Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Danni dell'Alzheimer ereditato sono molto maggiori decenni prima della comparsa dei sintomi

La progressione dell'Alzheimer può rallentare una volta che i sintomi appaiono e producono danni significativi, secondo uno studio che ha valutato una forma ereditaria della malattia.


In un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, il professor Colin Masters dell'Istituto Florey di Neuroscienze e Salute Mentale e dell'Università di Melbourne, e i colleghi nel Regno Unito e degli Stati Uniti, hanno trovato che un rapido danno neuronale inizia 10-20 anni prima della comparsa dei sintomi.


"Nella ricerca abbiamo osservato altri cambiamenti nel cervello che avvengono quando cominciano ad apparire i sintomi. C'è in realtà un rallentamento della neurodegenerazione", ha detto il professor Masters.


L'Alzheimer autosomico dominante colpisce le famiglie con una mutazione genetica, le predispone alla malattia paralizzante. Queste famiglie ci danno informazioni cruciali nello sviluppo del morbo, perché può essere identificato anni prima che appaiano i sintomi. Le informazioni raccolte da questo gruppo influenzano anche il trattamento offerto a coloro che vivono con il tipo più comune della malattia, legato all'età. Solo circa l'uno per cento di quelli con Alzheimer hanno il tipo genetico.


La parte successiva dello studio comporta una sperimentazione clinica. Usando una serie di tecniche di imaging (MRI e PET) e analisi del sangue e del liquido cerebrospinale, delle persone provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Australia saranno osservate mentre sperimentano nuovi farmaci per testarne la sicurezza, gli effetti collaterali e le modifiche all'interno del cervello.


"Nell'ambito dello studio internazionale, i famigliari saranno invitati a far parte dell'esperimento, che offrirà due farmaci sperimentali molti anni prima della comparsa dei sintomi", dice il prof Masters. "Sarà molto interessante vedere come l'intervento clinico influisce su questo gruppo di pazienti nei decenni che precedono la comparsa dei sintomi".

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Melbourne  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A. M. Fagan, C. Xiong, M. S. Jasielec, R. J. Bateman, A. M. Goate, T. L. S. Benzinger, B. Ghetti, R. N. Martins, C. L. Masters, R. Mayeux, J. M. Ringman, M. N. Rossor, S. Salloway, P. R. Schofield, R. A. Sperling, D. Marcus, N. J. Cairns, V. D. Buckles, J. H. Ladenson, J. C. Morris, D. M. Holtzman. Longitudinal Change in CSF Biomarkers in Autosomal-Dominant Alzheimer's Disease. Science Translational Medicine, 2014; 6 (226): 226ra30 DOI: 10.1126/scitranslmed.3007901

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)