Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La depressione nella demenza è più comune a casa propria?

Uno studio dell'Università di Manchester, su oltre 400 persone con demenza grave di 8 paesi dell'Unione Europea, ha scoperto che quelle che risiedono in una casa di cura a lungo termine hanno meno probabilità di soffrire di sintomi depressivi rispetto a quelle che vivono a casa propria.


I ricercatori hanno studiato 414 persone con demenza grave insieme ai loro caregiver in Inghilterra, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Lo studio ha raccolto informazioni sulla qualità della vita, sulle attività della vita quotidiana (come fare il bagno, mangiare e vestirsi) e sulla presenza di sintomi depressivi, usando test uniformi.


Nei gruppi studiati, il 37% delle 217 persone che vivevano a casa ha dimostrato segni di depressione rispetto al 23% delle 197 che erano in una casa di cura. Si tratta di uno dei pochi studi che hanno confrontato gruppi simili di persone che vivono a casa e in un struttura esterna.


Il professor David Challis, che ha guidato lo studio, ha detto: "Nonostante le differenze tra i paesi coinvolti, il modello di depressione osservata nel gruppo che vive a casa propria è stato coerente. Inoltre, questa differenza può essere in parte spiegata con le risposte ricevute dai caregiver. Spesso, i parenti di persone con demenza sono più in difficoltà con i sintomi della depressione rispetto agli operatori professionali, quindi questo potrebbe aver influenzato la loro valutazione sulla misurazione della depressione. Abbiamo bisogno di dare più sostegno ai caregiver, per aiutarli a far fronte ai sintomi depressivi dei loro parenti e a riconoscere il problema prima che arrivi a livelli gravi".


Lo studio ha esaminato anche i tassi di prescrizione di antidepressivi nei diversi paesi. Si è riscontrato che l'Inghilterra e la Spagna hanno i tassi più alti. In Germania ci sono più persone che soffrono di sintomi depressivi, ma avevano tassi più bassi di uso di antidepressivi.


Nel complesso, la Finlandia (15%) e i Paesi Bassi (21%) hanno i tassi più bassi di depressione nelle persone con grave demenza, rispetto al 23% complessivo. Secondo la ricerca, questo suggerisce che gli altri paesi dell'UE potrebbero imparare dal loro esempio. "Studiando un certo numero di paesi diversi si possono acquisire conoscenze sui diversi modi per soddisfare le esigenze", ha detto il professor Challis. "Certamente il sistema in Finlandia e nei Paesi Bassi sembra avere molto più da offrire rispetto ai fornitori di assistenza nel Regno Unito e nel complesso abbiamo trovato che si deve fare di più per aiutare i familiari caregiver ad identificare e affrontare i sintomi della depressione dei loro parenti".


Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale Psychogeriatrics.

 

 

 

 

 


FonteManchester University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Clarissa M. Giebel, Caroline Sutcliffe, Anna Renom-Guiteras, Seija Arve, Ingalill Rahm Hallberg, Maria Soto, Adelaida Zabalegui, Jan Hamers, Kai Saks, David Challis. Depressive symptomatology in severe dementia in a European sample: prevalence, associated factors and prescription rate of antidepressants. International Psychogeriatrics, 2014; 1 DOI: 10.1017/S1041610214002610

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.