Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovati ancora batteri nel cervello di Alzheimer

Trovati ancora batteri nel cervello di AlzheimerRicercatori britannici hanno usato il sequenziamento del DNA per esaminare i batteri nel cervello post mortem di pazienti con Alzheimer.


I loro risultati suggeriscono l'esistenza di una maggiore popolazione batterica e diverse proporzioni di batteri specifici nell'Alzheimer, rispetto al cervello sano.


I risultati possono supportare le prove che l'infezione batterica e l'infiammazione nel cervello potrebbero contribuire all'Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che produce un declino cognitivo e, infine, la morte.


Nel cervello, la malattia provoca la morte dei neuroni e coinvolge livelli elevati di un peptide chiamato amiloide e aggregazioni di una proteina chiamata tau. Tuttavia, gli scienziati stanno arrivando a capire che anche l'infiammazione può avere un ruolo.


"Il cervello di Alzheimer contiene di solito evidenze di neuroinflamazione e i ricercatori pensano sempre più che questo potrebbe guidare la malattia, inducendo la degenerazione dei neuroni nel cervello", afferma David Emery, ricercatore dell'Università di Bristol e primo autore dello studio, pubblicato di recente su Frontiers in Aging Neuroscience.


Quindi cosa causa questa infiammazione? Alcuni fattori genetici di rischio dell'Alzheimer possono avere effetti sulla risposta infiammatoria, ma anche l'infezione può avere un ruolo. "La neuroinflammazione nel cervello può essere una reazione alla presenza di batteri", dice Emery. Il cervello di norma è sigillato dietro vasi sanguigni specializzati che rendono molto difficile a cose come i batteri nel sangue di entrare. Tuttavia, almeno uno dei fattori di rischio genetici per l'Alzheimer può causare una perdita di integrità di questi vasi sanguigni, consentendo ai batteri di entrare e colonizzare il cervello.


Il gruppo di ricerca ha deciso di scoprire se esistevano differenze nei tipi di batteri presenti nel cervello dei pazienti di Alzheimer e in quelli sani. "Gli studi precedenti che avevano osservato batteri nel cervello di Alzheimer hanno studiato soprattutto delle specie batteriche specifiche", spiega Shelley Allen, autrice senior dello studio. "Volevamo usare un metodo imparziale per ottenere la panoramica più completa possibile dell'intera popolazione batterica nel cervello di Alzheimer e confrontare questi risultati con quelli di un cervello sano invecchiato".


I ricercatori hanno analizzato otto campioni di Alzheimer e sei campioni di cervelli sani da una banca del cervello, dove le persone donano il cervello dopo la morte per la ricerca medica. Hanno usato una tecnica chiamata «sequenziamento di prossima generazione» (NGS) per individuare geni batterici specifici. "La tecnologia NGS consente di sequenziare allo stesso tempo milioni di queste molecole di DNA, fornendo una panoramica imparziale di una popolazione batterica complessa", spiega la Allen.


Hanno trovato che il cervello di Alzheimer conteneva proporzioni diverse di batteri specifici rispetto ai cervelli sani. "Il confronto delle popolazioni batteriche ha mostrato un rapporto tra Actinobacteria (soprattutto P. acnes) e Proteobatterie almeno dieci volte più elevato nel cervello di Alzheimer rispetto al cervello sano", dice Emery.


Tuttavia, i ricercatori sono rimasti sorpresi di scoprire che ci sono anche più batteri nel cervello di Alzheimer. "Inaspettatamente, il cervello di Alzheimer ha in media un numero apparente sette volte maggiore delle sequenze batteriche osservate nel cervello sano", afferma la Allen. "Il cervello sano produce solo livelli bassi di sequenze batteriche, coerenti con un segnale di fondo o livelli normali presenti nel flusso sanguigno nel tessuto cerebrale".


Il team avverte che il metodo NGS non indica direttamente i numeri batterici effettivi e sarà necessario ulteriore lavoro per confermare che i batteri hanno un ruolo attivo nell'Alzheimer. "Abbiamo bisogno di studi quantitativi sulla presenza batterica nel cervello", afferma Allen. "Sono necessari un maggior numero di campioni cerebrali, e gli studi futuri dovrebbero anche indagare se i batteri sono coinvolti in altre malattie neurodegenerative che comportano neuroinflammazione".

 

 

 


Fonte: Frontiers via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: David C. Emery, Deborah K. Shoemark, Tom E. Batstone, Christy M. Waterfall, Jane A. Coghill, Tanya L. Cerajewska, Maria Davies, Nicola X. West, Shelley J. Allen. 16S rRNA Next Generation Sequencing Analysis Shows Bacteria in Alzheimer’s Post-Mortem Brain. Frontiers in Aging Neuroscience, 2017; 9 DOI: 10.3389/fnagi.2017.00195

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.