Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Spiegato il motivo per cui i portatori del gene APOE4 sono più vulnerabili all'Alzheimer



Spiegato il motivo per cui i portatori del gene APOE4 sono più vulnerabili all'AlzheimerGli scienziati del Salk hanno chiarito che l'enzima HtrA1 (nella foto) degrada l'ApoE4, il maggiore fattore di rischio genetico dell'Alzheimer. (Fonte: Salk Institute)Gli scienziati sanno da decenni che le persone con due copie di un gene chiamato «apolipoproteina E4» (ApoE4) hanno una probabilità molto più alta di avere l'Alzheimer a 65 anni, rispetto al resto della popolazione.


Dei ricercatori del Salk Institute hanno ora identificato un nuovo collegamento tra l'ApoE4 e ​​l'accumulo di proteine associato all'Alzheimer, fornendo una possibile spiegazione biochimica del modo in cui l'ApoE4 extra causa la malattia.


"Il quadro generale è che abbiamo trovato un modo molto diverso di pensare a come potrebbero essere regolate le proteine ​​nell'Alzheimer", dice Alan Saghatelian, professore del Salk.


La scoperta, che appare nel numero di agosto 2016 del Journal of American Chemical Society, sottolinea l'importanza di esaminare geni e proteine che la letteratura non ha associato all'Alzheimer, per progredire nella comprensione della malattia.


L'Alzheimer a tarda insorgenza (il sottoinsieme del disturbo che si verifica dopo i 65 anni) colpisce più di 5 milioni di americani, ed è caratterizzato da una perdita progressiva della memoria e da demenza. Gli scienziati hanno avanzato diverse ipotesi sulle cause, compreso l'accumulo di ammassi proteici chiamati placche di amiloide-beta e grovigli tau nel cervello.


L'apolipoproteina E è disponibile in tre versioni, o varianti, chiamate ApoE2, ApoE3 e ApoE4. Tutte le proteine ​​ApoE hanno la stessa funzione normale: trasportano grassi, colesterolo e vitamine in tutto il corpo, compreso il cervello. Mentre l'ApoE2 è protettivo e l'ApoE3 non sembra avere alcun effetto, una mutazione in ApoE4 è un fattore di rischio genetico ben consolidato dell'Alzheimer ad insorgenza tardiva. Rapporti precedenti avevano suggerito che l'ApoE4 può influenzare il modo in cui il cervello elimina l'amiloide-beta, ma finora non era chiaro ciò che accade a livello molecolare.


"L'ApoE4 è il cambiamento genetico più predittivo dell'Alzheimer ad insorgenza tardiva, ma nessuno ha veramente capito quello che succede a livello molecolare", spiega Saghatelian. Gli scienziati avevano però scoperto degli indizi in precedenza: che l'ApoE4 potrebbe degradare in modo diverso dalle altre varianti, ma non si sapeva quale proteina eseguisse questa scomposizione dell'ApoE4.


Per trovare la proteina responsabile della degradazione dell'ApoE4, Saghatelian e il ricercatore associato Qian Chu, primo autore della nuova ricerca, hanno cercato tra i tessuti il potenziale sospetto e sono arrivati a un enzima chiamato «peptidasi serina A1 richiedente alta temperatura»  (high-temperature requirement serine peptidase A1 - HtrA1).


Quando hanno confrontato il modo dell'HtrA1 di degradare l'ApoE4 con quello dell'ApoE3, hanno scoperto che l'enzima elabora l'ApoE4 più dell'ApoE3, masticando l'ApoE4 in frammenti più piccoli e meno stabili. I ricercatori hanno confermato l'osservazione sia in proteine ​​isolate che in cellule umane. La scoperta suggerisce che le persone con ApoE4 potrebbero avere meno ApoE generale nelle cellule cerebrali, e una quantità maggiore di prodotti di degradazione della proteina.


"L'idea che gira è che i prodotti di degradazione dell'ApoE4 potrebbero essere tossici", ha detto Saghatelian. "Ora, conoscendo l'enzima che li scinde, abbiamo un modo per testare in realtà questa idea".


Ma non è solo una mancanza di ApoE a piena lunghezza, o un aumento dei suoi frammenti, che possono causare l'Alzheimer nelle persone con ApoE4. Saghatelian e Chu hanno anche scoperto che l'ApoE4 (legandosi così bene all'HtrA1) impedisce all'enzima da abbattere la proteina tau, responsabile dei grovigli tau associati alla malattia.


"La gente pensa che la tau o l'amiloide-beta siano le cose che causano l'Alzheimer, ma la nostra scoperta suggerisce che dobbiamo pensare in modo più globale alle proteine ​​che potrebbero impattare su tau o amiloide attraverso vie biochimiche", ha detto Saghatelian.


I risultati devono essere testati e confermati in studi su animali prima che i ricercatori possano essere sicuri che l'HtrA1 è il legame tra ApoE4 e Alzheimer negli esseri umani. Ma se saranno confermati, potrebbero farci capire meglio la malattia e indicare nuove potenziali strategie di trattamento.

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Qian Chu, Jolene K. Diedrich, Joan M. Vaughan, Cynthia J. Donaldson, Michael F. Nunn, Kuo-Fen Lee, Alan Saghatelian. HtrA1 Proteolysis of ApoE In Vitro Is Allele Selective. Journal of the American Chemical Society, 2016; 138 (30): 9473 DOI: 10.1021/jacs.6b03463

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)