Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Inquinamento e alterazione polmonare sono fattori di rischio indipendenti del declino cognitivo

La ricerca ha dimostrato che sia l'inquinamento dell'aria, che la funzione polmonare ridotta possono causare deficit cognitivo, ma non era chiaro se l'inquinamento atmosferico diminuisce la cognizione riducendo la capacità di respirare prima, o se l'inquinamento dell'aria rappresenta un fattore di rischio indipendente per il deficit cognitivo.


Ora un nuovo studio condotto da ricercatori tedeschi e svizzeri ha risposto a questa domanda: l'inquinamento atmosferico influenza direttamente la cognizione e non è mediato dalla funzione polmonare.
I ricercatori, che hanno analizzato i dati di uno studio di 834 donne tedesche anziane, hanno presentato i loro risultati alla conferenza ATS 2015 di Denver dal 15 al 20 Maggio.


"I nostri risultati smentiscono l'ipotesi che l'inquinamento atmosferico diminuisce prima la funzione polmonare e che questo declino, a sua volta, provoca un deficit cognitivo attraverso il rilascio di segnali di stress e mediatori umorali nel corpo", spiega Mohammad Vossoughi, studente di dottorato all'Istituto Medicina Ambientale di Leibniz (Germania), che ha condotto lo studio.


Mr. Vossoughi aggiunge che i risultati suggeriscono altre ipotesi su come l'inquinamento atmosferico influenza la cognizione, compresa la possibilità che il particolato e altri inquinanti si trasferiscano nel sistema nervoso centrale attraverso il senso dell'olfatto e ciò porta al decadimento cognitivo lieve (MCI).


Per raggiungere le loro conclusioni, il team di ricercatori tedeschi e svizzeri ha usato i dati della coorte dello «Studio sull'Influenza dell'Inquinamento Atmosferico sulla Funzione Polmonare, sull'Infiammazione e sull'Invecchiamento» (SALIA). I ricercatori hanno dapprima testato l'associazione tra la funzione polmonare ridotta e il deterioramento cognitivo.


Hanno misurato il cambiamento della funzione polmonare attraverso il volume espiratorio forzato massimo in un secondo (FEV1) e la capacità vitale forzata (FVC). Hanno misurato i cambiamenti cognitivi usando test del Consortium to Establish a Registry for Alzheimer’s Disease (CERAD), una batteria neuropsicologica usata per studiare la progressione dell'Alzheimer.


Dopo l'aggiustamento per i fattori di rischio noti per influenzare la compromissione dei polmoni e/o quella cognitiva, tra cui età, indice di massa corporea, abitudine al fumo, istruzione, e presenza di una variante del gene implicato nell'Alzheimer (l'allele di rischio ApoE ε4), hanno trovato l'associazione più forte tra una funzione polmonare alterata e il declino cognitivo nel test che misura la capacità visuo-spaziale. Al basale: per ogni litro in meno di FVC c'è un calo assoluto nella cognizione di -0,3583 (p=0,007); ogni litro in meno di FEV1 determina un calo di -0,3075 (p=0,048). Questa associazione persisteva nel controllo successivo.


A seguire il gruppo ha applicato una analisi mediatrice per testare l'influenza della funzione polmonare sull'associazione inquinamento aria - declino cognitivo. Hanno esaminato sia il particolato (PM) che il biossido di azoto (NO2), fattori noti per ridurre la salute dei polmoni. Dopo aver studiato i cambiamenti di FEV1 e FVC come risultato di un aumento interquartile in entrambi dal basale, non sono riusciti a trovare una corrispondente diminuzione della capacità visuo-spaziale: PM10 (da β = -0,3158; p <0,001 a β = -0,3082; p < 0.001); NO2 (da β = -0,3111; p = 0.003 a β = -0,3018; p = 0,004).


Anche se Vossoughi dice che il loro studio era "abbastanza completo", egli crede che sia necessaria ulteriore ricerca per confermare i risultati in popolazioni che comprendono uomini e persone non anziane, e "per chiarire i meccanismi alla base della funzionalità respiratoria compromessa, inquinamento atmosferico e declino cognitivo".

 

 

 

 

 


Fonte: American Thoracic Society via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.