Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nel sonno la mente sceglie e memorizza quanto è utile alle aspettative future

Dopo una buona notte di sonno, le persone ricordano meglio le informazioni che saranno utili in futuro, secondo un nuovo studio pubblicato il 2 febbraio nel Journal of Neuroscience. I risultati suggeriscono che il cervello valuta i ricordi durante il sonno e dà la preferenza a quelli che sono più importanti.

Gli esseri umani acquisiscono grandi quantità di informazioni ogni giorno. La maggior parte è codificata nella memoria dal cervello e inizialmente immagazzinata, ma la maggior parte delle informazioni è dimenticata presto.

In questo studio, un team di ricercatori guidato da Jan Born, PhD, dell'Università di Lubecca, in Germania, si è proposto di stabilire come il cervello decide cosa tenere e cosa dimenticare. "I nostri risultati dimostrano che il consolidamento della memoria durante il sonno comporta infatti un processo di selezione di base che determina quali delle molte informazioni del giorno vengono inviate all'immagazzinamento a lungo termine," ha detto Born. "I nostri risultati indicano inoltre che per la conservazione vengono selezionate soprattutto le informazioni utili ad esigenze future".

I ricercatori hanno creato due esperimenti per verificare il recupero dei ricordi di 191 volontari in totale. Nel primo esperimento, è stato chiesto alle persone di imparare 40 coppie di parole. I partecipanti al secondo esperimento hanno fatto un gioco di carte abbinando le immagini di animali e oggetti - simile al gioco Concentration - e anche eseguito sequenze di segnali con le dita.

In entrambi i gruppi, alla metà dei volontari è stato detto subito dopo i compiti che sarebbero stati testati dopo 10 ore. In realtà, tutti i partecipanti sono stati successivamente testati su quanto ricordavano dei loro compiti.

Alcuni, ma non tutti, i volontari sono stati autorizzati a dormire tra il tempo di esecuzione dei compiti e le verifiche. Come si aspettavano gli autori, le persone che hanno dormito hanno avuto risultati migliori rispetto agli altri che non l'hanno fatto. Ma ancora più importante, le persone che avevano dormito e sapevano che avrebbero subito il successivo test, erano riuscite a ricordare in modo notevolmente migliore.

I ricercatori hanno anche registrato gli elettroencefalogrammi (EEG) degli individui che sono stati autorizzati a dormire. Hanno scoperto un aumento dell'attività cerebrale durante il sonno profondo o "onda lenta", dei volontari che sapevano che sarebbero stati testati per ricordare quanto memorizzato. "Maggiore è stata l'attività in onde lenta dei partecipanti addormentati, meglio hanno ricordato durante la prova di richiamo 10 ore dopo," ha detto Born.

Gli scienziati pensano da molto tempo che il sonno è importante nel consolidamento della memoria. Gli autori suggeriscono che la corteccia prefrontale del cervello "etichetta" da svegli i ricordi ritenuti pertinenti, mentre l'ippocampo consolida queste memorie durante il sonno.

Gilles Einstein, PhD, un esperto di memoria alla Furman University, ha detto che le nuove scoperte contribuiscono a spiegare perché si hanno maggiori probabilità di ricordare una conversazione sulla imminente costruzione di una strada rispetto alle chiacchiere sul tempo di ieri. "Questi risultati suggeriscono che il sonno è fondamentale per questo miglioramento della memoria", ha detto Einstein, che non è stato coinvolto nello studio. "Questo beneficio si estende sia alla memoria dichiarativa (una deviazione della strada) sia alla memoria procedurale (un nuovo passo di danza)."

 


La ricerca è stata sostenuta dalla German Research Foundation.

Fonte: Materiale della Society for Neuroscience, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Pubblicato su ScienceDaily il 1 febbraio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)