Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori tedeschi hanno fatto progressi nella comprensione dell'Alzheimer

 

 

Ricercatori tedeschi hanno fatto progressi nella comprensione dell'AlzheimerIl gruppo di ricerca del Dr. Caghan Kizil della Technische Universitaet di Dresda, ha fatto un importante passo avanti nella ricerca di Alzheimer: ha dimostrato che un cervello malato di vertebrati può reagire naturalmente alla patologia di Alzheimer attraverso la formazione di più neuroni, e ha identificato le due proteine ​​(interleuchina-4 e STAT6) che sono rilevanti per questo processo.


Questo è un grande passo verso la comprensione, la prevenzione o addirittura la guarigione dell'Alzheimer. La scoperta è pubblicata nel numero di questa settimana della rivista Cell Reports.


Lo studio del laboratorio del Dr. Caghan Kizil ha usato il modello animale pesce-zebra, che può rigenerare il proprio cervello. Il pesce-zebra ha una grande possibilità di reintegrare i neuroni persi dopo vari tipi di danni, e il team guidato dal Dr. Kizil ha dimostrato che può farlo anche dopo una neurodegenerazione di tipo Alzheimer. Questa è una capacità che gli esseri umani non hanno.


[...] In termini evolutivi, il pesce-zebra e gli esseri umani si assomigliano molto: i tipi di cellule del cervello del pesce-zebra e i loro ruoli fisiologici sono molto simili a quelli degli esseri umani, e più dell'80 per cento dei geni umani sono identici nel pesce-zebra. Pertanto, il pesce-zebra è un modello ideale per studiare in un modo molto semplice le malattie complesse degli esseri umani.


Caghan Kizil dice: "Crediamo che capire come il pesce-zebra affronta la neurodegenerazione ci potrebbe aiutare a progettare opzioni terapeutiche cliniche per gli esseri umani, ad esempio per l'Alzheimer. All'interno di questo studio, abbiamo osservato le condizioni di tipo Alzheimer nel cervello del pesce. Abbiamo scoperto che l'animale può aumentare in modo impressionante la proliferazione delle cellule staminali neurali e formare nuovi neuroni, anche dopo la patologia di tipo Alzheimer. Questo è sorprendente perché per trattare il morbo dobbiamo generare più neuroni. E tutto questo inizia con la proliferazione delle cellule staminali neurali, che non riesce nel nostro cervello malato".


Questo studio ha dimostrato che i sintomi dell'Alzheimer possono essere riepilogati nel cervello del pesce-zebra usando una breve sezione della proteina APP umana, che è una caratteristica dell'Alzheimer (Amiloide-β42). Questa parte della proteina provoca morte dei neuroni, infiammazione, perdita di connessioni neuronali e deficit nella formazione di memoria nel pesce-zebra.


Il gruppo di ricerca di Caghan Kizil, che comprende il primo autore Prabesh Bhattarai, ha scoperto che, nel cervello del pesce, le cellule del sistema immunitario e i neuroni morenti producono la molecola immuno-correlata «interleuchina-4» (che è presente anche nel cervello umano). Questa molecola avvisa le cellule staminali neurali che c'è un pericolo intorno.


Le cellule staminali quindi iniziano a proliferare attraverso un meccanismo cellulare intrinseco che coinvolge un'altra proteina con funzioni centrali chiamata STAT6. L'importanza di questo studio risiede nella nozione che il cervello malato e l'ambiente infiammatorio corrispondente possono essere modulati per iniziare la proliferazione delle cellule staminali neurali, e questo è esattamente ciò che i vertebrati rigeneranti fanno con successo.


I prossimi passi verso la comprensione dell'Alzheimer sono definiti chiaramente: "Andremo avanti identificando altri fattori necessari per una risposta positiva di 'rigenerazione' nel cervello del pesce dopo una situazione di tipo Alzheimer. In questo modo, possiamo ottenere un quadro più completo dei programmi molecolari benefici per affrontare questa malattia atroce. Il pesce-zebra ci dirà i geni candidati su cui dovremmo concentrarci nel nostro cervello per eventuali terapie rigenerative. Credo che siamo in grado di elaborare terapie significative solo combinando un incremento della proliferazione delle cellule staminali con i metodi esistenti di prevenzione (farmaci esistenti, approcci riabilitativi, precauzioni preventive, ecc.)".

 

 

 


Fonte: Technische Universitaet Dresden (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Prabesh Bhattarai, Alvin Kuriakose Thomas, Mehmet Ilyas Cosacak, Christos Papadimitriou, Violeta Mashkaryan, Cynthia Froc, Susanne Reinhardt, Thomas Kurth, Andreas Dahl, Yixin Zhang, Caghan Kizil. IL4/STAT6 Signaling Activates Neural Stem Cell Proliferation and Neurogenesis upon Amyloid-β42 Aggregation in Adult Zebrafish Brain. Cell Reports, 2016; 17 (4): 941 DOI: 10.1016/j.celrep.2016.09.075

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)