Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio non dimostra alcun beneficio da Omega-3 o altri integratori alimentari sul declino cognitivo

Anche se alcune ricerche suggeriscono che una dieta ricca di acidi grassi omega-3 può proteggere la salute del cervello, un ampio studio clinico condotto da ricercatori dei National Institutes of Health ha scoperto che gli integratori di omega-3 non rallentano il declino cognitivo delle persone anziane.


Con 4.000 pazienti seguiti per un periodo di cinque anni, lo studio è uno dei più grandi e più lungo del suo genere. E' stato pubblicato ieri 25 Agosto 2015 sul Journal of American Medical Association.


"Contrariamente a quanto si crede in genere, non abbiamo visto alcun beneficio degli integratori omega-3 per fermare il declino cognitivo", ha detto Emily Chew MD, vice direttrice della Divisione di Epidemiologia e Applicazioni Cliniche e vice direttrice clinica del National Eye Institute (NEI) dei NIH.


La Dott.ssa Chew guida l'«Age-Related Eye Disease Study» (AREDS), che è stato progettato per indagare se una combinazione di integratori nutrizionali può rallentare la degenerazione maculare legata all'età (AMD), una delle principali cause di perdita della vista degli anziani. Questo studio ha stabilito che alte dosi giornaliere di alcuni antiossidanti e minerali, chiamata «formulazione AREDS» può contribuire a rallentare la progressione della AMD avanzata.


Uno studio successivo, chiamato AREDS2, ha testato l'aggiunta di acidi grassi omega-3 alla formula AREDS. Ma gli omega-3 non hanno fatto alcuna differenza. Gli acidi grassi omega-3 sono ottenuti da alghe marine e sono concentrati negli oli di pesce; si ritiene che siano responsabili dei benefici alla salute associati all'assunzione regolare di pesce, come salmone, tonno e halibut (*).


Gli studi che hanno esaminato le abitudini alimentari e sanitarie di persone, hanno trovato che il consumo regolare di pesce è associato a tassi più bassi di AMD, di malattie cardiovascolari, e probabilmente di demenza. "Abbiamo visto dati che i cibi con omega-3 possono dare benefici all'occhio, al cervello e al cuore", ha spiegato la Dott.ssa Chew.


Gli integratori Omega-3 sono disponibili al banco e spesso l'etichetta dichiara che supportano la salute del cervello. Un ampio studio del 2011 ha rilevato che gli integratori omega-3 non migliorano la salute del cervello di pazienti anziani con preesistenti malattie cardiache.


Con l'AREDS2, la Dott.ssa Chew e il suo team hanno avuto un'altra opportunità di studiare i possibili benefici cognitivi degli integratori omega-3, ha detto. Tutti i partecipanti avevano AMD precoce o intermedio, 72 anni in media, e per il 58 per cento erano donne. Essi sono stati assegnati a caso ad uno dei seguenti gruppi:

  1. Placebo (una pillola inerte).
  2. Omega3 - acido docosaesaenoico (DHA, 350 mg) e acido eicosapentaenoico (650 mg).
  3. Luteina e zeaxantina (nutrienti presenti in grandi quantità nelle verdure a foglia verde).
  4. Omega-3 e luteina/zeaxantina.


Poiché tutti i partecipanti erano a rischio di peggioramento dell'AMD, è stato loro offerto anche l'originale o una versione modificata della formulazione AREDS (senza omega-3 o luteina/zeaxantina).


I partecipanti si sono sottoposti a test di funzionalità cognitiva all'inizio dello studio per stabilire una linea di base, poi 2 e 4 anni più tardi. I test, tutti validati e usati negli studi di funzione cognitiva precedenti, includevano 8 sezioni progettate per testare il richiamo immediato e ritardato, l'attenzione, la memoria e la velocità di elaborazione. I punteggi cognitivi di ogni sottogruppo sono diminuiti in misura simile nel corso del tempo, indicando che nessuna combinazione di integratori alimentari ha fatto la differenza.


Alcune ricerche hanno esaminato i potenziali benefici del DHA per l'Alzheimer. Studi nei topi, appositamente allevati per avere caratteristiche della malattia, hanno scoperto che il DHA riduce le placche di amiloide-beta, i depositi anomali di proteine ​​nel cervello che sono una caratteristica del morbo, anche se uno studio clinico del DHA non ha mostrato alcun impatto sulle persone con Alzheimer da lieve a moderato.


"I dati AREDS2 si sommano ai nostri sforzi per comprendere il rapporto tra componenti della dieta e Alzheimer e declino cognitivo", ha detto Lenore Launer PhD, ricercatrice senior del Laboratorio di Epidemiologia e Scienza della Popolazione del National Institute on Aging. "Può essere, ad esempio, che la tempistica dei nutrienti, o il consumo in un determinato schema dietetico, abbiano un impatto. Sarebbe necessaria più ricerca per verificare se i modelli alimentari o l'assunzione di integratori prima nel decorso di malattie come l'Alzheimer potrebbe fare la differenza".

 

********
La componente funzione cognitiva dell'AREDS2 è stata finanziata dal NEI, dall'Ufficio NIH degli Integratori Alimentari, dal National Center for Complementary and Integrative Health; dal National Institute on Aging; dal National Heart, Lung, and Blood Institute; e dal National Institute of Neurological Disorders and Stroke.

Per ulteriori informazioni su AMD e AREDS2, visitare il sito https://nei.nih.gov/areds2/.

(*) Altri acidi grassi omega-3 sono presenti negli alimenti vegetali come semi di lino, noci, prodotti di soia e colza e olio di soia. Gli specifici acidi grassi Omega-3 provenienti da queste fonti non sono stati studiati.

 

 

 


Fonte: NIH, National Eye Institute (NEI) (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emily Y. Chew MD; Traci E. Clemons PhD; Elvira Agrón MA; Lenore J. Launer PhD; Francine Grodstein ScD; Paul S. Bernstein MD/PhD for the Age-Related Eye Disease Study 2 (AREDS2) Research Group. Effect of Omega-3 Fatty Acids, Lutein/Zeaxanthin, or other Nutrient Supplementation on Cognitive Function: The AREDS2 Randomized Clinical Trial. JAMA. 2015;314(8):791-801. doi:10.1001/jama.2015.9677.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)