Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto il meccanismo che elimina l'eccesso della proteina pancreatica collegata al diabete di tipo 2

Le persone con diabete di tipo 2 hanno un eccesso della proteina chiamata «polipeptide amiloide isolotto» (IAPP), e l'accumulo di questa proteina è legata alla perdita di cellule beta pancreatiche che producono insulina.


Finora era rimasto misterioso cosa provoca questo accumulo di IAPP nelle cellule beta pancreatiche delle persone con diabete, ma un team di ricercatori del «Larry L. Hillblom Islet Research Center» guidati dal dottor Peter Butler, professore di medicina della University of California di Los Angeles, potrebbe aver trovato la risposta nell'autofagia, il processo che elimina le proteine ​​danneggiate e tossiche dalla cellula.


In uno studio pubblicato online il 18 luglio nella rivista peer-reviewed [=a controllo dei pari] Journal of Clinical Investigation, i ricercatori dell'UCLA suggeriscono che nelle persone che non hanno il diabete di tipo 2, l'autofagia impedisce l'accumulo di forme tossiche di IAPP. Nelle persone con diabete di tipo 2 invece il processo sembra non funzionare correttamente, contribuendo alla distruzione delle cellule beta. Come produttrici dell'insulina del corpo, le cellule beta hanno un ruolo chiave nel mantenere i livelli di zucchero nel sangue.


"Solo pochi studi precedenti hanno riferito che l'autofagia è importante per la funzione e la sopravvivenza delle cellule beta"
, scrive Safia Costes, ricercatore dell'«Hillblom Center» e primo co-autore dello studio. "Tali studi, tuttavia, non erano stati condotti per affrontare il ruolo di questo processo nella regolazione della proteina amiloidogenica, che è un importante contributo al diabete di tipo 2".


I ricercatori hanno scoperto che l'autofagia ha un ruolo nell'eliminare l'IAPP dalle cellule beta del pancreas, usando tre modelli sperimentali: cellule beta del pancreas, isole pancreatiche isolate da topi che esprimono la forma umana di IAPP e isole umane. Per confermare i risultati, i ricercatori hanno sviluppato un modello innovativo di topo carente di autofagia specificamente nelle cellule beta, con l'espressione della forma umana di amiloide polipeptide isolotto.


Essi hanno scoperto che i topi che avevano cellule beta in cui l'autofagia non funzionava correttamente mostrano livelli elevati di sostanze tossiche IAPP, che portano alla morte delle cellule beta. Come risultato, i topi hanno sviluppato il diabete. "L'obiettivo del nostro lavoro è comprendere i meccanismi cellulari responsabili della distruzione delle cellule beta in modo che possiamo identificare i migliori obiettivi per la loro protezione", ha detto Costes. "Questo aiuterebbe lo sviluppo della prossima generazione di trattamenti e di terapie combinate per il diabete di tipo 2".


Lo studio ha anche confermato le somiglianze tra il diabete di tipo 2 e l'Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative che sono caratterizzate da un accumulo di forme tossiche di proteine ​​amiloidi, ha detto. "Questo dimostra l'importanza dell'autofagia per sgombrare queste proteine ​​dannose e impedire sia il diabete di tipo 2 che l'Alzheimer".

 

**********
Hanno collaborato allo studio Butler (autore senior), Safia Costes, Jacqueline Rivera (borsista postdottorato dell'Hillblom Center), Tatyana Gurlo dell'UCLA e Charles Glabe dell'UC Irvine. La ricerca è stata finanziata dal National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, dai NIH, dalla Larry L. Hillblom Foundation, e dalla Esther B. O'Keeffe Foundation.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of California - Los Angeles  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Jacqueline F. Rivera, Safia Costes, Tatyana Gurlo, Charles G. Glabe, Peter C. Butler. Autophagy defends pancreatic β cells from human islet amyloid polypeptide-induced toxicity. Journal of Clinical Investigation, 2014; DOI: 10.1172/JCI71981

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)