolinio acceleri il declino cognitivo, secondo un nuovo studio presentato oggi all'incontro annuale della Radiological Society of North America.


I mezzi di contrasto basati sul gadolinio sono stati introdotti nel 1988 come mezzo per migliorare le immagini di risonanza magnetica e oggi sono largamente usati. L'agente di contrasto viene iniettato nel sangue del paziente ed eliminato dal corpo attraverso i reni.


"Si stima che dal 1988 siano state somministrate circa 400 milioni di dosi di gadolinio", ha detto l'autore senior dello studio, Robert J. McDonald MD/PhD, neuroradiologo della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota. "Il materiale di contrasto gadolinio è usato nel 40-50% delle scansioni MRI eseguite oggi".


In precedenza gli scienziati ritenevano che il mezzo di contrasto gadolinio non riuscisse ad attraversare la barriera emato-encefalica, la membrana semipermeabile che filtra selettivamente i materiali dal flusso sanguigno che cercano di entrare nel fluido extracellulare nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Tuttavia, studi recenti, compreso uno del Dr. McDonald e colleghi, hanno scoperto che tracce di gadolinio potrebbero restare per anni nel cervello dopo la risonanza magnetica.


L'8 settembre 2017, la FDA ha raccomandato di aggiungere alle etichette un avvertimento sulla ritenzione del gadolinio in vari organi, incluso il cervello, per gli agenti di contrasto basati sul gadolinio usati durante la risonanza magnetica. La FDA ha evidenziato diverse popolazioni di pazienti specifici con un rischio maggiore, compresi i bambini e le donne in gravidanza.


Tuttavia, si sa molto poco degli effetti sulla salute, se ce ne sono, del gadolinio trattenuto nel cervello.


Per questo studio, il dott. McDonald e i colleghi hanno cercato di identificare il potenziale neurotossico della deposizione di gadolinio intracranico dopo somministrazione endovenosa di agenti di contrasto a base di gadolinio durante la risonanza magnetica.


I ricercatori hanno utilizzato il Mayo Clinic Study of Aging (MCSA), la più grande coorte prospettica di invecchiamento del mondo, per studiare gli effetti dell'esposizione al gadolinio sulla funzione neurologica e neurocognitiva.


Tutti i partecipanti al MCSA sono sottoposti a un'ampia valutazione neurologica e a test neuropsicologici al basale e a intervalli di 15 mesi. I punteggi neurologici e neurocognitivi sono stati confrontati usando metodi standard tra pazienti con MCSA senza storia di esposizione precedente al gadolinio e quelli sottoposti a risonanza magnetica precedente con agenti di contrasto a base di gadolinio. La progressione dallo stato cognitivo normale al lieve decadimento cognitivo e alla demenza è stata valutata con l'analisi del modello multistato di Markov.


Lo studio ha coinvolto 4.261 uomini e donne cognitivamente normali, da 50 a 90 anni di età, e una media di 72 anni. La durata media della partecipazione allo studio è stata di 3,7 anni. Dei 4.261 partecipanti, 1.092 (25,6%) avevano ricevuto una o più dosi di agenti di contrasto a base di gadolinio, con almeno un partecipante che aveva ricevuto fino a 28 dosi precedenti. Il tempo mediano dalla prima esposizione al gadolinio è stato di 5,6 anni.


Dopo l'aggiustamento per età, sesso, livello di istruzione, prestazioni neurocognitive al basale e altri fattori, l'esposizione al gadolinio non si è rivelato un predittore significativo del declino cognitivo, della demenza, di una ridotta prestazione neuropsicologica o motoria. Tra questi parametri non sono stati osservati effetti correlati alla dose. L'esposizione al gadolinio non era un fattore di rischio indipendente nel tasso di declino cognitivo, dallo stato cognitivo normale alla demenza, in questo gruppo di studio.


"In questo momento c'è preoccupazione per la sicurezza dei mezzi di contrasto basati sul gadolinio, in particolare per quanto riguarda la ritenzione del gadolinio nel cervello e in altri tessuti", ha detto il dott. McDonald. "Questo studio ci rassicura che, alle dosi ragionevoli che il 95% della popolazione ha probabilità di ricevere durante la vita, non ci sono prove a questo punto che la ritenzione di gadolinio nel cervello sia associata a esiti clinici avversi".

 

 

 


Fonte: Radiological Society of North America (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Robert J. McDonald, Jennifer S. McDonald, Terry Therneau, Laurence J. Eckel, David F. Kallmes, Rickey Carter, Clifford R. Jack Jr.,  Ronald C. Petersen. Assessment of the Neurologic Effects of Intracranial Gadolinium Deposition Using a Large Population Based Cohort. Annual meeting of the Radiological Society of North America, 29 Nov 2017 .pdf

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.