Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Amiloide-beta: la proteina killer spiegata per bene

Amiloide-beta. la proteina killer spiegata per beneLa speranza, un giorno, è di poter combattere l’azione patogenica dell'amiloide-beta, la proteina il cui accumulo è associato all'Alzheimer.


Per ora gli scienziati (fra cui un gruppo della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, SISSA, di Trieste) fanno il punto sulla conoscenza acquisita su questa proteina negli ultimi decenni, in un lavoro di revisione che è destinato a diventare una pietra miliare per la ricerca futura.


“Ci vorranno ancora molti anni per comprendere il meccanismo che determina la formazione delle placche tipiche del cervello colpito dall’Alzheimer”, spiega Alessandro Laio, professore della SISSA. “Sappiamo che sono principalmente degli accumuli di peptide amiloide-beta, la proteina su cui si sta concentrando la ricerca oggi”.


E da oggi chi si occupa di ricerca biomolecolare sull’Alzheimer avrà in mano un nuovo e importante strumento: è stata infatti appena pubblicata sulla rivista Chemical Reviews una rassegna estensiva e completa di tutta la conoscenza scientifica su questa “proteina killer”. Il lavoro coordinato da Philippe Derremaux, del CNRS francese, ha coinvolto i più importanti centri di ricerca al mondo che si occupano di questo argomento, mettendo insieme sperimentali e teorici.


Fra questi gruppi c’è anche quello di Laio alla SISSA, che comprende Baftizadeh Fahimeh e Daniele Granata. “Il lavoro che è stato fatto per questa revisione è molto speciale” commenta Laio. “Normalmente gli studi di questo tipo sono seguiti da un numero limitato di scienziati, necessariamente esperti in un settore specifico. In questo caso invece sono stati chiamati in causa tutti coloro che lavorano su questo argomento e che di questa ricerca rappresentano l’essenza”.


Quando la scienza diventa così avanzata come in questo caso, è infatti difficile che una singola persona (o poche) possa comprendere e raccontare tutti i suoi aspetti. “La ricerca sull'amiloide-beta, oltre ad essere estremamente specialistica, è anche multidisciplinare. Per comprendere ciò che è stato fatto dunque è necessario mettere insieme competenze molto diverse e talvolta distanti fra loro”, continua Laio. “Questo lavoro è destinato a diventare un riferimento per tutti nel settore, rappresentando oggi il più completo stato dell’arte in questo campo. La sua utilità è anche pratica: per molti vorrà dire accorciare notevolmente i tempi dedicati all’approfondimento della materia prima di progettare degli esperimenti”.


Lo studio ha unito gli aspetti sperimentali a quelli teorici (questi in special modo argomento di studio alla SISSA). “Tutti hanno la speranza di poter un giorno comprendere e combattere questa patologia che con il crescere dell’aspettativa di vita mondiale sta diventando sempre più diffusa. Gli sforzi da compiere però sono ancora enormi. Speriamo con il nostro lavoro di aver dato un contributo significativo”.

 

Più in dettaglio...

Il peptide amiloide-beta (o A-­‐beta) è una proteina normalmente presente nel nostro organismo e che nella stragrande maggioranza dei casi ha una funzione fisiologica e benigna. È però anche il maggior costituente delle placche senili, accumuli extracellulari che si moltiplicano nel cervello delle persone affette dall'Alzheimer, una forma di demenza senile associata all’invecchiamento, che porta a una grave compromissione progressiva delle funzioni cognitive, fino alla morte.


Nelle placche senili la parte centrale è formata dalla proteina amiloide, mentre quella esterna da detriti neuronali (“rottami” di neuroni non più funzionanti). Queste formazioni si trovano un po’ dappertutto nel cervello, ma in particolar modo nell’ippocampo (zona notoriamente associata ai processi di memoria, da qui il grave deterioramento di questa funzione nei pazienti) e in altre aree (lobi frontali e parietali).

 

 

 

 


Fonte: Sissa Medialab (> English text)

Riferimenti: Jessica Nasica-Labouze, Phuong H. Nguyen, Fabio Sterpone, Olivia Berthoumieu, Nicolae-Viorel Buchete, Sébastien Coté, Alfonso De Simone, Andrew J. Doig, Peter Faller, Angel Garcia, Alessandro Laio, Mai Suan Li, Simone Melchionna, Normand Mousseau, Yuguang Mu, Anant Paravastu, Samuela Pasquali, David J. Rosenman, Birgit Strodel, Bogdan Tarus, John H. Viles, Tong Zhang, Chunyu Wang, Philippe Derreumaux. Amyloid β Protein and Alzheimer’s Disease: When Computer Simulations Complement Experimental Studies. Chemical Reviews, 2015; 150325131327004 DOI: 10.1021/cr500638n

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.