Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La colpa è degli astrociti?

Nel cervello di tutti i vertebrati, le informazioni sono trasmesse attraverso le sinapsi, un meccanismo che consente ad un segnale elettrico o chimico di essere passato da una cellula cerebrale all'altra.


Le sinapsi chimiche, che sono il tipo più diffuso di sinapsi, possono essere eccitatorie o inibitorie. La formazione di sinapsi è fondamentale per l'apprendimento, la memoria, la percezione e la cognizione, e l'equilibrio tra sinapsi eccitatorie ed inibitorie è cruciale per la funzione cerebrale.


Ad esempio, ogni volta che impariamo qualcosa, le nuove informazioni si trasformano in memoria attraverso la plasticità sinaptica, un processo per cui le sinapsi sono rafforzate e diventano più sensibili a stimoli diversi e agli stimoli ambientali. Le sinapsi possono cambiare la forma o la funzione in pochi secondi o nell'intera vita. Negli esseri umani, una serie di disturbi sono associati a sinapsi disfunzionali: tra queste l'autismo, epilessia, l'abuso di sostanze e la depressione.


Gli astrociti, chiamati in questo modo per la forma a stella, sono cellule cerebrali onnipresenti note per regolare la formazione delle sinapsi eccitatorie attraverso le cellule. Recenti studi hanno dimostrato che gli astrociti hanno un ruolo nella formazione delle sinapsi inibitorie, ma i giocatori chiave e i meccanismi di base sono rimasti sconosciuti fino ad ora.


Un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Glia e disponibile online dall'11 luglio, illustra i dettagli del meccanismo recentemente scoperto, attraverso il quale gli astrociti sono coinvolti nella formazione delle sinapsi inibitorie e presenta una forte evidenza che il «Transforming Growth Factor Beta 1» (TGF-β1), una proteina prodotta da molti tipi di cellule (tra cui gli astrociti) è un giocatore chiave in questo processo. Il team guidato da Flavia Gomes dell'Istituto di Scienze Biomediche dell'Università Federale di Rio de Janeiro, ha studiato il processo sia nei topi che nei tessuti umani, all'inizio in provetta e poi nelle cellule cerebrali viventi.


Prove precedenti avevano indicato che il TGF-β1, una molecola associata a delle funzioni essenziali nello sviluppo e nella riparazione del sistema nervoso, modula gli altri componenti responsabili della normale funzione cerebrale. In questo studio, gli autori sono riusciti a dimostrare che il TGF-β1 attiva il recettore N-metil-D-aspartato (NMDA), una molecola che controlla la formazione e la manutenzione della memoria attraverso la plasticità sinaptica.


Nello studio, il gruppo dimostra anche che l'induzione da parte del TGF-β1 delle sinapsi inibitorie dipende dall'attivazione di un'altra molecola, la «Ca2+/calmodulina-dipendente proteina chinasi II» (CaMK2), che agisce da mediatore per l'apprendimento e la memoria. "Il nostro studio è il primo ad associare questo complesso percorso di molecole, di cui il TGF-β1 sembra essere un giocatore chiave, alla capacità degli astrociti di modulare le sinapsi inibitorie", dice Flávia Gomes.


L'ipotesi che l'equilibrio tra input eccitatori e inibitori dipenda dai segnali degli astrociti guadagna un forte sostegno da questo nuovo studio e suggerisce il ruolo fondamentale degli astrociti nello sviluppo dei disturbi neurologici che comportano una compromessa nella trasmissione inibitoria sinaptica. Conoscere i giocatori e i meccanismi sottostanti le sinapsi inibitorie può migliorare la nostra comprensione della plasticità sinaptica e dei processi cognitivi, e può contribuire a sviluppare nuovi farmaci per il trattamento di varie malattie.

 

 

 

 

 


FontePublicase Comunicação Científica  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Flávia Gomes et al. Astrocyte Transforming Growth Factor Beta 1 Promotes Inhibitory Synapse Formation Via Cam Kinase II Signaling. Glia, July 2014 DOI: 10.1002/(ISSN)1098-1136

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)