Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Antidepressivo promette di trattare l'agitazione nell'Alzheimer

Il farmaco antidepressivo citalopram, venduto con i marchi Celexa e Cipramil e disponibile anche come farmaco generico, ha alleviato significativamente l'agitazione in un gruppo di pazienti con Alzheimer.


Con dosi inferiori a quelle testate, il farmaco potrebbe essere più sicuro rispetto ai farmaci antipsicotici attualmente usati per trattare la condizione, secondo i risultati di uno studio clinico condotto da ricercatori della Johns Hopkins e da altri sette centri medici accademici negli Stati Uniti e in Canada.


Per lo studio, pubblicato il 19 febbraio del Journal of American Medical Association, Costantine Lyketsos, MD, MHS, ed i suoi colleghi hanno reclutato 186 pazienti con Alzheimer che mostravano un insieme di sintomi che comprendevano stress emotivo, eccessivo movimento, aggressività, irritabilità dirompente e disinibizione. Nessuno aveva sperimentato un sollievo adeguato dei sintomi con le terapie non-mediche, e alcuni esperti avevano fallito il trattamento con farmaci antipsicotici.


Anche se gli antipsicotici sono spesso usati come farmaci di prima linea per l'agitazione nell'Alzheimer, essi aumentano significativamente il rischio di ictus, attacchi di cuore e morte, dice Lyketsos.


All'inizio dello studio, i pazienti sono stati sottoposti a test per definire l'entità della loro agitazione, memoria e delle altre abilità cognitive e dei livelli di stress dei loro caregiver, un fattore fortemente legato al benessere delle persone con Alzheimer. I pazienti sono stati divisi in due gruppi. Per le successive nove settimane, circa la metà ha preso dosi crescenti di citalopram, che hanno raggiunto un picco di 30 milligrammi al giorno, e il resto ha preso un placebo identico nell'aspetto.


Alla fine del periodo di studio, è stata ripetuta la stessa serie di test, insieme con un elettrocardiogramma. Il farmaco in studio è legato ad effetti avversi sulla funzione cardiaca, che comprendono un battito cardiaco irregolare, anticipatore di un attacco di cuore. I risultati dimostrano che i pazienti sul farmaco hanno avuto un sollievo significativo dei sintomi di agitazione, dice Lyketsos. In una delle misure di agitazione, circa il 40 per cento dei pazienti che avevano assunto citalopram avevano "un notevole sollievo", rispetto al 26 per cento dei pazienti che hanno assunto il placebo. I caregiver di questi pazienti hanno riferito meno stress.


Tuttavia, i pazienti sul farmaco hanno avuto anche un leggero calo della funzione cognitiva. "Non è enorme, ma misurabile", dice Lyketsos, direttore del «Memory and Alzheimer’s Treatment Center» della Johns Hopkins e direttore del Dipartimento di Psichiatria del Bayview Medical Center della Johns Hopkins. "Questo introduce un compromesso".


Più preoccupante, aggiunge, è che i pazienti sul citalopram avevano intervalli più lunghi di QTc, una misura della funzione cardiaca anomala che aumenta il rischio di attacchi di cuore. Però secondo Lyketsos anche gli altri farmaci antipsicotici usati per il trattamento dell'agitazione aumentano il rischio di attacco di cuore e, forse, in modo ancora più sostanziale.


Lyketsos ed i suoi colleghi sperano di verificare se una dose minore di citalopram può essere altrettanto efficace nel trattamento dell'agitazione in Alzheimer, con meno rischi per la cognizione e la funzione del cuore. Nel frattempo, egli dice, il farmaco offre un'alternativa agli antipsicotici. "Se l'agitazione non risponde a trattamenti non-farmacologici e l'agitazione del paziente non migliora, non ci sono grandi opzioni", dice Lyketsos. "Ma questa e un'altra scelta farmacologica che potrebbe essere più sicura di altri farmaci e sembra essere altrettanto efficace".


Questa ricerca è stata finanziata dal National Institute on Aging dei National Institutes of Health e dall'Istituto Nazionale di Salute Mentale. Oltre a Lyketsos, gli altri ricercatori della Johns Hopkins coinvolti in questo studio compendono Lea T. Drye, PhD, Costantino Frangakis, PhD, Christopher Marano, MD, Curtis L. Meinert, PhD, Cynthia A. Munro, PhD, Peter V. Rabins, MD, Paul B. Rosenberg, MD, e David M. Shade, JD. Gli altri centri medici coinvolti nella sperimentazione clinica sono Columbia University, Medical University of South Carolina, Stanford University, University of Pennsylvania, University of Rochester, University of Southern California e University of Toronto.

 

 

 

 

 


FonteJohns Hopkins Medicine  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anton P. Porsteinsson, Lea T. Drye, Bruce G. Pollock, D. P. Devanand, Constantine Frangakis, Zahinoor Ismail, Christopher Marano, Curtis L. Meinert, Jacobo E. Mintzer, Cynthia A. Munro, Gregory Pelton, Peter V. Rabins, Paul B. Rosenberg, Lon S. Schneider, David M. Shade, Daniel Weintraub, Jerome Yesavage, Constantine G. Lyketsos. Effect of Citalopram on Agitation in Alzheimer Disease. JAMA, 2014; 311 (7): 682 DOI: 10.1001/jama.2014.93

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.