Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un lavoro 'complesso' è legato a una maggiore riserva cognitiva


Secondo un nuovo studio, un lavoro che stimola di più l'intelletto è associato a una memoria e ad altri aspetti del funzionamento cognitivo decisamente migliori.


In più, i lavori fisicamente più pericolosi sono legati a una peggiore prestazione cognitiva, secondo la nuova ricerca condotta da Joseph G. Grzywacz PhD, della Florida State University e i suoi colleghi.


Essi hanno analizzato i dati sulle caratteristiche del lavoro e i test della funzionalità cognitiva di quasi 2.000 lavoratori statunitensi, dedotti da uno studio nazionale sulla salute e l'invecchiamento.


Il lavoro di ciascun partecipante è stato valutato in termini di "complessità del lavoro", vale a dire le difficoltà intellettuali del lavoro quotidiano. I ricercatori hanno valutato i fattori sia psicosociali che fisici del posto di lavoro, per associarli alle misure del funzionamento cognitivo.


La maggiore complessità del lavoro era legata a una migliore memoria auto-percepita sia per le donne che per gli uomini. Solo per le donne, la complessità del lavoro era legata a punteggi più alti nei test di memoria episodica e delle funzioni esecutive (abilità come la pianificazione e l'esecuzione di attività).


In entrambi i sessi, quelli con i lavori più pericolosi fisicamente avevano memoria episodica e funzioni esecutive inferiori.


Lo studio si aggiunge al crescente corpo di evidenze che collega la maggiore complessità del lavoro al migliore funzionamento cognitivo per tutta la vita, una associazione coerente con l'idea di "riserva cognitiva", secondo la quale i lavori che richiedono frequente necessità di risolvere i problemi migliorano le strutture cerebrali e le connessioni che proteggono dal declino cognitivo.


La constatazione che sia la complessità del lavoro che i pericoli fisici sono associati in modo indipendente alla funzione cognitiva "può offrire uno spaccato delle disuguaglianze socioeconomiche ben rappresentate dagli esiti cognitivi", aggiunge il Dott Grzywacz con i coautori.


E concludono dicendo che "nell'insieme questi risultati sottolineano l'importanza dell'attenzione costante da dare alle esposizioni professionali, sia fisiche che psico-sociali, per capire la cognizione degli adulti e le traiettorie cognitive potenziali dell'intera l'età adulta".


Lo studio è stato pubblicato sul numero di giugno del Journal of Occupational and Environmental Medicine.

 

 

 


Fonte: Journal of Occupational and Environmental Medicine via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)