Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sentimenti di disperazione possono aumentare il rischio di demenza

Sentimenti di disperazione possono aumentare il rischio di demenza'our great love story' di Agnes Cecile (Fonte: Lava360.com)Sappiamo da precedenti ricerche che i sentimenti depressivi sono più comuni nelle persone con demenza.


Per molti questa associazione significa che i sentimenti depressivi sono parte della sindrome di demenza, mentre altri pensano che il nesso di causalità sia l'opposto: che i sentimenti depressivi possono contribuire a causare la malattia.


In un nuovo studio eseguito al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia e all'Università della Finlandia Orientale di Kuopio, i ricercatori hanno dimostrato che i sentimenti di disperazione sono effettivamente più comuni tra le persone con demenza, ma che questi sentimenti esistevano già venti anni prima che fosse effettuata la diagnosi.


Le nuove scoperte danno un forte sostegno all'idea che i sentimenti negativi già in mezza età possono influenzare il rischio di demenza in età avanzata: le persone con sentimenti elevati di disperazione in mezza età hanno avuto un aumento quasi triplo del rischio di Alzheimer, anche dopo l'esame delle differenze individuali di età, ipertensione, fattori genetici, sesso, indice di massa corporea e altri fattori rilevanti per il rischio di demenza.


L'associazione della disperazione in mezza età era ancora significativa dopo le rettifiche aggiuntive per la disperazione e gli altri sentimenti depressivi effettuate durante lo studio. La ricerca dimostra anche che l'aumento del rischio di sentimenti di disperazione era particolarmente pronunciato tra i portatori dell'allele APOE4, il principale fattore genetico di rischio dell'Alzheimer.


Lo studio si basa sui dati della popolazione della Finlandia orientale, con 1.409 partecipanti, e ha avuto un tempo unico di studio di venti anni. Una caratteristica importante è anche che i sentimenti di disperazione sono stati misurati in età avanzata, poco prima, non dopo, che i partecipanti sono stati sottoposti a esami per una possibile demenza.


Altri due studi basati sulla popolazione negli Stati Uniti avevano una simile progettazione, ma con diverse misure di studio. Questi studi hanno anche trovato aumenti notevoli dei sentimenti depressivi durante il periodo di studio.


Presi nell'insieme, questi studi dimostrano che avere sentimenti negativi potrebbe aumentare il rischio di demenza.


Il nuovo studio è stato eseguito da Krister Håkansson, Hilkka Soinninen, Bengt Winblad e Miia Kivipelto ed è stato pubblicato il 13 ottobre su PLoS ONE.

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Krister Håkansson, Hilkka Soininen, Bengt Winblad, Miia Kivipelto. Feelings of Hopelessness in Midlife and Cognitive Health in Later Life: A Prospective Population-Based Cohort Study. Plos ONE, Published: 13/10/2015, DOI: 10.1371/journal.pone.0140261

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.