Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Essere inconsapevoli della perdita di memoria predice l'Alzheimer

Anche se la perdita di memoria è un sintomo precoce dell'Alzheimer, la sua presenza non significa che una persona svilupperà la demenza.


Un nuovo studio eseguito al Centro Tossicodipendenza e Salute Mentale (CAMH) di Toronto, in Canada, ha trovato un modo clinicamente utile per prevedere chi non svilupperà l'Alzheimer, sulla base della consapevolezza dei pazienti dei propri problemi di memoria.


Secondo lo studio, pubblicato ieri nel Journal of Clinical Psychiatry, le persone che non erano a conoscenza della loro perdita di memoria, una condizione chiamata anosognosia, avevano maggiori probabilità di progredire verso l'Alzheimer. Coloro che erano consapevoli dei problemi di memoria non avevano probabilità di sviluppare la demenza.


"Se i pazienti si lamentano dei problemi di memoria, ma il loro partner o caregiver non è eccessivamente preoccupato, è probabile che la perdita di memoria sia dovuta ad altri fattori, forse depressione o ansia", afferma il primo autore Dr. Philip Gerretsen, scienziato clinico della Divisione Geriatrica del CAMH e del Campbell Family Research Institute. "Possono essere rassicurati che non hanno probabilità di sviluppare la demenza, ma si devono affrontare le altre cause della perdita di memoria".


Negli altri casi, il partner o il caregiver può essere più angosciato, mentre il paziente non sente di avere problemi di memoria. Nell'Alzheimer, la mancanza di consapevolezza è legata a un carico maggiore sul caregiver. Sia la non consapevolezza della malattia (anosognosia), che la perdita di memoria (lieve deterioramento cognitivo), possono essere valutate oggettivamente attraverso dei questionari.


Lo studio, ritenuto il più grande del suo genere sulla consapevolezza della malattia, ha usato i dati di 1.062 persone da 55 a 90 anni di età dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI), comprese 191 persone con Alzheimer, 499 con lieve compromissione cognitiva e 372 sane di controllo.


I ricercatori hanno anche voluto identificare quali parti del cervello sono colpite nel caso di consapevolezza deteriorata della malattia. Hanno esaminato l'assorbimento da parte del cervello di glucosio, un tipo di zucchero. Le cellule cerebrali hanno bisogno di glucosio per funzionare, ma nell'Alzheimer il suo assorbimento è compromesso.


Usando scansioni PET del cervello, hanno dimostrato che coloro che hanno una consapevolezza ridotta della malattia hanno anche un assorbimento ridotto di glucosio in aree cerebrali specifiche, anche quando si tiene conto di altri fattori legati alla riduzione dell'assorbimento di glucosio, come l'età e il grado di perdita di memoria.


Come prossima fase di questa ricerca, il Dr. Gerretsen seguirà gli anziani con lieve deterioramento cognitivo che ricevono un intervento per prevenire la demenza di Alzheimer. Questo studio continuo, il PACt-MD, combina esercizi di allenamento cerebrale e stimolazione cerebrale, usando una lieve corrente elettrica per stimolare le cellule del cervello e migliorare l'apprendimento e la memoria.


Mentre lo studio principale è incentrato sulla prevenzione della demenza, il dottor Gerretsen cercherà di capire se l'intervento migliora la consapevolezza della malattia in combinazione con la prevenzione della progressione alla demenza.

 

 

 


Fonte: Centre for Addiction and Mental Health (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Philip Gerretsen, Jun Ku Chung, Parita Shah, Eric Plitman, Yusuke Iwata, Fernando Caravaggio, Shinichiro Nakajima, Bruce G. Pollock, Ariel Graff-Guerrero. Anosognosia Is an Independent Predictor of Conversion From Mild Cognitive Impairment to Alzheimer’s Disease and Is Associated With Reduced Brain Metabolism. The Journal of Clinical Psychiatry, 2017; DOI: 10.4088/JCP.16m11367

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)